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La famiglia giapponese: kyoudai (fratelli e sorelle)

Creato il 12 gennaio 2012 da Shoras @kinjoanime

Kyoudai, minami-ke, fratelli sorelle

Negli articoli precedenti abbiamo parlato del significato di senpai e dell’uso dei suffissi, tenendo presente il grado di intimità che c’è tra i due interlocutori, ma per completare veramente il discorso dobbiamo anche parlare di come ci si rivolge alle persone all’interno del nucleo familiare. In questo articolo parleremo dei kyōdai (兄弟) cioè dei fratelli e delle sorelle.

Per non fare confusione tratterò singolarmente i vari componenti.

Fratello maggiore (ani, 兄)

kyoudai, ani, full metal alchemist

Il fratello maggiore viene indicato con la parola ani (兄), ma difficilmente sentirete questa parola, a meno che qualcuno stia parlando del fratello maggiore ad un’altra persona, e anche in questo caso si preferisce usare altre parole che adesso andremo a vedere, sono comunque tutte derivate da essa (hanno il kanji 兄 al loro interno).

oniisan (お兄さん): è sicuramente il modo più diffuso per indicare il fratello maggiore, in qualsiasi grammatica troverete scritto che serve per indicare il fratello di qualcun altro, ma viene usato anche dai fratelli e sorelle minori per parlare dei loro fratelli maggiori. Viene anche usato dai bambini per rivolgersi ai ragazzi più grandi di loro che non conoscono.

niisan (兄さん): come vedete, è identico al precedente senza la presenza della “o”, questa “o” viene detta o onorifica. Se oniisan viene usato dagli estranei per parlare dei nostri fratelli, questo è usato quasi esclusivamente dai fratelli e sorelle minori per parlare con il loro fratello maggiore, è a tutti gli effetti un pronome, cioè sostituisce del tutto il nome. È il modo classico con cui si rivolgono i fratelli minori al loro fratello maggiore.

niichan (兄ちゃん): è praticamente identico a niisan, ma è un po’ più affettuoso e più confidenziale del precedente.

aniki (兄貴): è un modo piuttosto rude con cui rivolgersi al proprio fratello, spesso usato da ragazzi rudi o da ragazze poco delicate per parlare o rivolgersi ai loro fratelli maggiori. Questo vocabolo ha anche un uso particolare all’interno di bande organizzate, dove l’aniki è il capo o comunque un superiore, molto diffuso quindi tra gli yakuza (mafia giapponese), in questo caso però ha una certa forma di rispetto per il superiore e non ha connotati dispregiativi.

oniisama (お兄様): esiste anche la versione senza la o, sono pressoché identici. Il loro significato è evidente se avete letto l’articolo sui suffissi, essi vengono usate all’interno di famiglie altolocate (aristocratiche o ricche), ma per il resto sono quasi identici ad oniisan e niisan, ovviamente si dimostra molto rispetto nei confronti del loro fratello, usando questa forma.

aniue (兄上): questo è un termine ormai arcaico, lo si sente solo in anime o manga di ambientazione storica, usato all’interno di famiglie aristocratiche e imperiali. Nel giapponese moderno è praticamente caduto in disuso, tranne forse all’interno della famiglia imperiale, ma sinceramente non lo so con certezza.

Fratello minore (otōto, 弟)

kyodai, kazuma, ayumu, hoshino, hoshizora e kakaru hashi

I fratelli e sorelle maggiori si rivolgono nei confronti dei loro fratelli minori chiamandoli direttamente per nome, non esistono suffissi o nomi appositi per chiamarli. Se qualcuno vuole parlare dei propri fratelli minori con gli altri li chiamerà direttamente otōto (弟).

Sorella maggiore (ane, 姉)

kyodai, ane

Come per il fratello maggiore, la parola ane (姉) che significa sorella maggiore, non viene usato quasi mai nei dialoghi di ogni giorno, quindi difficilmente la sentirete all’interno di un anime. Anche in questo caso vi sono parole più diffuse che comunque contengono 姉.

oneesan (お姉さん): Qui il discorso è molto simile a quello di oniisan, solo che ovviamente ci riferiamo alla sorella maggiore. Quando un bambino si rivolge a una ragazza estranea, la chiama usando la parola oneesan, inoltre è anche usata a volte per rivolgersi a cugine più grandi, o a volte anche a amiche di infanzia che però sono più grandi di noi. Vorrei portarvi mille esempi in cui potreste riscontrare questa cosa voi stessi, ma purtroppo la mia memoria non mi aiuta e quindi non ne ricordo nemmeno uno, ma fidatevi.

neesan (姉さん): Il discorso è praticamente parallelo a niisan. C’è da aggiungere solo una piccola curiosità, con la parola neesan si usa indicare anche colei che gestisce un ryokan (旅館), l’albergo in stile giapponese, solo che il kanji in questo caso è un altro (姐さん). Potete trovare quest’uso particolare nell’anime Hoshizora e Kakaru Hashi.

kyoudai, neesan ryokan, hoshizora e kakaru hashi

neechan (姉ちゃん): come neesan ma usato o dai bambini o da chi vuole dimostrare più affetto. Attenzione però, visto l’uso di chan la sorella maggiore potrebbe non gradire questo modo di rivolgersi a lei.

aneki (姉貴): a dire il vero non conoscevo questo modo di chiamare la sorella maggiore fino a quando non ho letto Hōzuki-san chi no aneki, dove appunto il protagonista si rivolge a sua sorella usando la parola aneki. Il suo uso è identico ad aniki, quindi è un modo piuttosto rude di rivolgersi alla propria sorella. Non ho prove che anche aneki sia usato tra gli yakuza per rivolgersi alle donne o sorelle dei boss, comunque è facile presumere che sia così.

kyoudai, hozuki san chi no aneki

oneesama (お姉さま): è equivalente ad oniisama, ma in questo caso è ovviamente riferito alla sorella maggiore.

aneue (姉上): stesso discorso fatto per aniue.

Sorella minore (imōto, 妹)

kyoudai, kirino, oreimo

Come per il fratello minore, anche alle sorelle minori ci si rivolge usando il nome direttamente, la parola imōto (妹) viene usata principalmente per parlare della propria sorella con gli altri. Ho notato che a volte se la sorellina è molto piccola si ha l’abitudine di aggiungere al nome anche il suffisso chan, per aggiungere un po’ di carineria, è un uso comunque molto raro e solo in casi in cui la differenza tra i due è molto grande.

Per finire

Come ho già anticipato, per indicare i fratelli e sorelle in generale, si usa la parola kyōdai, con questa parola vengono inclusi sia i fratelli che le sorelle (maggiori e minori), se invece si hanno solo sorelle allora si può usare la parola shimai (姉妹).

Mentre la parola kyōdai è unica, i modi si scriverla possono essere diversi e dipendono dai componenti della famiglia:

  • 兄弟: ci sono dei fratelli maggiori e dei fratelli minori (ha un uso anche generale oltre che questo specifico)
  • 兄妹: ci sono dei fratelli maggiori e delle sorelle minori
  • 姉弟: ci sono delle sorelle maggiori e dei fratelli minori
  • 姉妹: ci sono delle sorelle maggiori e delle sorelle minori (si può leggere anche shimai)

Per i gemelli esiste la parola futago (双子), ma viene definito uno dei due come fratello (o sorella) maggiore (suppongo a seconda di chi nasce prima) e si usano le parole dette sopra, ad esempio Yūki di Kimi To Boku chiama niisan suo fratello gemello Yūta.

kyoudai, kimi to boku, yuuta, yuuki

Infine voglio precisare che l’uso di queste parole rientra sempre nelle forme di rispetto, ecco perché in certi casi potrebbero non essere usati, ad esempio in Oreimo Kirino non usa mai alcuna di queste parole per rivolgersi a Kyōsuke (si rivolge a lui usando il pronome anta, che significa tu), ma verso la fine quando comincia ad avere più rispetto per suo fratello e quindi a volte lo chiama o aniki o niisan.

kyoudai, kyousuke, kirino, oreimo

Con questo penso di aver detto tutto, la prossima volta vedremo il resto della famiglia.


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