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La discarica di Corcolle, ultimo affronto al patrimonio culturale

Creato il 25 maggio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

La strategia è sempre la stessa: creare e pubblicizzare uno stato d’emergenza, per fare accettare alla popolazione qualsiasi decisione, ma stavolta il Governo si spacca. E Pecoraro vuol piazzare una discarica a due passi da Villa Adriana…

Ci serve una discarica per evitare l’emergenza rifiuti. Questo in breve il pensiero del prefetto della capitale, Giuseppe Pecoraro, impegnato nella promozione della discarica di Corcolle. 

Nulla di eclatante, sia chiaro: la società del consumo si lascia dietro un tappeto non indifferente di rifiuti che vanno necessariamente smaltiti.

La discarica di Corcolle, ultimo affronto al patrimonio culturale
 (Tivoli), il più grande complesso residenziale di epoca romana, attraversato da due falde acquifere.

Per rendersi conto dell’importanza di preservare intatti questi luoghi, si tenga presente che solo qualche chilometro più a nord sorge quella Villa d’Este resa celebre da tante pellicole cinematografiche, per via dei giochi d’acqua che sorprendono il visitatore.

Attingere alle acque dell’Aniene per alimentare le fontane, o a quelle delle acque termali Albule, non è poi molto complicato, basta bucare il terreno con un dito per veder zampillare l’acqua dal suolo.

I residui di un glorioso passato devono essere ora sacrificati per potervi stipare lattine di coca cola e bicchierini dello yogurt. A questo s’è ridotta la grandezza d’Italia, la gloria di Roma è sacrificata sull’altare della carta igienica e degli incarti dei gelati. Davvero un passo in avanti, per l’orgoglio della civiltà europea.

Ma fortunatamente ci sono anche voci fuori dal coro, stonate per il grado di sudditanza che questo governo riesce ad ottenere da popolo e burocrati. E’ il ministro Ornaghi a dirsi fortemente contrario ad un’ipotesi simile. Se il ministro dei beni culturali si prestasse a questo squallido siparietto, svuoterebbe di significato le parole che identificano la sua carica. Difende a spada tratta la storia rappresentata dalla residenza dell’imperatore Adriano. Anche il ministro dell’ambiente Clini si dice contrario alla destinazione del sito. Favorevole invece, e c’era da aspettarselo, il ministro degli interni Cancellieri, quella dei posti fissi vicino a mamma e papà, quella che “lo stato siamo noi“, una che al Viminale fa rimpiangere Maroni.

Ornaghi dimostra di essere ministro dei beni culturali perché ha chiaro cosa significhi “patrimonio” storico e culturale. E’ l’uomo giusto al posto giusto, quello che, per coscienza od interesse, difende le prerogative del suo dicastero.

Gli schieramenti sono abbastanza divisi da far pensare che la scellerata proposta non trovi accoglimento: da un lato la Polverini e parte dell’Esecutivo, favorevoli a trasformare uno degli scorci più belli d’Italia in un letamaio. Dall’altra Gianni Alemanno e la Provincia di Roma, irremovibili sul diniego a siffatto scempio.

Ovviamente c’è chi invece non riscontra alcun problema di sorta nell’installare una discarica a pochi chilometri da Villa Adriana: è l’università di Tor Vergata, sui cui rapporti si basa la volontà di procedere espressa dal prefetto Pecoraro.

Di certo avranno interpellato qualche ex bocconiano col capello brizzolato, uno di quelli che parla un linguaggio incomprensibile. Non chiediamo di interpellare i massimi esperti di storia romana, basta chiedere ad uno studente del liceo classico, anche uno di quelli che dice che Roma è stata data alle fiamme nell’ultimo derby Roma-Lazio, per sentirsi dire che è una scelta del ciufolo.

Nascondere la scelleratezza di una scelta dietro l’autorità che promana da questo o quell’accademico, è come affidare un paese ad un manipolo di banchieri che si nasconde dietro le lauree alla Bocconi. Che poi è quello che sta succedendo in Italia.

Intanto pare che settantasette europarlamentari (da tutti i paesi!) abbiano inviato altrettante missive di protesta contro l’impopolare scelta del prefetto Pecoraro.

Che tristezza: se gli stranieri difendono la storia del tuo paese, è probabile che il nostro popolo sia già stato conquistato. A sua insaputa, si intende…


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