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La "giustizia fai da te" ed i Martiri

Creato il 17 marzo 2013 da Baraem
Sono trascorsi 08 giorni dalla sentenza finale per il massacro di Port Said.
Come da previsione (ne parlammo QUI), il risultato ha provocato una reazione di violenza che ha ucciso 3 persone al Cairo, tra cui un bimbo di 8 anni, e ferito una ventina di persone.
Nonostante sia stata confermata la pena di morte per i 21 accusati dell'omicidio dei giovani tifosi allo stadio, sia stato accusato a 15 anni l'ex responsabile della sicurezza di Port Said Essam Samak, siano stati accusati a pene che vanno dai 5 ai 15 anni altri 10 imputati, nonostante tutto questo gli ultras dell'Ahly non si sono sentiti soddisfatti. Sono 28 infatti le persone che sono state assolte tra cui poliziotti e responsabili del club di Port Said, e questo non l'hanno digerito gli ahlawy che in un'esplosione di violenza hanno dato fuoco alla sede della Federcalcio egiziana e il circolo della polizia egiziana.
Moltissime coppe e trofei della storia egiziana sono stati rubati e la colpa e' ricaduta sugli ultras dell'Ahly.
Il Campionato di calcio pero' non e' stato bloccato.
Mentre al Cairo accadeva tutto questo, a Port Said le famiglie dei condannati a morte si sono riversate nelle strade per protestare contro la sentenza e naturalmente contro Morsi.
In un discorso alla nazione invece, lo scorso giovedi', Morsi ha parlato proprio a Port Said, dopo aver incontrato 3 famiglie che avevano perso dei cari durante gli scontri che da fine gennaio scorso non sono quasi mai cessati nella citta'. Morsi ha dichiarato che tutte le persone decedute nei suddetti scontri saranno considerate "martiri".
Sono circa 50 ad oggi infatti le persone che hanno perso la vita a Port Said e le famiglie delle vittime riceveranno l'indennizzo monetario riservato ai "martiri della rivoluzione".
Nei giorni scorsi, sempre Morsi, si e' recato a Sohag, nel sud dell'Egitto, per promuovere la terza fase di un Progetto Nazionale di  Abitazioni che prevede la consegna di 3902 case per i giovani. 
Solo a Sohag sono state  e consegnate 1272 case.
La visita di Morsi e' stata da una parte applaudita sia dai suoi sostenitori che dagli abitanti della citta', e dall'altra rifiutata dai giovani universitari che a suon di proteste anche con la polizia hanno fatto si che venisse cancellata la visita del Presidente nell'universita' di Sohag.
Sembra che il Sud dell'Egitto sia davvero preso in considerazione dal Governo Morsi.
Durante la mia ultima visita al Villaggio di Abadeya (di cui vi avevo parlato QUI), a 100 km circa da Luxor, ho potuto personalmente notare dei piccoli ma significativi miglioramenti
Il primo ed il piu' importante e' stata la bellissima sorpresa di trovare la scuola del Villaggio completamente rinnovata, colorata e luminosa. Questo cambiamento e' legato alla partecipazione, finalmente, della scuola ad un concorso nazionale delle scuole egiziane.
Fino a prima della Rivoluzione, il sud dell'Egitto era praticamente esonerato da esso, quasi non facesse parte di questa nazione.
Ora, ci ha orgogliosamente raccontato il preside della scuola, anche tutto il sud e' stato coinvolto e per loro conta poco vincere, l'importante e' l'avervi finalmente potuto accerdere.
Altra cosa positiva e' stata la notevole riduzione della mancanza di luce. Come vi avevo detto in passato, i villaggi egiziani da sempre venivano "sacrificati" e la luce veniva continuamente a mancare, per giorni a volte, sia in piena estate che in inverno, con conseguente mancanza di acqua.
Questa volta la luce e' andata via solo 2  volte in tutta la settimana in cui sono stata al Villaggio, per un periodo di circa 1 ora e mezzo circa.
Esattamente come accade al Cairo.
I cittadini del Villaggio erano increduli nel sapere che in quartieri come il Maadi o Zamalek (quartieri inn del Cairo) veniva staccata la luce un giorno si e uno no, esattamente come succede anche a loro.
Tornando agli scontri della scorsa settimana e la violenza scaturita dalla sentenza di Port Said, la cosa che sicuramente ha fatto degenerare la situazione e' stato  lo sciopero che avevano intrapreso molti poliziotti e distretti di polizia.
La Polizia richiedeva il permesso di utilizzare le armi e di portare armi durante le manifestazioni. Per venire incontro alle richieste della polizia, il ministro degli interni ha dato liberta' di "difesa personale" ai poliziotti dopo l'utilizzo prima di gas lacrimogeni e poi di proiettili di gomma.
Per spingere la polizia a tornare a lavorare, il settimo giorno di sciopero, il procuratore generale, Talaat Ibrahim, in una nota pubblica ha dato via libera alla "giustizia fai da te".
Questa affermazione o nota, in realta', esiste dal 1950 nel codice penale egiziano ed il Procuratore nella sua dichiarazione spingeva i cittadini egiziani ad esercitare il  loro diritto sancito dall'articolo 37 di arrestare e portare alle autorita' chiuque fosse colto in flagranza di reato.
Gli egiziani, a quanto pare, si erano dimenticati di avere questo diritto e appena glielo hanno ricordato hanno pensato bene di farlo valere.
Personalmente definirei pericolosissime le conseguenze che potranno derivare da questa legge.
Non tanto per il significato di essa, ma per l'uso improprio che potranno farne quella fetta di egiziani ignoranti, appartenenti a gruppi fanatici religiosi  o protettori dei Fratelli (non) Musulmani.
Purtroppo queste persone non usano la testa, c'e' poco da fare. 
Si credono i salvatori ed i protettori dei diritti e della moralita' sociale ed il fatto che gli sia stata data leggitimita' di azione proprio dal Procuratore, anche se in maniera indiretta, non potra' fare altro che spingerli ad agire con ancora piu' convinzione e forza.
Avevamo gia parlato QUI di come alcuni gruppi avessero iniziato delle ronde di controllo della moralita' femminile ed avevano subito la reazione, giustamente violenta, delle donne.
Oggi, a Samanod, nel Delta del Nilo, due ladri colti nel tentivo di rubare (sembra) due toc- toc (mezzi di trasporto composti da un motorino e dei sedili coperti) sono stati "arrestati" da un folla, picchiati a sangue, denudati ed appesi a testa in giu' nella fermata dei pulman in cui erano stati sorpresi a rubare.
I due ladri sono deceduti e testimoni raccontano di un'enorme folla, circa 3000 persone, piena anche di donne e bambini, che urlava "uccideteli" .
Le foto dell'accaduto girano in rete e sono inguardabili.
Troppa violenza, troppa inumanita', troppa aggressivita'.
La polizia non e' riucita a raggiungere subito il luogo in quanto le strade erano bloccate da manifestanti che richiedevano una soluzione alla dilagante mancanza di gasolio.
Sinceramente sono rimasta sconvolta, sia dalle immagini, sia dai commenti degli egiziani sotto di esse che elogiavano l'accaduto come avviso ai delinquenti ed esempio di cio' che potrebbe loro capitare.
Ieri invece, davanti il quartier generale dei Fratelli (non) musulmani, un gruppo di sostenitori della fratellanza ha selvaggemente picchiato dei manifestanti anti Morsi che li davanti facevano dei graffiti anti governo.
Una donna, conosciuta dalla rete come grande sostenitrice del vecchio regime Moubarak, e' stata schiaffeggiata violentemente da queste "milizie" che si sono elette a protezione del governo Morsi.
Gli scontri sono continuati fino a sera quando manifestanti anti Morsi hanno dato fuoco ad una camionetta della polizia davanti la sede della fratellanza.
L'avere la liberta' di decidere o di impersonare la legge e' una delle peggiori cose che poteva capitare all'Egitto in un momento come questo.
Da qualsiasi lato si voglia prendere la questione, non si potra' mai giungere ad un punto abbastanza convincente e civile da giustificare "la giustizia fai da te".
Il turbine di violenza che potrebbe scaturire a causa di semplici azioni di delinquenza, come l'appunto aver rubato o atti di liberta' come l'aver fatto un graffito, e' paragonabile ad una bomba ad orologeria dai secondi contati.
Le Forze armate si sono dette contrarie a qualsiasi tipo di "milizia" e personalmente credo che bisognerebbe cancellare quest'articolo o crearne un'altro che lo definisca in maniera piu' chiara.
Insomma, lo Stato deve quanto prima trovare una soluzione, perche' quest'articolo, e lo dico sinceramente, e' l'unica cosa che mi ha davvero spaventato dall'inizio della Rivoluzione ad oggi.
Ieri e Venerdi' al Cairo ed altre citta' i manifestanti sono scesi in strada chiedendo l'intervento dell'esercito.
La gente crede che riportare l'esercito al governo restituira' all'Egitto la stabilita' e tranquillita' che aveva (di facciata) al tempo di Moubarak.
Quelli che vogliono l'esercito sono, secondo me, le persone che la Rivoluzione non l'hanno mai veramente voluta o che speravano che tutto si sistemasse in poco tempo.
Ovviamente non e' possibile e ci vorranno anni prima che l'Egitto torni ad essere realmente stabile in ogni senso.
Ma piu' che politicamente io vorrei che gli egiziani si stabilizzassero mentalmente.
Perche e' da pazzi e da criminali urlare di gioia al vedere due ladri appesi mezzi nudi e sanguinanti a testa in giu'.
E se il Popolo, una parte, anche se minima, gioisce alla violenza, allora qualcosa di sbagliato e' proprio alla base.
Finisco questo post dedicando un pensiero, profondo e di mamma, al bimbo di 8 anni rimasto ucciso durante gli scontri della scorsa settimana.
Un bambino forse di strada, forse un venditore ambulante, ora un martire della Rivoluzione.
Questi bambini, questi angeli, sono una triste realta' di questo Paese, ma sopratutto sono martiri anche da vivi, martiri di una societa' ed un governo che vuole prepotentemente andare avanti senza fermarsi neanche un secondo a guardarli

Una giovane giornalista "attaccata" ieri dai sostenitori di Morsi 
(foto Masr el youm)

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