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La dark lady

Creato il 08 gennaio 2013 da Laurenv

La figura della dark lady ci accompagna ormai da molti anni, la si ritrova nel mondo del cinema, della musica e anche sulle passerelle.

La sua esplosione è avvenuta con il cinema noir, ambientato in metropoli notturne, contraddistinto da angoli bui, contrasti di luce e ombre e voci fuori campo. Protagonista di queste pellicole è sempre una figura femminile seducente e pericolosa, portatrice di sventura e morte.

La dark lady si ritrova sempre in triangoli amorosi al cui vertice c'è lei, la seduttrice, mentre agli estremi vi sono due personaggi maschili, che lei muove come burattini.

dark lady-rita hayworth

La più celebre rappresentazione di dark lady è quella di Rita Hayworth in "Gilda". In questo film il trucco, la pettinatura e gli abiti hanno una funzione determinante per la caratterizzazione del personaggio. Questi ultimi sono firmati Jean Louis.

Un elemento scandisce tutte le scene: la sigaretta. Essa è simbolo dell'emancipazione femminile.

dark lady-Barbara Stanwyck

Un'altra celebre interpretazione della dark lady è quella di Barbara Stanwyck in "La fiamma del peccato" . L'attrice interpreta una donna feroce, ambiziosa e priva di scrupoli. Anche in questa pellicola l'abbigliamento e gli accessori rivestono un ruolo fondamentale per la caratterizzazione del personaggio.

La personalità della protagonista viene evidenziata fin dalla prima scena del film dall'inquadratura sui polpacci, sui talloni e soprattutto sulla sottile catenella alla caviglia, simbolo anch'esso di emancipazione e di perversione, più volte utilizzato nel cinema per sottolineare il carattere della dark lady.

dark lady-theda bara

Anche se molti riconducono l'immagine della dark lady agli anni quaranta, essa ha avuto la sua capostipite in Theda Bara. Nel 1915, dopo la sua interpretazione nel film "A fool There Was", Theda Bara fu consacrata come la prima vamp.

Il suo vero nome era Theodosia Goodman ed era figlia di un sarto di Cincinnati. Scelse di chiamarsi Theda Bara perchè il nome anagrammato significava "morte araba". Aveva un aspetto molto esotico, per questo su di lei nacquero molte leggende, come qualla che la vedeva figlia di uno sceicco e di una principessa, nutrita in fasce con latte di serpente.

Portava gli occhi bistrati, labbra tinte di rosso e volto pallido. Ella incarnava così due ideali irresistibili per il pubblico: quello erotico e quello esotico.

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fonte: "Moda e Cinema. La magia dell'abito sul grande schermo" di Sofia Gnoli.



 

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