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La dualita' e' umana importante e' lo scopo, gurdjieff

Da Marta Saponaro

LA DUALITA' E' UMANA IMPORTANTE E' LO SCOPO, GURDJIEFF
Ultimamente sono giunta a pensare che effettivamente la dualità non esiste in natura perché è tutto uno siamo noi esseri umani a vivere e sentire i due lati della stessa medaglia Ci hanno educato per secoli alla dualità, bene e male, buono e cattivo, piacere e dispiacere, amore e odio, bianco e nero felicità e tristezza.
Fino a quando non superiamo questa divisione non riusciremo a vivere serenamente perché non vedremo mai, non vivremo mai l'interezza del cosmo, l'interezza della creazione del motore primo.
La dualità è anche dentro di noi , è nel rapporto con i nostri simili è la base della vita umana.
Gurdjieff scriveva a tal proposito:
"Le stesse cose appaiono oneste o disoneste, secondo il motivo o il modo con cui sono fatte. Tutto sarà onesto, se ci siamo consacrati all'onestà, considerata insieme a tutto ciò che, come bene unico per gli uomini, abbia attinenza con essa. 
Non bisogna vedere se esiste una aspetto o l'altro, perché in realtà non c'è è uno, è importante lo scopo, così continua questo grande filosofo:
 Il resto, se pure é bene, é certamente effimero. Urgono convinzioni profonde circa la totalità della nostra vita; ed io le chiamo principi. Pensieri nostri e azioni nostre, cioè praticamente tutta la nostra vita, si dirigeranno secondo queste convinzioni. L'ordine nei dettagli è secondario, per chi voglia ordinato il tutto. M. Bruto si diffonde, nel libro dei DOVERI, in insegnamenti per i genitori, i figli, i fratelli; ma nessuno li praticherà, se tutto ciò non abbia una vera finalità. Ci vuole, quindi, la meta di un supremo bene, al quale mirare e al quale, con zelo, dirigere le nostre azioni e conversazioni; come, per i naviganti, ci vuole una stella direttrice della navigazione. La vita senza uno scopo è vagabondaggio”. (SENECA : Epistulae) LO SCOPO COMMENTARI NICOL
Traduzione dallo spagnolo di claudiobuffa Autore Dr. Maurice Nicoll
COMMENTARI PSICOLOGICI SULL’INSEGNAMENTO DI GURDJIEFF E OUSPENSKY
Birdlip, 26 ottobre, 1942 Cap. 27a VOLUME I
LO SCOPO PERSONALE PRIMA PARTE
Tutti comprendiamo cosa significa uno scopo nella vita. Ci da una direzione. Senza scopo si assomiglia ad una barca che va alla deriva – non andiamo da nessuna parte. Anche quando non abbiamo nessuno scopo nella vita desideriamo vivere moltissimo come fosse possibile o conservare il nostro denaro, i nostri agi, ecc. Questo è una specie di scopo ma molto misero. Non ci porta ad alcun posto e ci mantiene afferrati solo a ciò che si possiede. Però possiamo desiderare anche un impiego definito o di passare un esame, e allora nella vita abbiamo uno scopo e una direzione definita. Vediamo anche che è necessario fare dei sacrifici – scartare tutto ciò che è inutile e concentrarsi su ciò che è utile per compiere questi scopi nella vita.
Il nostro scopo nel Lavoro in alcuni punti è simile allo scopo nella vita. Si può paragonarli fino ad un certo punto, ma in realtà lo scopo nel Lavoro non è esattamente lo stesso, perché è uno scopo in una direzione diversa dalla vita, ed in un certo modo va contro la vita.
Questa sera ci riferiremo allo Scopo Personale, nel senso del Lavoro, sull’Essere.
La definizione più generale di ciò che significa lo scopo nel senso del Lavoro è che è necessario ascoltare ciò che il Lavoro insegna e fare ciò che dice.
Lo scopo nel Lavoro è sempre connesso con l’atto del ricordo di se. Ciò è dovuto al fatto che nello stato del ricordo di se un uomo può essere aiutato, aiuto che non può giungergli nello stato ordinario di coscienza. Certe influenze nell’Universo possono penetrare solo fino al terzo stato di coscienza, dove un uomo è cosciente per se o cosciente di se. Se allo stesso tempo che ricorda di se stesso ricorda il suo scopo, può ricevere aiuto. Per esempio, gli è possibile comprendere meglio lo scopo che ha in vista.
Uno scopo può anche essere generale, o contenere una contraddizione interiore, o essere molto difficile, o essere chissà quanto complicato e richiedere di essere diviso in parti più piccole; o può mancare d’ogni senso. Nel proporsi qualcosa in generale la gente cerca di correre prima di saper camminare.
In relazione con il Lavoro sull’Essere, il primo scopo in questo Lavoro è la conoscenza di se – la Conoscenza del proprio Essere -. Questo si applica a tutti gli uomini. La Conoscenza del Lavoro è una cosa; la conoscenza di se è un’altra. Senza conoscenza di se non è possibile proporsi nulla per se stesso. La vera conoscenza di se è separata dall’idee ed illusioni immaginarie su se stesso perché può provenire solo da una diretta e prolungata osservazione personale dei differenti lati di se stesso. È questo il motivo per cui il Lavoro comincia con l’osservazione di se. È necessario che si osservi come agisce, come parla, e che cosa sta in noi, in questa cosa chiamata “noi stessi” che diamo per scontata. Questo Lavoro dà accurate istruzioni su ciò che si deve osservare; queste istruzioni devono essere seguite non per se stessi ma per il posto cui possono condurci. Sono un mezzo, non un fine; ci dicono che cosa ci mantiene addormentati. Tutte le cose che dice di non fare e le poche cose che dice di fare, nel Lavoro, sono relazionate con l’idea che l’Uomo può svegliarsi dal sonno e porsi sotto influenze migliori. Questo è il grande scopo del Lavoro. È necessario non dimenticarlo mai perché lo scopo personale deve concordare con lo scopo totale del Lavoro, che è lo svegliare. Deve seguire la stessa direzione e non un’altra o una direzione opposta, perché in questo modo apparirebbe una contraddizione. Se si sta studiando un sistema sullo svegliarsi dal sonno, non si può avere uno scopo personale che ci porti a dormire più profondamente che mai.
Solo dopo aver acquistato una vera conoscenza di se mediante l’osservazione diretta alla luce delle istruzioni del Lavoro si comincia a adempiere lo scopo personale. Con lo scopo di lavorare sull’Essere, è necessario scoprire qualcosa in lui che ci permetta di lavorare. Non si può lavorare sul nulla. All’inizio tutto è nell’oscurità e non si può discernere nulla in se stessi. L’osservazione di se cosciente ed obiettiva lascia entrare un raggio di luce e così si comincia a vedere confusamente le cose. Questa luce, creata dall’attrito dell’osservazione di se, in seguito alla pratica diventerà gradualmente più intensa fino a permettervi di vedere chiaramente e fuori da ogni dubbio qualcosa che è in voi. Probabilmente vi sorprenderà. Se è così, state già in una posizione che vi permette di avere uno scopo personale – per conoscenza, lavorare contro questa cosa che abbiamo scoperto in noi stessi -. Supponiamo che è qualche emozione negativa, qualche cattiva volontà realmente dannosa. Prima vi eravate identificati con essa e così voi eravate essa ed essa era voi. Per anni eravamo sotto il suo potere. Ora il vostro scopo è quello di separare internamente voi stessi da quest’emozione, e non toccarla internamente, per così dire, più di quello che é necessario. Questo è uno scopo personale nell’aspetto del Lavoro sull’Essere. Ma la maggior parte della gente è soddisfatta con se stessa, quantunque non lo sia nelle proprie situazioni. Per questo quando gli si dice che devono lavorare sul proprio Essere, o non capiscono ciò che significa o non vedono perché dovrebbero farlo. Orbene, se un uomo nel Lavoro è capace di osservarsi sinceramente, non può essere soddisfatto di se stesso per molto tempo alla luce del Lavoro. Dal punto di vista della vita può darsi che un uomo non veda alcuna ragione per lavorare su se stesso. Ma il punto di vista del Lavoro differisce dal punto di vista della vita. Il Lavoro si riferisce al risveglio, mentre la vita induce l’Uomo a dormire e cerca d’impedire che si svegli e gli fa fare cose affinché seguiti a dormire.
Per questo è necessario distinguere tra la vita ed il Lavoro. Può darsi che non ci sia alcuna ragione per fare qualcosa nella vita, ma sono molte le ragioni perché non le debba fare nel Lavoro. A meno di fare questo distinguo, il significato dello scopo nel Lavoro lo sconcerterà. Per esempio, nella vita può avere antipatia per tutti se desidera così, e odiare la gente e diffamarla e godere delle proprie emozioni negative. Ma nel Lavoro non lo può fare perché è un modo per distruggere se stesso internamente – sta semplicemente avvelenando se stesso -. Se sta in questo Lavoro sta sotto più leggi delle persone comuni. Questo vuole dire che è necessario fare cose addizionali. Deve lavorare. Ma le leggi sotto cui si pone lo porteranno alla sua evoluzione interiore e possono arrivare a liberarlo dalle leggi della terra.
Nel Lavoro a molte persone è difficile capire ciò che significa lo scopo personale, in cosa consiste il lavoro sul lato del suo Essere – cioè, sul tipo di persone che sono meccaniche -. Questa è una tappa definita (precisa) nel Lavoro. Non arrivano a vedere le cose che devono lavorare in se stessi. Una delle ragioni è che non applicano le idee del Lavoro a se stessi e non cercano di fare ciò che il Lavoro gli dice di fare. Non osservano se stessi da quest’angolo. L’essere soddisfatti con se stessi nella vita, non vedere il posto, per così dire, dove il Lavoro su di se inizia. Non valutano se stessi a causa di ciò che il lavoro dice, ma anche alle regole di vita. Ma le regole del Lavoro sono completamente diverse dalle regole di vita. Si può avere ragione nella vita ma sbagliarsi completamente nel Lavoro. Per questo è necessario capire che il Lavoro è una nuova forma di pensare. È una nuova norma, una cosa nuova da tutti i punti di vista, e con essa si comincia a valorizzare se stessi ad una luce completamente diversa – non alla luce della vita esterna ma alla luce del Lavoro -. Ciò che il Lavoro si propone é fare che si pensi differentemente – che cambi la nostra mente, che cambi il nostro modo di pensare, in modo di cominciare ad esaminare se stessi in un modo nuovo -. (Questo è metanoia). Immaginiamo un gruppo di scimmie. Tal volta sono scimmie molto buone e molto soddisfatte di se. Però se desiderano arrivare ad essere esseri umani responsabili, è necessario che adottino un nuovo modo di pensare, un nuovo concetto di ciò che desiderano essere. E, dal punto di vista dell’umanità cosciente – cioè, degli uomini completamente sviluppati che sono giunti al livello dell’Intelligenza Divina del Sole e le sue leggi – noi siamo solo scimmie e in realtà senza nessun’importanza. Non siamo nulla ma un esperimento nell’evoluzione di se. 

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