La Domus Aurea apre al pubblico con un blog

Molto spesso abbiamo criticato, a volte con facilità, l'operato dello Stato e delle Soprintendenze nella gestione della comunicazione e del rapporto con il pubblico. A volte ci sono delle piccole eccellenze che vanno raccontate dando il giusto risalto, come è giusto che sia. La Domus Aurea, la villa dell'imperatore Nerone del I secolo nella valle del Colosseo, è chiusa al pubblico da anni a causa delle difficili condizioni di conservazione, che hanno visto crollare parte del complesso che è quasi integralmente sotterraneo, sotto il parco del Colle Oppio
Fedora Filippi, direttrice del monumento dal 2009 e responsabile di Trastevere e del settore ovest di Campo Marzio, ha deciso - in concomitanza con l'avvio dei nuovi lavori di restauro - di aprire un blog sulla Domus Aurea. Un blog vero: realizzato con Wordpress, aperto ai commenti, aggiornato quotidianamente e ricco di informazioni. C'è una pianta dettagliata con l'avanzamento dei lavori, uno schema al centesimo dei costi e degli stanziamenti pubblici, nonché aggiornamenti continui sulle fasi e gli aspetti diversi del progetto. Si è scelto di porre l'attenzione anche sulla trasparenza amministrativa, con un lungo elenco di società coinvolte, collaborazioni esterne, responsabili di ogni settore
Dopo quasi sei anni il Governo ha concluso il commissariamento - che non aveva portato a grossi risultatievidentemente - e la gestione del monumento è tornata alla Soprintendenza. L'apertura del blog cerca quindi di avvicinare nuovamente il pubblico anche con la divulgazione scientifica, purtroppo assente sui social network (ma è possibile seguire i lavori con i feed RSS e c'è una pagina per le FAQ). Va notato che i contenuti del blog sono rilasciati con licenza Creative Commons, ossia come open data. Al blog è stata dedicata anche una puntata di Smart Cities (qui scaricabile in mp3), il programma di Radio 24 che ogni giorni racconta l'innovazione tecnologica. Un'iniziativa più che lodevole e decisamente inaspettata che lascia ben sperare sulla comunicazione dei beni culturali italiani - anche di quelli sfortunatamente chiusi al pubblico per esigenze tecniche - e sull'utilizzo degli strumenti che il web mette a disposizione. Come ribadisce lo stesso blog "senza oneri per la Pubblica Amministrazione"