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La Divina Tragedia: atto secondo

Creato il 02 luglio 2010 da Zaxster @samueleblogzero

La Bibbia

C’era una volta una saga di 39 libri, scritti in tre diverse lingue e da decine di autori nell’arco di 1500 anni, sotto la supervisione e l’ispirazione di un editore e sceneggiatore di grandissimo spessore tecnico e morale.
Questo best seller dalla lunga gestazione ebbe poi un importante sequel di altri 27 libri ed un larghissimo successo globale, a volte raggiunto tramite un piano di marketing piuttosto aggressivo ma di sicuro impatto, come dimostrano i moltissimi fans che ancora riempiono le nostre città e continuano a ritrovarsi settimanalmente in club ricercatissimi e in stabili di grande pregio artistico. Notevole anche il merchandising.

Torna alla parte 1: la Genesi

In quei giorni, Mosè, già diventato adulto, andò a trovare i suoi fratelli; notò i lavori di cui erano gravati e vide un Egiziano che percoteva uno degli Ebrei suoi fratelli. Egli volse lo sguardo di qua e di là e, visto che non c’era nessuno, uccise l’Egiziano e lo nascose nella sabbia.
(morale: il comandamento non uccidere probabilmente vale solo se qualcuno ti vede!)

(Esodo, 2:11-12)

Mosè disse: «Così dice il SIGNORE: “Verso mezzanotte io passerò in mezzo all’Egitto e ogni primogenito nel paese d’Egitto morirà, dal primogenito del faraone che siede sul suo trono, al primogenito della serva che sta dietro la macina e ad ogni primogenito del bestiame. Vi sarà in tutto il paese d’Egitto un grande lamento, quale non ci fu mai prima, né ci sarà mai più. Ma in mezzo a tutti i figli d’Israele, tanto fra gli uomini quanto fra gli animali, neppure un cane abbaierà”, affinché conosciate la distinzione che il SIGNORE fa tra l’Egitto e Israele.
[...]
A mezzanotte, il SIGNORE colpì tutti i primogeniti nel paese d’Egitto, dal primogenito del faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato che era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame. Il faraone si alzò di notte, egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un grande lamento in Egitto, perché non c’era casa dove non vi fosse un morto.
(morale: meglio essere secondogeniti. P.S. poi ci si chiede come mai in Egitto sono musulmani :-) )

(Esodo, 11:4-31)

«Chi percuote suo padre o sua madre deve essere messo a morte.
Chi maledice suo padre o sua madre dev’essere messo a morte. [...]
Se uno bastona il suo schiavo o la sua schiava fino a farli morire sotto i colpi, il padrone deve essere punito; ma se sopravvivono un giorno o due, non sarà punito, perché sono denaro suo.
[...] darai vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede,  scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per contusione.
(morale: dopo 3000 anni non è il caso di prendere come esempio morale qualche altro libro?)

(Esodo, 21)

Non lascerai vivere la strega.
Chi si accoppia con una bestia dovrà essere messo a morte.
Chi offre sacrifici ad altri dèi, anziché solo al SIGNORE, sarà sterminato come anatema.
(morale: che Dio misericordioso!)

(Esodo, 22)

Immolerai il giovenco davanti al Signore, all’ingresso della tenda del convegno. Prenderai parte del suo sangue e con il dito lo spalmerai sui corni dell’altare. Il resto del sangue lo verserai alla base dell’altare. Prenderai tutto il grasso che avvolge le viscere, il lobo del fegato, i reni con il grasso che vi è sopra, e li farai ardere in sacrificio sull’altare. Ma la carne del giovenco, la sua pelle e i suoi escrementi, li brucerai fuori del campo, perché si tratta di un sacrificio per il peccato. Prenderai poi uno degli arieti; Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa. Immolerai l’ariete, ne raccoglierai il sangue e lo spargerai intorno all’altare. Poi farai a pezzi l’ariete, ne laverai le viscere e le zampe e le disporrai sui quarti e sulla testa. Allora brucerai in soave odore sull’altare tutto l’ariete. È un olocausto in onore del Signore, un profumo gradito, una offerta consumata dal fuoco per il Signore. Poi prenderai il secondo ariete; Aronne e i suoi figli poseranno le mani sulla sua testa. Lo immolerai, prenderai parte del suo sangue e ne porrai sul lobo dell’orecchio destro di Aronne, sul lobo dell’orecchio destro dei suoi figli, sul pollice della loro mano destra e sull’alluce del loro piede destro; poi spargerai il sangue intorno all’altare. Prenderai di questo sangue dall’altare e insieme un po’ d’olio dell’unzione e ne spruzzerai Aronne e le sue vesti, i figli di Aronne e le loro vesti: così sarà consacrato lui con le sue vesti e insieme con lui i suoi figli con le loro vesti.
Poi prenderai il grasso dell’ariete: la coda, il grasso che copre le viscere, il lobo del fegato, i due reni con il grasso che vi è sopra, e la coscia destra, perché è l’ariete dell’investitura.
(morale: prendete appunti mi raccomando che quando si deve immolare qualcosa a Dio bisogna farlo per bene)

(Esodo, 29)

Osserverete dunque il sabato perché è un giorno santo per voi. Chiunque lo profanerà sarà messo a morte. Chiunque farà in esso qualche lavoro sarà eliminato dal suo popolo. Si lavorerà sei giorni; ma il settimo giorno è un sabato di solenne riposo, sacro al SIGNORE; chiunque farà qualche lavoro nel giorno del sabato dovrà essere messo a morte.
(morale: se seguissimo questo libro saremmo tutti morti)

(Esodo, 31)

(siamo dopo la consegna delle tavole dei 10 comandamenti, quando Mosè trova il popolo in adorazione di un Vitello d’oro)
Quando Mosè vide che il popolo era senza freno e che Aaronne lo aveva lasciato sfrenarsi esponendolo all’obbrobrio dei suoi nemici, si fermò all’ingresso dell’accampamento, e disse: «Chiunque è per il SIGNORE, venga a me!» E tutti i figli di Levi si radunarono presso di lui. Ed egli disse loro: «Così dice il SIGNORE, il Dio d’Israele: “Ognuno di voi si metta la spada al fianco; percorrete l’accampamento da una porta all’altra di esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino!”». I figli di Levi eseguirono l’ordine di Mosè, e in quel giorno caddero circa tremila uomini. Poi Mosè disse: «Consacratevi oggi al SIGNORE, ciascuno a prezzo del proprio figlio e del proprio fratello, e il SIGNORE vi conceda oggi una benedizione».
(morale: pare che i vitelli d’oro non siano molto apprezzati da Dio. Fate attenzione!)

(Esodo, 32: 25-29)

La Divina Tragedia: atto secondo.

"Ciascuno uccida il fratello, ciascuno l'amico, ciascuno il vicino!" Ognuno ha le citazioni che si merita.

Mosè convocò tutta la comunità dei figli d’Israele e disse loro: «Queste sono le cose che il SIGNORE ha ordinato di fare. Sei giorni si dovrà lavorare, ma il settimo giorno sarà per voi un giorno santo, un sabato di solenne riposo, consacrato al SIGNORE. Chiunque farà qualche lavoro in esso sarà messo a morte. Non accenderete il fuoco in nessuna delle vostre abitazioni il giorno del sabato».
(morale: eh, abbiamo capito, non è che ce lo devi ripetere ogni 3 righe…)

(Esodo, 35: 1-3)

Torna alla parte 1: la Genesi

“Queste sono solo metafore”, direte voi… ah sì?
E chi decide cos’è una metafora e cosa non lo è? Dipende da come ci si sveglia al mattino?

E comunque che razza di metafore sarebbero queste? Che insegnamenti traiamo dall’offrire le figlie per uno stupro?

Non sarebbe ora di prendere l’Antico Testamento per quello che è, un libro antico che propone un Dio vendicativo, crudele, iroso e di cui avere paura, una visione religiosa inaccettabile per una qualsiasi società appena un po’ più evoluta di quella retrograda di oltre 2000 anni fa?

A breve in arrivo altri capitoli di questa avvincente Tragedia!



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