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La diciottesima giornata di campionato

Creato il 18 gennaio 2012 da Mazzaforno @mazzaforno

L’ultima giornata di campionato ha portato alcuni spunti interessanti sui quali riflettere.

Il primo riguarda la Signora. Finalmente, dopo Calciopoli, la Signora sembra essere una delle maggiori squadre accreditate allo scudetto. Una squadra robusta ma senza picchi di qualità. Merito di tutto questo va attribuito all’ottimo lavoro di Conte. Che fosse un ottimo allenatore già lo si sapeva ma i dubbi che lo investivano riguardavano una certa integralità di schemi. Ed, invece, ricredendo tutti, me compreso, l’allenatore juventino ha saputo dimostrare intelligenza e duttilità. Certo, il pareggio col Cagliari ha lasciato più ombre che luci, la squadra ne esce con qualche timore in più ma se la dirigenza bianconera riuscisse ad aumentare anche il tasso tecnico della squadra si potrebbe cominciare a sognare. Occorre che la Juve che chiuda qualcuna delle miriadi trattative nelle quali è inserita e soprattutto che tolga dal monte stipendi quei giocatori che, da tempo, sono fuori squadra (vedasi Amauri e Grosso).

Il secondo riguarda il Milan: il Diavolo esce dal derby parecchio ridimensionato. Non tanto per la sconfitta in sé (perdere con i cugini ci sta) ma perché negli scontri diretti con le candidate allo scudetto, la squadra rossonera ha collezionato delle brutte sconfitte. Inoltre, Pato sembra sempre di più un oggetto estraneo alla squadra e lo scarso feeling con Allegri fa supporre che, se non a Gennaio, quantomeno nella prossima sessione estiva, il Papero partirà per altri lidi (PSG?). La sconfitta con l’Inter è anche frutto di alcuni errori dell’allenatore: arretrare Boateng ha significato isolare Ibra in avanti e dare le chiavi della trequarti al tenero Emanuelson, inconcludente lì davanti, ha finito con lo sterilizzare l’attacco rossonero.

L’Inter e soprattutto Ranieri ne escono più forti a livello psicologico. Giocatori importanti come Milito (dato già per finito fino a qualche settimana fa) e Thiago Motta stanno recuperando e quando Snejder e Forlan saranno ad un discreto stato di forma la squadra nerazzurra potrà dire la sua nella lotta scudetto. Con qualche innesto giovane e di qualità si potrebbe aprire un ciclo importante. Ranieri, inoltre, ha dimostrato di sapere gestire la squadra, di azzeccare i cambi e di avere un progetto di gioco alla base. Certo, Moratti ha di che rallegrarsi ma quello che auguro alla squadra nerazzurra adesso è avere un progetto tecnico di media durata. La mia paura è che all’allenatore interista non basterà fare un ottimo campionato per meritarsi la riconferma e che la dirigenza pensi piuttosto a qualche grande nome come Guardiola.

Il mio Palermo, invece, ne esce con le ossa rotte. E qui di appunti ce ne sono da fare parecchi. Il primo riguarda la società intesa come Direttore Sportivo e Presidente: Sogliano e Zamparini hanno sbagliato a costruire questa squadra. La scorsa stagione Rossi giocava con l’albero di Natale: conclusosi il rapporto tra le parti, occorreva dare continuità al progetto. Si è preferito cambiare modalità di gioco investendo su Pioli (scelta di Zampa come lo era stato Zenga) senza avere la necessaria pazienza. Qui sta proprio il limite del Presidente veneto: massimi risultati nel minor tempo possibile. Certo, il nostro consiglio dovrebbe essere quello ispirarsi ai Pozzo che, nella scorsa stagione, hanno aspettato Guidolin nonostante le 5 sconfitte di seguito ottenendo, poi, la qualificazione in Champions.

Finita l’esperienza Pioli ancora prima di cominciare, ad una settimana dal campionato, si è preferito scommettere su Mangia affidandogli una squadra costruita, appunto, per il precedente allenatore. E’ emersa in tutta la sua fragilità la mancanza di un progetto. Si prende un’allenatore che giocava con il 4 – 4 – 2 senza dargli giocatori idonei a questo tipo di gioco. Quando poi l’entusiasmo è venuto meno, le lacune della squadra sono emerse tutte. Ma, ahimè, nemmeno un allenatore navigato come Mutti è riuscito a dare una svolta a questo campionato.


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