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La fine del pd più veloce del previsto

Creato il 09 marzo 2013 da Goodmorningumbria @goodmrnngumbria

bindi e bersanidi Arnaldo Ferrari Nasi

Leggo con sconcerto sulla stampa della possibilità che sia Rosy Bindi a sostituire un dimissionario Bersani nel mandato esplorativo per la costituzione del nuovo governo. Lo sconcerto è dovuto al contenuto dell’iniziativa. Come può un partito politico capace di esprimere proposte del genere in un momento del genere pensare di ottenere qualcosa di positivo? E’ stato chiaro a tutti da subito che il motivo della sconfitta, anzi non-vittoria, del PD alle elezioni è stato quello di essere stato percepito come legato alla vecchia politica, cioè alla Casta, esattamente come gli altri. Non che il PD non sia un grande buyer di sondaggi, per cui avrà certamente i suoi, ma è sufficiente dare un occhio a quanto già pubblicato per rendersi di quanto l’idea sia inopportuna ed inopinata. Un nostro sondaggio, uscito su Libero prima della fine dell’anno, ci diceva come l’80% per cento degli elettori del PD non volessero più vedere la Rosy nazionale nel nuovo Parlamento che di li a poco si sarebbe dovuto eleggere. Adesso, non solo la Bindi in questo Parlamento c’è entrata, con quello che da più parti viene definito “l’escamotage delle primarie in Calabria” (per lei che è toscana), ma addirittura la si propone come eventuale capo del governo.

In più, tra gli ex elettori del partito, questa voglia di rinnovamento era ancora più sentita. La quota dei “rottamatori” (termine ormai desueto) saliva all’87%. A livello statistico, cosa significa quest’ultimo dato? Significa la presenza della Bindi in Parlamento aumenta la possibilità di abbandono del Partito Democratico da parte dell’elettore. La questione della Casta è stata comune e tutte le forze non grilline l’hanno dovuta affrontare.

Berlusconi per primo, che partiva certo da una posizione più arretrata. I segnali che aveva dato erano stati sicuramente peggiori. Ad esempio con le nomine blindate di personaggi come la Minetti. Eppure, a differenza del PD, quando è iniziata la campagna per il voto, non ha finto ciò che non era. Si è preoccupato di lanciare le giuste parole d’ordine al suo elettorato di riferimento, recuperandolo ed ottenendo i risultati che abbiamo visto.

Il partito di Bersani ha fatto finta di niente. Prima estromettendo Renzi, la vera novità politica che in un sol colpo si sarebbe mangiato metà Grillo e avrebbe evitato la ricandidatura del Cav. Poi trattando gli elettori (anche i suoi) come allocchi: ipotizzando cioè una mezza alleanza con Monti, nello stesso momento in cui Vendola lo trattava come il diavolo, o anticipando agli stessi grillini che subito dopo il voto, avrebbe tentato di “rubare” qualcuno di loro al partito. Qualcuno di loro, che fino a poche settimane prima considerava ancora alla stregua di mentecatti. Ora quest’ultimo fatto con la Bindi. Se continua così, la fine arriva veloce, più veloce del previsto.

 



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