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La Finestra di Johari (*)

Da Hombre @LaLineadHombre
Stavo formandomi al corso post assunzione. Vari colleghi anziani si alternavano come docenti a illustrarci il bi e il ba della nostra nuova azienda.Bon, era già tanto se non dormivo, quando arrivò 'sto tipo che c’illustrò la finestra di Johari attirando immediatamente la mia attenzione (sono impazzito per ritrovarla in gugol, non ricordandomi il nome).Non so per quale motivo e in che contesto didattico si prese la briga di portarci a conoscenza della finestra, né sono in grado di dirvi se mi sia servito a qualcosa, conoscerla, in questi anni, certo è che l’ho tenuta lì, al calduccio tra i miei ricordi cari, e a volte l’ho rispolverata in qualche discussione. Tipo quando avevo da farmi bello.Si tratta di uno strumento capace di rilevare come la personalità viene espressa, osservando quindi il rapporto tra noi e gli altri e aspira a definire le relazioni interpersonali, classificandole in quattro quadranti sviluppati su due dimensioni.
    La Finestra di Johari (*)

  • L’area PUBBLICA (Open) contiene i fatti e le emozioni che volutamente mostriamo, che mettiamo “in piazza” e di cui parliamo in modo disinvolto. Può esprimere sia la nostra forza che le nostre debolezze, ma è quella parte di noi che scegliamo di condividere con gli altri.
  • L’area PRIVATA (Hidden) contiene quegli aspetti che ben conosciamo di noi stessi, ma che teniamo nascosti agli altri.
  • L’area NASCOSTA (Blind) è quella che contiene le cose che gli altri osservano di noi e che ci sono ignote. Di nuovo si può trattare di feedback positivi o negativi e comunque incide sul modo in cui gli altri si relazionano a noi e anche sul livello della nostra disinvoltura in determinate situazioni. (è il pezzettino di di prezzemolo fra i denti!)
  • L’area IGNOTA (Unknown) contiene quegli aspetti totalmente sconosciuti, a noi stessi e agli altri perché è sepolta nel subconscio che si rivela solo in situazioni particolarmente emozionali.
(da  psicolab.net - Nell'immagine siete il cammello - ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale) Essenzialmente sono affascinato dall’esistenza del quarto quadrante. Una zona di me, della mia personalità, buia per me e buia per gli altri.M'intriga perché lascia una speranza di creatività imprevedibile a tutti. Comportamenti, episodi, sfumature caratteriali che adesso, per quanto riguarda il sottoscritto, non sono né da me né da altri minimamente ipotizzabili potrebbero concretamente realizzarsi un giorno, grazie all’esistenza del quarto quadrante della finestra di Johari. Niente ci è precluso.Chissà, magari un domani potrei brandire un'ascia a caccia della mia Wendy, partire alla volta della Repubblica di Marzapane, potrei mettere una firma contro la droga ai chioschetti dei Lautari o scrivere, al fin della fiera, un post decente. (*) Non vi pensate a un fantomatico santone indiano, Johari altro non è che un accrocchio dei nomi di battesimo dei due ricercatori californiani che nel 1955 hanno elaborato la pensata: Joseph Luft e Harry Ingham. 

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