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LA FATA FATUA di Claudio Roncarati

Creato il 23 giugno 2011 da Viadellebelledonne

 LA FATA FATUA di Claudio Roncarati

Nota introduttiva di Lucetta Frisa a “La Fata Fatua”- di Claudio Roncarati,opera vincitrice della prima edizione del premio di poesia “Franco Fortini 2010”

Il mondo poetico di Claudio Roncarati prende avvio, pretesto e forma,dal suo vissuto autobiografico: infatti, di professione è psichiatra e psicoterapeuta. Questo è il suo secondo libro di versi, appena successivo al Manuale di psichiatria poetica, pubblicato nel 2010 con le edizioni Alpes. Roberto Pani lo definisce come “un testo post moderno (…) eclettico, ironico, che fa ricorso al collage partendo dall’assunto che la complessità del reale non può essere descritta da un unico discorso conoscitivo».

In La fata fatua e lo psichiatra l’autore ripropone questa stessa tematica e prosegue il suo discorso poetico, differenziato in nuove sezioni: infatti, alle prime due, Psichiatria poetica e Poesia applicata, ne aggiunge altre quattro, Rimando in Romagna, Citazioni, Carpe diem e Marcondirodirondello.

I titoli rimandano in modo evidente alle intenzioni ludiche del poeta, il cui libro, giocato su un tono di stravagante leggerezza, sembra volerci diversamente interrogare sottoponendoci a una scommessa: si possono dire verità sgradevoli o addirittura dolorose attraverso un linguaggio che si sottrae alla pensosa serietà dei “poeti laureati”.? Si può usare la leggerezza di accento per disinnescare i campi minati della poesia “seria”? E con quale risultato? La scommessa, in questo senso, sembra vinta.

L’incipit delle due prime poesie definisce in modo scanzonato e divertente le figure dello psichiatra e del folle, togliendo ogni aura sacrale sia all’una che all’altra. Stessa sorte tocca però al poeta, che ne parla. Anche lui non può fare a meno di sottomettersi alla stessa perte d’auréole di baudelairiana memoria.

Come in Psichiatri:

Altri dispiegano carte e mappe

tracciano rotte per le loro flotte

che salperanno con i venti in poppa,

verso nuove scoperte, alla conquista!

Noi siamo quelli dentro le scialuppe

incerte, zuppi, navighiamo a vista.

Altri procedono con schiene dritte

tra le certezze delle scienze esatte.

Noi, invece, ci incurvano i ricatti

di chi ci vuole guardiani dei matti.

E in Schizofrenia cronica:

Puntuale faccio un’iniezione

al Centro di Salute Mentale,

delle voci feroci nella testa

resta qualche allucinazione

mite che mi tiene compagnia.

Toglietemi l’angoscia e così sia.

Vivo solo in un monolocale,

la follia vale una pensione

di circa trecento euro al mese,

sono vivo non ho altre pretese.

L’occhio “clinico” di Roncarati è acuto, quasi spietato: è l’occhio di un poeta che si aggira tra satira e humour (e le loro sfumature intermedie). Con versi brevi, la musicalità sbeffeggiante



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