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La fontana di Trevi nella Dolce Vita di Fellini

Creato il 09 maggio 2011 da Witzbalinka

Nonostante l’esistenza documentata di almeno una dozzina di volumi che abbordano direttamente o indirettamente il fenomeno, c’è ancora qualcuno nel mondo che scriva il libro definitivo che traccia la presenza ricorrente della Fontana di Trevi romana (Piazza di Trevi). Forse uno dei quali sia stato più vicino a fissare l’immagine più azzeccata della sua presenza nei sogni, è Federico Fellini in un’indimenticabile scena di La Dolce Vita.

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Lí, dietro una confusa festa, il giornalista Marcello (Marcello Mastroianni) vaga di notte per le strade di Roma seguendo una attrice americana, Silvia, interpretata da Anita Ekberg. La comunicazione tra i due non può basarsi in nessun modo nel linguaggio, perché entrambi conoscono molto dimensionalmente la lingua del reciproco interlocutore. Questo è probabilmente uno degli elementi costitutivi dell’attrazione cieca che Marcello, aspirante a scrittore in guerra con le parole e la sua rappresentazione del mondo, sente per Silvia, perché l’incontro con lei sembra solo poter avere luogo in un piano differente a quello della cultura o i concetti – che Marcello giudica insufficiente e limitato - un piano al quale conducono le confuse strade della notte romana, coi suoi vicoli aperti ad una soglia di pericolo venerabile ed ancestrale aromatizzato di abisso, scossi dalla musica di motori lontani, passi minaccianti, ed il miagolio di un gatto neonato ed esposto violentemente al mondo il quale rappresenta una questione di vita o morte per Silvia: ottenere qualcosa da mangiare, rincorrere qualcosa che non arriva mai ad esprimersi o a prendere forma ma che non può sentirsi se non come una via di accesso ad un altro lato, il lato dove uno incomincia ad apprezzare il gioioso orrore del vuoto sovrabbondante dell’esistenza, simboleggiato ed incarnato dall’esuberante curva delle forme di Ekberg.

Ma anche per i suoi capelli, quest’altra cascata che cade sopra suoi seni una volta dentro la fonte, nella quale invita Marcello a lavarsi, la cui sensazione quando la vedi immersa all’interno di quel magnifico e colossale teatro acquatico barocco di 26 metri di lunghezza e 20 di larghezza progettata da Nicola Salvi nel secolo XVIII. Questa sensazione è quella di chi contempla come un spettacolo molto combattuto con l’aver vissuto un’esperienza e il fatto di spiegare a se stessi il fenomeno stesso della vita.

La scena era stata fissata alcune ore prima, durante il giorno, nella punto più alto di una torre, quando, dopo avere rincorso Silvia perfino con il respiro fuori dalle strette e sinuose scale di uno dei campanili del Vaticano, una raffica inaspettata di vento gli strappa il cappello liberando per la prima volta, in mezzo al fragore multibramante di una tempesta marina di campane e colombe al volo, il mistero acquatico dei suoi capelli.

Paul Oilzum Only-apartments Author
Paul Oilzum

La cosa curiosa è che un’immagine molto conosciuta è documentata nei sogni maschili in relazione alla fonte dalla sua costruzione nel 1762, abbondando nei tesori femminili e alberi gialli coperti dall’acqua. Non mancare a visitarla quando affitti appartamenti a Roma

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Vanessa Rosselli Only-apartments Translator
Tradotto da: Vanessa Rosselli
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