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La cultura digitale da Leibniz al CRS4. Intervista a Luigi Filippini.

Creato il 26 settembre 2014 da Alessandro Ligas @TTecnologico

di Alessandro Ligas

 Il CRS4 nasce dall’idea che l’informatica, la potenza di calcolo ed elaborazione, sia fondamentale per la ricerca. E’ quella che oggi si chiama e-science, ovvero la scienza potenziata dalle tecnologie informatiche”. (Luigi Filippini)

La logica digitale si basa sulla filosofia del XVII secolo ed appartiene al matematico e filosofo Gottfried Wilhelm von Leibniz a cui è attribuito sia il montaggio di una macchina aritmetica che precede le attuali calcolatrici, ed i personal computer, che era in grado di eseguire le operazioni base dell’aritmetica (la moltiplicazione, la divisione, la sottrazione e l’addizione), sia di aver messo a punto un nuovo ramo della matematica nel suo saggio “De arte combinatoria” (1666). Le ricerche di Leibniz nel campo della logica non sono in sé molto importanti, e la loro importanza storica è molto limitata: infatti non pubblicò praticamente nulla di ciò che scoprì, e si dovette attendere la fine dell’Ottocento perché ciò che per lui era già cosa nota venisse gradualmente riscoperto. Ma ciò che è importante è il fatto che Leibniz non ha ripreso la logica antica e medioevale, ma concepisce l’idea di una sua radicale rifondazione, che viene da lui posta sotto il nome di “arte combinatoria” e che eserciterà una certa influenza anche sul pensiero filosofico e logico dei suoi successori.

Con il passare degli anni e con l’evolversi del pensiero filosofico e logico si arriva al novecento quando il matematico britannico della metà del XX secolo,Alan Turing,inventa il computer digitale-binario, la cosiddetta “macchina di turing” ossia un modello matematico che risponde al concetto intuitivo di procedimento di calcolo e che si pone come il precursore logico dei pc.

Da allora ad oggi la logica ed i concetti si sono raffinati ed evoluti tanto da essersi “trasformati e materializzati” in programmi e componenti per personalcomputer e per i device di ultima generazione sviluppando una vera e propria “cultura digitale” che molto spesso identifichiamo con la stessa tecnologia del computer e con la tecnologia informatica.

Anche la Sardegna si è inserita all’interno di questa“cultura digitale” già dal 1990,quando l’allora giunta Melis ha voluto dare il via ad un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna fondato sugli assi della formazione-ricerca- innovazione, attraverso la nascita del CRS4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna). Il centro di ricerca nasce quasi contemporaneamente alla venuta al mondo del web e si inserisce perfettamente in questa “cultura digitale” tanto che ha reso possibile la nascita del primo sito web italiano, nel 1993, e del primo quotidiano online, l’Unione Sarda, dell’allora editore Nicola Grauso, che capì che si stava aprendo un mondo nuovo.

Il CRS4 è un centro di ricerca interdisciplinare che promuove lo studio, lo sviluppo e l’applicazione di soluzioni innovative a problemi provenienti da ambienti naturali, sociali e industriali. Sviluppi e soluzioni che si basano sulla Scienza e Tecnologia dell’Informazione e sul Calcolo Digitale ad alte prestazioni. La missione del Centro è quella di aiutare la Sardegna a dar vita e far crescere un tessuto di imprese hi-tech essenziali per il suo sviluppo economico e culturale con l’’obiettivo principale di sviluppare l’innovazione.

Lo sviluppo tecnologico e la ricerca scientifica del CRS4 si focalizzano sulle tecnologie computazionali e sulla loro applicazione nei settori della biomedicina, della biotecnologia, della società dell’informazione, dell’energia e dell’ambiente. Settori tematici caratterizzati da un elevato impatto economico e sociale, che rispondono alle esigenze del mercato, della collettività e alla necessità di sviluppare prodotti, processi e servizi ad alto contenuto tecnologico.

Luigi Filippini
Abbiamo incontrato l’ing. Luigi Filippini che, recentemente, ha preso il posto del prof. Paolo Zanella alla guida del centro di ricerca, con il quale abbiamo cercato di cogliere i segnali del futuro.

 

Lei è stato AD di Energit e ora amministratore di diverse società, fra cui la business development company Meridies Holding, come vede il futuro del CRS4?
Il CRS4 ha quasi 25 anni di vita e in questo arco di tempo ha ottenuto grandi risultati in vari ambiti. Credo che debba andare avanti così e continuare ad essere un punto di riferimento per l’innovazione e le nuove tecnologie.

Il CRS4, nella sua storia, si è distinto per alcuni primati connessi ad Internet, ha realizzato nel settembre 1993 il primo sito web italiano (www.crs4.it), ed ha contribuito a creare nel 1994 il primo quotidiano su web europeo e uno dei primi e maggiori Internet Service Provider (Video On Line). Cagliari e la Sardegna per una volta sono riuscite ad essere avanti, come vede il futuro di Internet e secondo lei come la Sardegna può tornare ad essere un “passo avanti”
Il CRS4 è nato quando ancora non esisteva il web, quindi nemmeno i motori di ricerca, i social network ecc. Tutte tecnologie ed applicazioni che oggi sono estremamente diffuse e considerate “essenziali” dalla maggior parte delle persone e sulle quali però il centro ha investito in studi e ricerche sin dai primi anni ‘90.

In sostanza credo che se il CRS4, l’Università e tutto il mondo della ricerca in Sardegna riusciranno ad essere ancora “due o tre passi avanti”, anche le aziende isolane (quelle già esistenti o quelle che ancora non sono nate) potranno avere un vantaggio competitivo.

Quali sono i rapporti del CRS4 con le imprese e con le imprese sarde? Come vengono sviluppate queste sinergie?
I rapporti del centro con le imprese sono buoni e c’è un forte interesse delle aziende nell’attività del CRS4. Devo dire che questo interesse viene spesso da aziende non sarde che però decidono di aprire una filiale o addirittura di trasferirsi in Sardegna. Il centro cerca di sviluppare eventuali sinergie con le imprese partecipando quanto più possibile a progetti misti pubblico/privato.

Qual è la ricaduta delle ricerche del CRS4 nel territorio?
Lo studio e lo sviluppo delle tecnologie di internet e del web hanno portato alla nascita di tante aziende in Sardegna e il valore di queste ricadute (ad esempio maggiore occupazione, crescita del PIL, tasse pagate, ecc.) oggi si può valutare facilmente.

Più difficile forse è stimare oggi quali ricadute ci saranno ad esempio dalla scoperta del nuovo gene coinvolto nella sclerosi multipla da parte del professor Francesco Cucca e ottenuta anche grazie alle macchine per il genomesequencing e le risorse informatiche del CRS4. In questo caso, come in tanti altri, si tratta di ricadute importanti sia dal punto di vista scientifico che, col tempo, anche dal punto di vista economico.

Quali sono le aree di specializzazione del CRS4 e quali saranno i prossimi passi di sviluppo?
Il CRS4 nasce dall’idea che l’informatica, la potenza di calcolo ed elaborazione, sia fondamentale per la ricerca. E’ quella che oggi si chiama e-science, ovvero la scienza potenziata dalle tecnologie informatiche.

Il centro si è quindi specializzato in tutte le aree nelle quali l’informatica e le tecnologie in generale consentano un potenziamento dell’attività di ricerca ed il raggiungimento in minor tempo di risultati. Attualmente quindi le nostre attività abbracciano campi diversi quali ad es. la biomedicina, l’energia e le scienze ambientali, l’internet degli oggetti e i digital media, il visualcomputing, il calcolo distribuito, le applicazioni dell’informatica alla pratica clinica e molti altri settori ancora per i quali le nostre piattaforme di calcolo e di sequenziamento e genotipizzazione forniscono un importante vantaggio competitivo.

 

Alcuni analisti dicono che “in Sardegna, la spesa privata per R&S è ridotta, e vi è una scarsa integrazione tra ricerca e attività imprenditoriale, una bassa presenza di partnership pubblico/privato nel campo della ricerca tra Università, Centri di ricerca e imprese e un conseguente basso livello di trasferimento tecnologico” come è possibile invertire questa tendenza?

 

Incidenza della spesa privata in Ricerca e Sviluppo sul PIL

   Valori %

  Sardegna Mezzogiorno Centro-Nord Italia EU27

2000 0,06 0,21 0,62 0,52 1,20

2001 0,06 0,21 0,63 0,53 1,21

2002 0,06 0,23 0,64 0,54 1,20

2003 0,06 0,22 0,62 0,52 1,19

2004 0,04 0,24 0,61 0,52 1,16

2005 0,04 0,24 0,64 0,55 1,15

2006 0,07 0,24 0,65 0,55 1,17

2007 0,08 0,27 0,71 0,61 1,18

2008 0,07 0,27 0,77 0,65 1,22

2009 0,07 0,28 0,80 0,67 1,25

2010 0,05 0,25 0,81 0,68 1,24

2011 - - - 0,68 1,27

Fonte: Elaborazioni CRENoS su dati Eurostat e ISTAT

Come si può vedere dalla tabella, dire bassa mi sembra riduttivo… E’ circa 20 volte più bassa della media europea e circa 10 volte meno della media italiana. Credo che sia poi preoccupante il fatto che mentre nel resto d’Italia e in Europa la spesa cresce, in Sardegna rimane pressoché costante.

Penso quindi che lo sviluppo del CRS4 e di altre realtà analoghe che collegano la ricerca “accademica” alle necessità del mondo delle imprese sia fondamentale e possa contribuire all’inversione di questa tendenza negativa.

Secondo il “RegionalCompetitiveness Index” elaborato dalla Commissione Europea la Regione Sardegna si colloca per il livello di Innovazione, solo al 193esimo posto sulle 262 regioni UE prese in esame. Cosa pensa di questo dato?
Credo che il dato sia ulteriormente peggiorato, nel recente rapporto 2013 la Sardegna è al scesa al 230esimo posto per innovazione. Credo però che il problema sia in generale di tutta l’Italia e anche considerando l’indice di competitività generale, non solo l’innovazione, per trovare la prima regione italiana, la Lombardia, occorre scorrere l’indice fino alla posizione 128. La Sardegna è al 227.

Penso quindi che ci sia molta strada da fare e che, viste le scarse risorse economiche oggi disponibili, occorra essere molto attenti ai settori in cui vengono effettuati gli investimenti.

Oggi stiamo ancora vivendo un periodo di crisi qual è, secondo lei, la “ricetta anticrisi”?
Mi piacerebbe molto avere una ricetta anticrisi, sarei contento anche solo se esistesse una ricetta con le istruzioni da seguire per combattere la crisi. Purtroppo però possiamo solo rimboccarci le maniche e, ognuno per la sua parte e nel suo settore, fare del nostro meglio.

 


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