Magazine Diario personale

.la festa della liberazione.

Da Madhouse @serenamadhouse
ammetto che sono in una fase un po' sterile dal punto di vista letterario, sarà che la mia creatività si è spostata su altri versanti; sarà l'urgenza della vita che, diciamocelo è prima di tutto mangiare, anche nella vita bohemienne (mio malgrado) che conduco il cibo ha una grande importanza: noi siamo quello che mangiamo (e beviamo e quindi spero tanto di essere fatta soprattutto di acqua, che per lo meno come elemento è innocuo, almeno finchè non ti sommerge e si sostituisce all'aria nel respiro)... e poi c'è l'esistenza pura e semplice che a volte porta (o porterebbe)al cinismo...sarà anche che con l'avvento di internet l'era delle autoproduzioni cartacee si è dissolta nel nulla (e a me l'editoria ufficiale non attira , se non da lettrice, oltre al fatto che conosco bene i miei limiti)...un mondo underground di fanzinari e scrittori capaci di autogestirsi (oltre che autoprodursi) è andato ad infrangersi e disperdersi contro una scogliera virtuale (e per un certo verso sono anche contenta che sia successo poichè per me è stato anche una liberazione)...sono dell'opinione che chi non sa distruggere non sa nemmeno creare(e lo sosteneva anche una delle mie muse dark preferite: l'Imperatrice Sissi)ma resta il fatto che viviamo in tempi in cui la creatività sembra imperare ma poi, se guardi bene, ti rendi conto che non ci sono mai stati tempi più crudi e secchi e poveri  di questi...viviamo in un epoca in cui ormai domina il consumismo e l'imperialismo, l'immediato più della speranza, ed entrambi (consumismo e imperialismo)  sono in abbondante disfacimento fisico e morale, oddio...questo per me dovrebbe essere molto stimolante ma... non mi si è ancora accesa la lampadina giusta, forse si accenderà domani, forse tra molti anni(e allora sarà inutile), forse mai. anche l'incertezza possiede i suoi perchè. E' rassicurante a suo modo, molto più della speranza che ti riempe lo stomaco di vibranti farfalle che poi troppo spesso si trasformano in dolori acuti, e poi...più niente.Ecco... UFFA.per la verità ho due progetti paralleli e da un po' di anni. che lumaca svogliata che sono diventata.dovrei prendermi un po' di tempo, anzi dovrei sottrarre un po' di tempo al blogging, però siete delle vere sirene tentatrici voi, mie care blogger (ma amiche soprattutto!!!) e vi adoro anche per questo... e poi troppo facile spiegarla così...anzi mi regalate prospettive diverse anche di me stessa, oltre che della vita e delle cose che ci piacciono.io devo darmi una mossa ora.vi saluto in questa giornata che per me sarà un po' storta ma, da pisana,  so bene come le cose storte a volte sono anche belle, tanto.*******mad .la festa della liberazione.
IL SOTTO_POST
La festa della liberazione
Da questa voglia di serenità
E da quelli ubriachi di belle parole
Da quegli sbronzi d’autorità
Come mio nonno minatore di verbi
E congiuntivi di nessuna utilità
Di rispetto per se stessi e per gli altri
Praticamente l’infelicità.
E questi bambini pimpanti codardi che hanno già perso la verginità
L’imene rotto della meraviglia, nessuna scintilla, una sega a metà.
La festa della liberazione
Ce ne son molti di cui mi libererei
A cominciare da quelli di famiglia
Dai tarli che mi han regalato i miei
Dalla voglia di cascare sempre in piedi
Dalla tua scuola, dall’università.
Che ti ha insegnato soltanto ad imparare per imparare e adesso che si fa?
E mia sorella, rizza cazzi per scelta un piercing sull’ombelico e sei una celebrità.
In questo paesino di grandi depressi
Pochi squallidi amplessi, la mediocrità.
La festa della liberazione
Da tutti gli atei compreso il sottoscritto
Io prego molto, ma molto di più
Di chi si inginocchia e prega il soffitto.
E passo ore, giorni, mesi a pensare
Le stelle non guardarle mai
Ho paura di vederlo spuntare, sorride e dice: Appino, che cazzo fai?
E la marcia nuziale di tutti,
E l’aereo che passa e lascia una scia
Che divide il cielo da quelli buoni e da quelli che han bisogno della polizia.
La festa della liberazione
Da questo talento di perdonarmi tutto
E perdono gli altri solo s’è comodo a me.
Dio, quante balle che mi son detto e che ho detto a tutti quanti voi.
Invitati a casa mia e poi lasciati fuori
E mia sorella piange di nascosto
La sua ragazza le ha detto: Muori!
E tutti i maschi del paese sono in tiro
nell’attesa si picchiano per toccarsi un po’.
Quant’è brutta tutta questa campagna, la gente si lagna e nemmeno un falò.
Mentre al centro han rubato il senso, centrare un bersaglio è quello che vorrei
Come mio padre 34 anni fa
Una vita ad allontanarlo e diventare come lui.

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