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La forza del cedro II

Da Marco1965_98 @foodstoriestwit
Le colture di cedro sono state abbandonate solo perchè ritenute poco redditizie,come ho già scritto e vi ricordo anche il caso della Calabria dove le piantagioni di cedri hanno fatto posto ai clementini e mandarini.
Però, quello che effettivamente manca, è un valido progetto di valorizzazione del prodotto che porti al di fuori della cultura locale: un vero peccato!
Ma, in questa seconda parte, conosciamo un po’ più da vicino il cedro.
I fiori sono grandi e in boccio rosso-violacei e quando si schiudono, hanno interno bianco ed esterno soffuso di viola. Riuniti in racemi all'apice dei rami, possono essere ermafroditi o maschili per aborto del gineceo. Ha fioritura continua, con flussi principali in primavera e autunno.
I frutti sono grandi, oblunghi od ovali, a superficie liscia o rugosa e piena di protuberanze. con epicarpo spesso e polpa suddivisa in 5-12 segmenti che contengono numerosi semi monoembrionici.
Le cultivar sono divise in due gruppi: cedri acidi e cedri dolci. Le prime, come la specie tipica, hanno fiori e germogli rosso-violocei e polpa acida; le seconde hanno fiori bianchi e polpa più dolce. Tra i cedri acidi ricordiamo la Diamante (o Liscia), la Etrog e la Mano di Budda (con frutti ornamentali privi di polpa); tra le cultivar dei cedri dolci ricordiamo la Corsican e la Salò.
Una certa importanza hanno assunto i cosiddetti limoni cedrati, che possono essere considerati come degli ibridi fra limoni e cedri, producenti frutti che ricordano il cedro per la pezzatura e lo spessore della buccia, abbastanza idonea alla candidatura, mentre simile al limone è l'aspetto della pianta, che risulta meno esigente del cedro per quanto riguarda la temperatura.
inserito da sonia.conte.90

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