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La diga più grande del mondo – Cina Yangtze – innovazione?

Creato il 10 gennaio 2011 da Genioallopera

 

La diga più grande del mondo – Cina Yangtze – innovazione?
E’ di novembre la notizia dell’inaugurazione ufficiale della diga delle Tre Gole, in Cina, sul fiume Yangtze: un monumento dell’ingegno e dell’ambizione umani, il più grande impianto idroelettrico del mondo, costato 22,5 miliardi di dollari e con un fronte di sbarramento lungo 2300 metri.

Storia e Mito raccontano che ambizione e delirio di onnipotenza sono due versanti dello stesso sottilissimo crinale. Se la diga sarà in futuro protagonista di pagine funeste, non è dato sapere; tuttavia portiamoci sull’esatta verticale di quello stesso crinale, e presentiamo una riflessione il più possibile equidistante.

Secondo il governo cinese, a regime, le turbine elettriche nascoste sotto la mastodontica opera genereranno 18200 Megawatt: energia pulita e rinnovabile – ovviamente –, trattandosi di fonte idroelettrica. Si potrebbe pertanto parlare di vanto dell’ecologia, e capolavoro della sostenibilità ambientale.

La diga più grande del mondo – Cina Yangtze – innovazione?
Eppure, il valore della sostenibilità ambientale sembra più articolato da limitarsi al mero conteggio delle sostanze nocive emesse per produrre energia. La diga ha sconvolto la vita di numerose comunità, tanto che più di un milione di persone si è trasferito forzatamente presso nuovi insediamenti (sono circa 1200 i villaggi, più intere città, ora sepolti dall’acqua), ha alterato il paesaggio in una vastissima area (il lago artificiale è lungo 670 chilometri), e ha generato – e lo farà ancora negli anni a venire – effetti sull’ecosistema.

Ecco che la diga delle Tre Gole appare sotto una luce diversa: forse essa non porta con sé sostenibilità, bensì il suo contrario.

E’ altrettanto vero che, se la coperta è corta, qualcosa deve restare nudo: energia “pulita” in cambio di paesaggio violentato o energia “sporca” per averlo più intatto? La soluzione per allungare la coperta esiste da tempo, ed è nascosta nelle scelte energetiche della civiltà contemporanea.


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