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La frode dell'olio extravergine d'oliva. Come evitare la truffa?

Creato il 11 novembre 2015 da Informasalus @informasalus

Olio
Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop

Olio venduto come “extravergine” ma in realtà non lo era: si trattava di olio d’oliva, meno pregiato e soprattutto meno costoso. È quanto ha scoperto la procura di Torino dopo aver fatto analizzare dei campioni di bottiglie prelevate nei supermercati dai carabinieri del Nas dal laboratorio dell’Agenzie delle dogane e dei monopoli.
Il pm Raffaele Guariniello ha iscritto sul registro degli indagati per frode in commercio i responsabili legali di sette aziende produttrici di olio: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.
L'indagine della Procura di Torino è partita in seguito ai risultati dell'inchiesta di un mensile specializzato Test . La rivista aveva eseguito una serie di esami sui marchi più noti in vendita in Italia e aveva denunciato come le proprietà di nove bottiglie su venti esaminate non rispondessero ai requisiti di un olio extravergine. È stato quindi presentato un esposto alla Procura di Torino.

L'esame era stato eseguito dall'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: le proprietà organolettiche di quelle nove bottiglie non rispettavano i parametri di un olio extravergine. Alla luce di questi risultati, l'associazione consumatori Konsumer aveva  anche segnalato all'Antitrust i marchi per pratiche commerciali scorrette. La Procura di Torino ha deciso di indagare ed ha fatto ripetere tutti gli esami ai Nas dei carabinieri che sono arrivati alle stesse conclusioni: quei marchi vendono olio non extravergine ma lo spacciano per tale.

Come riconoscere un buon olio extravergine italiano?

“Bisogna fare attenzione ai prodotti venduti a meno di 6-7 euro al litro che non coprono neanche i costi di produzione”, consiglia la Coldiretti.
Coldiretti invita anche a guardare la scadenza e preferire l’extravergine nuovo, controllando l’annata di produzione che molti indicano volontariamente in etichetta.
Il consiglio di Coldiretti è quello di guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica.

Olio: dall'extravergine d'oliva all'olio di sansa

L'olio di oliva extra vergine è un alimento di origine vegetale ottenuto dalla spremitura delle olive. In commercio vi sono quattro differenti tipologie, mentre i parametri con i quali vengono classificati gli oli da olive, su un piano strettamente merceologico, sono 28. Il più popolare e notorio tra i quali è l'acidità libera.
Al vertice delle quattro categorie che hanno valore legale in tutto il mondo e che compongono la piramide qualitativa in campo oleario si trova l'olio extra vergine di oliva, ricavato tal quale dalla spremitura delle olive. Ha un'acidità libera espressa in acido oleico non superiore a 0,8 grammi per 100 grammi.
Segue l'olio vergine di oliva ricavato tal quale dalla spremitura delle olive. Esprime una qualità di livello inferiore all'olio extra vergine di oliva, con un'acidità libera espressa in acido oleico non superiore a 2 grammi per 100 grammi.
Vi è quindi l'olio di oliva che ha una storia più lunga e complessa rispetto agli oli di oliva vergini ed extra vergini, al punto che in etichetta compare la dicitura esplicativa di "composto di olio di oliva raffinato e olio di oliva vergine". Ha un'acidità libera espressa in acido oleico non superiore a 1 grammo per 100 grammi. L'olio di oliva è il frutto della raffinazione di un olio vergine, meglio conosciuto come "olio di oliva vergine lampante". In raffineria una volta mescolato l'olio di oliva raffinato con l'olio di oliva vergine, o con l'extra vergine, quest'olio assume per legge il nome di "olio di oliva". Si tratta di un olio da olive dalle caratteristiche sensoriali poco accentuate, dal sapore e dal profumo più neutri, senza spiccate sensazioni amare o piccanti, sicuramente più dolce al palato. E' un prodotto di qualità, considerato ideale per le fritture, per esempio.
Alla base della piramide vi è l'olio di sansa presentato in etichetta con la dicitura esplicativa di "olio contenente esclusivamente oli provenienti dal trattamento della sansa di oliva e oli ottenuti direttamente dalle olive". Ha un'acidità libera espressa in acido oleico non superiore a 1 grammo per 100 grammi. L'olio che si estrae dalla sansa è ricavato in particolare dai residui solidi della lavorazione delle olive. Gli oli di sansa di oliva, in particolare, sono ideali per l'industria alimentare: nella preparazione di prodotti da forno, o nelle fritture, per esempio.



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