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La frittata girata della domenica – Mode immonde

Creato il 11 luglio 2010 da Okamis
In una qualsiasi casa editrice…

«Molto bene, signori. Siamo oggi qui riuniti per una questione della massima importanza, e non credo di esagerare se dico che ne va del buon nome della nostra illustre casa editrice.» Parte un minuto di silenzio in segno di devozione. «Sarò breve: i vampiri hanno fatto il loro tempo. Ormai li abbiamo proposti in tutte le salse possibili: vegetariani, capaci di sopravvivere al sole, extracomunitari, froci, clonati a partire dal sangue di zanzare preistoriche rimaste intrappolate nell’ambra… Mi duole dirlo, ma non potremo raschiare il barile ancora a lungo. Ed è qui che entrate in gioco voi, miei cari editor. Quindi fatevi venire un’idea, e in fretta!»

Leggero brusio.

«Io una proposta ce l’avrei.»

«Sentiamo, Guidotti. C’illumini.»

«Si tratta di una serie di romanzi giuntici nei mesi scorsi, interessanti a mio avviso, ma che non avevo ancora avuto modo di proporre in quanto lontani da quella che è stata la nostra linea editoriale fino ad oggi.»

«Ci faccia un esempio.»

«Sì. Vediamo…» Guidotti si mette a scartabellare tra i suoi appunti. «Ah, ecco, questa è interessante. È la storia di un uomo con una vita pressoché perfetta (bella moglie, figlio con tutti dieci a scuola, lavoro da sogno…), il quale un giorno si reca in banca per ottenere un finanziamento, quando improvvisamente ha la premonizione di un pericolo imminente. Al che si precipita verso casa e sulla via del ritorno vede l’auto della moglie finita sotto un camion. Quando i soccorritori riescono a estrarre la donna dalla carcassa, il protagonista fa appena in tempo a vedere che è perfettamente illesa prima di svenire per l’emozione. Quando poi si riprende la prima cosa che vuole sapere è cos’è successo al figlio. E qui tutti gli rispondono che lui in verità un figlio non l’ha mai avuto! La storia va quindi avanti fino a che non si scopre che l’uomo è in verità finito, per non si sa quale ragione, in una dimensione parallela, all’interno del corpo del suo “dopione”.»

«Guidotti, la prego, qualcosa di meno originale non ce l’ha?»

«Mi perdoni, capo, ma pensavo che noi pubblicassimo narrativa fantastica.»

«Sì, ma non così tanto fantastica. Capisce che intendo? Allora, altre idee?»

Di nuovo Guidotti prova a farsi avanti. «Può interessare la storia di un asteroide che sta per cadere sulla Terra ma che all’ultimo si ferma rivelandosi in verità una base spaziale al cui interno viene ritrovato un diario scritto in inglese dove viene spiegato che la struttura è un portale multidimensionale?»

«No, Guidotti, no.»

«La rivisitazione di un campo di concentramento dove al posto dei nazisti ci sono dei goblin spaziali con la faccia a forma di sedere?»

«No…»

«La storia di un automa costruito partendo da tappi di bottiglia e che vive in un mondo che ogni 24 ore muta d’aspetto?»

«Per Diana, Guidotti, ho detto di no! Roba semplice, mi ha capito? Sem-pli-ce! Che la gente i libri non li compra se poi deve pure usare il cervello per capire le trame. Ma è un concetto così difficile da capire? Eccheddiamine… Allora, nessun altro con qualche idea decente?»

Timidamente si alza una mano.

«Ecco, io avrei questa storia… È arrivata giusto la scorsa settimana… Non sembra male…» balbetta Augusto Martini, 48 anni, ultimo acquisto rubato ai rivali della Gnarmoni.

«Sentiamo, sentiamo. Di cosa parla?»

«Beh, ci sarebbe questa ragazza, un’adolescente, una come tante, di quelle non troppo belle, ma nemmeno un cesso.»

«Continui.»

«Per un motivo che ora non sto a spiegare per non dilungarmi troppo, la ragazza è costretta a cambiare scuola.»

«Mmh, mi ricorda qualcosa… Vabbé, vada avanti.»

«A un certo punto la ragazza si trova in una situazione di pericolo: un demone travestito da barbone la attacca, apparentemente senza motivo. Ma ecco che all’ultimo viene salvata da uno dei suoi compagni di classe. Non un palestrato, un tipo normale, di quelli un po’ effemminati che vanno di moda oggi. Sa, come il cantante dei Pekino Motel… Solo che in verità il ragazzo non è un essere umano normale, ma anzi ha dei poteri sovrannaturali.»

«Sì, capisco… Ho solo un piccolo dubbio: ma non è che questa trama un po’ simile a quell’altro romanzo – come si chiamava? -, ah, sì: Toilet

«No, perché, vede, qua parte la grossa differenza. Il nostro bel tenebroso non è un vampiro.»

Nella sala cala il silenzio. Tutti pendono dalle labbra di Augusto Martini.

«È un angelo!»

Ancora silenzio. Gli sguardi s’incrociano, finché il direttore di collana si avvicina a Martini e gli appoggia le mani sulle spale. «Genio!»

PS: Un penny a chi riconosce tutti i film e romanzi citati in questo articolo. Tanto è facilissimo…


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