Magazine Cinema

La famiglia Passaguai

Creato il 04 dicembre 2010 da Robydick
La famiglia Passaguai1951, Aldo Fabrizi.
Fabrizi lavora a Roma come impiegato per un energico imprenditore milanese interpretato da Tino Scotti (famosissima la battuta: "sono di Milano, provincia di Sesto San Giovanni"), ditta che commercia verdure.
La ditta per quanto piccola condensa tutta la "fauna" tipica: Fabrizi e Peppino de Filippo sono 2 impiegati di concetto, il primo con famiglia, il secondo scapolo attempato. C'è Giovanna Ralli che fa la segretaria civettuola insediata dal capo Scotti, ma anche da Peppino. Un ufficio con 3 zitellacce moraliste e pettegole. Non manca nulla.
Dopo l'incipit aziendale il film narrerà di una giornata al mare, dai preparativi culinari mattutini alla spiaggia, della famiglia di Fabrizi, dove si ritroveranno Tutti i componenti dell'azienda (è un lido convenzionato, a Fiumicino), e pure altri tipi "da spiaggia".
Ho chiamato i personaggi coi nomi degli attori, m'è venuto così.
A distanza di anni un film che mantiene ancora una carica esplosiva di comicità incredibile. La storia, a partire dalla frittura di verdure e fettine della mattina per il pranzo al mare, è un susseguirsi di imprevisti, guai appunto, che non avranno mai soluzione, guai che si sommano ai guai, una roba infinita. Ho letto che ai tempi fu un film di una modernità assoluta (primo e forse ultima espressione di Slapstick italiana) e mi sento di confermarlo, anche se ancora non ero nemmeno nato, per il solo fatto che alcuni espedienti comici sono tutt'ora utilizzatissimi. Ave Ninchi ad esempio, molto più che una spalla di Fabrizi nella parte della moglie, è un personaggio mostruoso, impossibile dialogarci, come la fai e la dici la sbagli di sicuro. Carlo delle Piane, il figlio che vuole essere pagato per ogni minimo incarico. Il tormentone dell'anguria è storico. Il tipo spaccaballe che Fabrizi incontra appena arriva e lo tempesta di domande inopportune nei momenti di maggior nervosismo (avete presente gli sketch di Ale e Franz sulla panchina?). Gag alle cabine, coi numeri che cambiano, presunti furti... casini di ogni tipo, con battute sia verbali che gestuali, stile comiche anni 20. Uno spasso che non dà tregua né ne darà ai personaggi, saranno guai sempre peggiori fino all'ultimo frame.
Non esagero se lo metto tra i miei Cult, ve lo garantisco.
Assolutamente da mettere in carnet, di quei film che si possono vedere N-volte senza timore d'annoiarsi.
p.s.:
la sola locandina "originale" che ho trovato è quella in lingua spagnola... poco male, è la prova provata che il film fu apprezzato anche fuori dai patri confini, e giustamente.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :