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La foto della settimana: la Toma di Lanzo

Creato il 30 giugno 2013 da Sarahscaparone @SarahScaparone

_MG_5537La foto di questa settimana vuole essere un “tributo” ad un progetto fotografico che ho iniziato lo scorso anno con Thorsten Stobbe. Si tratta di una documentazione dettagliata della produzione della Toma di Lanzo, il formaggio tipico della provincia di Torino. Per alcuni mesi abbiamo seguito tutte le fasi che portano alla produzione di questo prodotto caseario: dalla transumanza alla produzione in malga, dalla lavorazione in caseificio alla caratteristica battaglia delle Reines di Cantoira (To).

Trascorrere settimane intere a contatto con la natura dormendo in tenda a 2 mila metri di quota nelle Valli di Lanzo è stata un’esperienza senza eguali. Conoscere i  malgari e le loro famiglie, scoprire come si può ancora vivere lontano dal mondo e dalla tecnologia e stare bene, seguire i ritmi degli animali e della natura, meravigliarsi per i colori che questa sa offrire a tutte le ore del giorno, cenare di fronte a un falò, guardare le stelle, camminare per valli incontaminate… Le Valli di Lanzo sono un luogo stupendo e non lo dico perché sono di parte (la famiglia di mia madre è di Usseglio), ma perché rappresentano veramente uno spaccato di valli alpine incontaminate, genuine, reali.

Il progetto fotografico sulla Toma di Lanzo è al momento fermo. Le centinaia di scatti che abbiamo realizzato giacciono in attesa che si trovino i finanziamenti per una pubblicazione o una esposizione. E mi piange il cuore temere che questo lavoro possa restare nel dimenticatoio. Non perché ritengo che le nostre immagini siano delle opere d’arte, ma perché penso che testimonino con grande ricchezza di particolari una tradizione che si perpetua da generazioni e che è portata avanti con la passione e il sacrificio di intere famiglie. Questo vorrei che emergesse. Vorrei rendere onore, attraverso le nostre fotografie, al lavoro degli uomini e delle donne che abbiamo conosciuto, capaci di affrontare una notte di marcia e di camminare ininterrottamente per più di dodici ore per portare la propria mandria in quota, capaci di vivere parte dell’anno negli alpeggi senza lussi e agiatezze, lavorando il latte, accudendo gli animali come fossero parte della loro famiglia, producendo burro artigianale e una Toma buonissima il cui gusto varia a seconda dell’erba e dei fiori che i pascoli hanno regalato loro. Vorrei che i volti di questi uomini e di queste donne e il loro lavoro avessero il giusto riconoscimento. Vorrei che le Valli di Lanzo potessero brillare di luce propria per i grandi meriti e la grande storia che possiedono e che passa anche attraverso la produzione di questo formaggio, simbolo non solo della provincia alpina, ma dello stesso capoluogo piemontese.



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