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“la dieta del campione”

Da Nicla

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intervista ad Alberto Leonardi, campione del mondo e professionista di arti marziali estreme

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I suoi salti non solo sono esemplari: sono i primi nel mondo. E i suoi muscoli parlano chiaro: quando ti alleni duro, nella vita, i risultati si vedono. E si toccano con mano.
Ma la vera arma di Alberto Leonardi, campione del mondo Wka di x-treme Martial Arts Musical Forms e professionista di arti marziali estreme, non è solo il talento. “Nella mia disciplina- ci racconta-, la forza fisica è tanto indispensabile quanto la forza mentale. E proprio questo connubio ne impreziosisce l’efficacia, in gara come nella vita.”

Alberto si allena dalle 4 alle 6 ore ogni giorno. E’ 4° Dan di Kick Boxing, 4° Dan di Artistic Free Style Karate, Maestro di Difesa Personale e 4° Dan di Musical Forms. Direttore tecnico nazionale FIKBMS, l’anno scorso dopo il terzo posto agli Europei, si è aggiudicato

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l’ennesima Coppa del Mondo. E quest’anno, a 38 anni, è risalito sul podio con medaglia di bronzo ai mondiali di Musical Forms WAKO vincendo su avversari che avevano, in media, 18 anni in meno di lui.
Il trucco?
“La mia alimentazione” ci confessa.
Eppure a noi, non basta. Vogliamo saperne molto di più!

Partiamo dall’inizio: la tua disciplina. Cosa sono esattamente le Martial Arts Musical Forms?
“Hanno un nome complicato ma di fatto sono una disciplina che racchiude in sé le forme e gli stili delle arti marziali, partendo dal Karate, al Taekwondo, Kung Fu, Aikido, Wushu e via dicendo. Lo scopo è quello di creare un incontro immaginario contro uno o più avversari facendosi accompagnare dalla musica, elemento fondamentale che non solo fa da sottofondo ma deve essere un tutt’uno con l’esercizio. L’elasticità in questo caso è fondamentale, così come la coreografia e la capacità di fondere insieme discipline diverse senza perderne l’efficacia reale”.

Come qualcuno ha sottolineato a Be4eat 2013, “salti come i tuoi si vedono solo nei cartoni animati”. Ma come fai? Qual’è il tuo segreto?

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“La verità è che ho iniziato questa disciplina piuttosto tardi, intorno ai 26 anni dopo che un incidente piuttosto grave mi aveva bollato con un verdetto medico che mi impediva di continuare l’attività agonistica nel kick boxing. Si tenga conto che, normalmente, a 25 anni in questi sport sei finito. Così quando a 29, contro tutti i pareri contrari, ho vinto il primo mondiale di arti marziali estreme hanno smesso di dirmi ciò che si può e ciò che non si può fare nella vita. Volere è potere. E nel mio caso avevo dalla mia un’arma più potente dell’età: l’alimentazione.”

Vale a dire?
“Ero diventato vegetariano. A 20 anni, dopo una puntata di Roxy Bar Tv con Red Ronnie ho cambiato completamente la mia dieta. Ricordo che come ospite quel giorno c’era Jovanotti che raccontava come, pur avendo eliminato totalmente la carne dalla sua alimentazione, riuscisse ugualmente a praticare dalle 3 alle 6 ore di bicicletta ogni giorno. All’epoca ero istruttore di Kick Boxing e mi accingevo ad iniziare una carriera agonistica nel combattimento a contatto continuato (Kick boing light contact e full contact). Il credo comune anche qui, come in tutti gli sport, era sempre lo stesso: guai a limitare le proteine nobili della carne, pena la perdita di tono e di massa muscolare. Tuttavia nel mio intimo non avevo mai dimenticato la mattina in cui, a 8 anni, mio nonno mi portò con sé ad assistere la macellazione di un maiale. Ricordo ancora il grido da bambino straziato lanciato da quel povero animale che, dissanguato ma ancora vivo, è stato gettato nell’acqua bollente: i suoi occhi neri mi hanno fissato fino alla morte. Dopo la puntata di Roxy Bar decisi che era giunto il momento di ascoltarmi: avrei eliminato la carne e tutto ciò che poteva nuocere alla mia salute. I risultati ottenuti sono stati sorprendenti.”

Da subito?
“All’inizio ho dovuto adattarmi. Bilanciavo male, mi ero gettato solo su verdure e avevo iniziato a perdere massa magra e quindi muscolo. Con il tempo ho iniziato ad approfondire e ad integrare la mia dieta, aggiungendo legumi e cereali. Mi ci sono voluti un paio d’anni per imparare ad alimentarmi nel modo corretto e i risultati non si sono fatti attendere: ho vinto svariati incontri tra cui un argento agli italiani di full contact e un bronzo alla coppa del mondo di light contact. Mi sentivo davvero in forma, anche se avevo ancora un piccolo problemino: i trigliceridi!”

I trigliceridi! Come facevi a saperlo? Sei seguito da un medico in particolare?
“No, niente specialisti, se non quelli di una normale routine medico sportiva. Sono però un donatore del sangue e i miei valori vengono costantemente monitorarti, compresi i miei trigliceridi che erano piuttosto alti…”

Erano?
“La grande svolta è avvenuta due anni fa a Vicenza, durante l’evento Be4eat. Dopo la

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mia esibizione mi sono seduto tra gli spettatori e ho ascoltato. Quello che il dott. Campbell ha detto mi ha stravolto la vita. Ricordo che sono tornato a casa e senza un minimo di esitazione ho buttato via tutto ciò che avevo in dispensa: integratori, latticini, tutto! Da allora sto benissimo, i trigliceridi sono un problema che non mi riguarda più e la mia performance è migliorata del 100 per 100”.

Cioè hai eliminato tutto, carne, latticini, uova…?
“Tutto. Come c’è scritto nel The China Study. E da allora la mia vita atletica si è trasformata.”

Vale a dire?
“E’ nei piccoli particolari che fai la differenza. Da quando ho deciso di seguire le linee guida del The China Study, ho aumentato la forza. Peso 64 kg: prima sollevavo 75 kg, oggi grazie a questa dieta, ne sollevo 80! I miei salti sono molto più alti. Ho perso totalmente la massa grassa e ho aumentato la massa magra, vale a dire la densità del muscolo che oggi sento molto più tonico e compatto. Ho dimezzato drasticamente i tempi di recupero: se prima impiegavo dalle 24 alle 72 ore per riprendermi dopo un allenamento duro o una competizione impegnativa, oggi dopo 24 ore sono in pista come prima. Non mi ammalo più, alcune vecchie contratture che mi portavo da tempo sono quasi sparite, mi addormento più velocemente la sera e mi risveglio più riposato anche se di fatto continuo a cenare in orari tardivi. Insomma, sto bene.”

E allora svela: qual’è questa dieta del campione?
“In realtà è molto semplice. La mattina di solito faccio colazione con una mela, un paio di mandarini, del pane integrale fatto in casa e della marmellata senza zucchero sempre fatta in casa, più un bicchiere di latte di soia. A metà mattinata della frutta secca o fresca a seconda del caso. Per pranzo mangio quasi sempre una insalatona con tutto il meglio del mondo vegetale al suo interno: ortaggi colorati, legumi, semi e cereali integrali. Da qualche tempo utilizzo anche cereali crudi, messi in ammollo per almeno 8 ore prima e poi consumati insieme all’insalata. Li trovo davvero ottimi dal punto di vista nutrizionale, per non parlare ovviamente dei germogli di vario tipo. A metà pomeriggio ancora un frutto fresco o secco. A cena mi sbizzarrisco con ricette vegan di varia estrazione: internet in questo è favoloso. Il tutto ovviamente è confezionato con almeno 2-3 litri di acqua al giorno lontano dai pasti e una dieta totalmente priva di sale e zucchero aggiunti”.

E così facendo, quante ore di allenamento reggi?
“Dalle 4 alle 6 ore al giorno, 5 giorni su 7 a patto di non avere competizioni o manifestazioni nel week end. Il bello però è nella mia palestra, a Zugliano, dove insegno. L’associazione, di cui sono direttore tecnico, si chiama Accademia di Discipline olistiche L’angelo Guerriero: qui insegno le arti estreme ma anche PNL e le diverse tecniche di rendimento psicofisco. Come ogni palestra, tuttavia, è frequentata da giovani carnivori insaziabili che non vogliono credere a quanto sostengo sul tema dell’alimentazione sportiva. E, purtroppo, si vede. Dico purtroppo perché il vero scopo della mia vita, ormai, è quello di dedicarmi all’insegnamento a 360 gradi e il mio sogno più grande è quello di portare il tema di corretta alimentazione in un mondo, come quello delle competizioni, che sembra aver perso i connotati della salute. Fino a quando un uomo di 38 anni riesce ad aver la meglio come fiato e risposta fisica negli esercizi di riscaldamento su ragazzi di 18-20 anni, dove vogliamo andare? Non si riesce a capire che il problema più grosso è nel tipo di benzina che diamo al motore e non nella macchina? Come dico ai miei studenti, l’unica vera gara che dobbiamo vincere è quella per la vita: non buttiamoci via!”

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