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LA FORMA DORMIENTE – Buon compleanno Ariosto.

Da Met Sambiase @metsambiase

“SE VOI MI DATE ORECCHIO”

L’otto settembre riapre per un giorno il Mauriziano,
a Reggio Emilia,
in onore di Ludovico Ariosto
(Reggio Emilia 8 settembre 1474 – Ferrara 6 luglio 1533).

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(due stralci dalla presentazione )
LA FORMA DORMIENTE

…..
Qui, nei luoghi dell’Ariosto, torna a dimorare la poesia. Si torna nelle sale, a coniugare i due verbi del leggere e dello scrivere in modi passati e futuri ed imperativi, si ritorna alla poesia costante, militante, uno spazio d’ossimoro instabile e stabile costruito sulla scrittura ma ancor di più sulla lettura.

ariosto, mauriziano, il golem femmina, met sambiase, simonetta sambiase

… Stasera la lettura di dodici autori\autrici, ricettori ed emittenti assieme, conciliatori della propria narrazione interiore insieme alla costruzione collettiva della  divulgazione poetica, dodici autori e autrici immersi in lavori di associazioni, blog, contaminazioni di musica e poesia, riviste culturali cartacee o digitali, dove vive il nuovo e il lontano della poesia, il tradotto e il classico, la ricerca e il metro,  segnando in verde (mai in rosso) la costruzione della  cultura sulla via Emilia. In estensione di passaggi critici non logici ma emotivi, la poesia come esistenza\presenza di valori altri, al di là del “vivere modernamente futile” (e perché no?) “a basso costo emozionale” così ben scritto in quel “spegnete il cervello” stampato sulla confezione dei wafer della Nestlè che troviamo oggi e ora nel supermercato, destinato ai “così tanti stressati dalla vita moderna” o peggio ancora alla ricerca di persuasione dei nostri figli. In direzione contraria, insieme al buon senso, c’è l’arte. E  c’è l’emozione di una\due\tanta arte poetica, la casa comune e pubblica del cervello acceso, pensante di realtà e del rimosso. Segnali e  forma di vita umana mai in unica voce, che dal privato entrano nel pubblico,  in eco collettivo difficilmente commerciabile come modello esportabile a prezzo contenuto. Parte grande della poesia diventa allora resistenza e risorsa dello spirito, l’occhio dormiente (Jolanda Insana) che ancora sogna “la vita nella vita“, lo “stupore in stupore”, quel ritrovarsi negli stessi sentimenti dei versi di ogni parte del mondo e di essi nutrirsi, quel  giro del mondo di  parole, di cartigli di suoni alfabetici e partiture per collettive scritture, raccontando anche   la storia che ci circonda, ma con lo sguardo di chi vive nell’ultima regione vergine del mondo. L’occhio dormiente che si sveglia e dona una vita in più.


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