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La fretta

Creato il 14 giugno 2015 da Farfalla Legger@ @annamariaa80

Confesso che ci sono cose che mi fanno un pò ridere…anche se, confesso candidamente, che il problema l’ho capito solo nella vecchiaia.
Ogni tanto mi capita di sentire: “volevo telefonarti, ma non ho avuto cinque minuti di tempo” oppure “ho tante cose da fare che non trovo il tempo per fare tutto, ci vorrebbe una giornata di 36 ore” …
Fino ad un anno e mezzo fa ero anche io così…Facevo facevo facevo, non avevo neanche io il tempo per chiamare un amico per chiedergli come stava, per dialogare anche solo 5 minuti con l’altro …
Ora questo modo di agire mi diverte, mi mette allegria. Ma mi fa anche riflettere e le conclusioni sono amare.
spesso dietro questa frettolosità si nasconde disagio, paura di esporsi, nessuna voglia di pensare, tanta voglia di bruciare l’attimo di comunicazione, senza rendersi conto di creare attorno a se solo solitudine, angoscia ed ancora altra paura.
Piano piano comincio a diventarne consapevole: io provavo queste sensazioni. E dietro questa consapevolezza vedo invece una donna che sta focalizzando lo sguardo oltre il reale, perchè questo è effimero, destinato a dissolversi, sto scoprendo che l’ importante è quello che ho dentro di me. Amore…

 LA FRETTA
C’è un’eccitatissima perversione della vita ed è la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe. Battere i primati non è solo una questione sportiva alla quale tutto si sacrifica, compresa la vita stessa, con imprese talora folli e persino assurde e false (il doping insegna). Ormai l’accelerazione in ogni atto, la frenesia del movimento, l’intolleranza nei confronti di ogni ostacolo o remora sono divenute il vessillo della nostra società. Aveva ragione, perciò , lo scrittore americano Ernest Hemingway (1899-1961) quando nelle sue storie di caccia delle Verdi colline d’Africa definiva questo atteggiamento una perversione. Eccitante, certamente, perché ti illude di moltiplicare opere e risultati, in realtà pericolosa perché alla fine crea solo persone superficiali, incapaci di ascolto e di serenità, di relazioni autentiche e di creazioni durature. Tutto si consuma in un baleno, non si approfondisce e non si sedimenta nulla. L’eccesso colpisce per un istante ma non scava mai oltre la superficie. Si pensi solo all’amore: oggi non c’è più preparazione, corteggiamento, fremito dell’attesa, crescita dei sentimenti, scoperta dell’intimità. No, tutto si consuma in un incontro, riducendo tutto a un contatto di corpi che rimangono privi di anima. Aveva ragione lo scrittore tedesco Michael Ende quando, nella sua Storia Infinita, osservava che «siamo andati avanti così rapidamente in tutti questi anni che ora dobbiamo sostare un attimo per consentire alle nostre anime di raggiungerci». Reimpossessiamoci, allora, del nostro tempo, gustiamo ancora la quiete, la pacatezza e il silenzio, ritroviamo la capacità del dialogo e dell’ascolto.

“Tutto è ormai una corsa.
Si vive senza più fare attenzione alla vita.
Si dorme e non si fa caso a quel che si sogna.
Si guarda solo la sveglia.
Siamo interessati solo al tempo che passa, a farlo passare, rimandando al poi quel che si vorrebbe davvero.
Sul “poi”, non sull’ “ora”, si concentra l’attenzione.
Nelle città in particolare la vita passa senza un solo momento di riflessione, senza un solo momento di quiete che bilanci la continua corsa al fare.
Ormai nessuno ha più tempo per nulla.
Neppure di meravigliarsi,
di inorridirsi,
di commuoversi,
di innamorarsi,
di stare con se stessi.
Le scuse per non fermarsi a chiederci se questo correre ci fa più felici sono migliaia e, se non ci sono, siamo bravissimi a inventarle”.
(Tiziano Terzani)


Archiviato in:Quotidiano Tagged: Pensieri, Ravasi, Riflessioni, Vita

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