Magazine Cinema

La Guarimba International Film Festival: intervista al direttore artistico Giulio Vita

Creato il 10 luglio 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Dal 7 all’11 Agosto torna, ad Amantea, La Guarimba International Film Festival. Abbiamo incontrato il giovanissimo direttore artistico Giulio Vita, che ci ha raccontato come un festival completamente indipendente arriva alla sua terza edizione, ricco di sorprese e tanti ospiti da tutto il mondo.

Come nasce La Guarimba International Film Festival?

Un pomeriggio insieme ai ragazzi della piattaforma indipendente El Tornillo de Klaus, seduti in un bar di Madrid a discutere “della commercializzazione dell’arte e dei danni che il modello economico all’americana ha causato alle basi culturali europee”. Eravamo arrabbiatissimi perché il cinema ci proponeva gli stessi film dell’anno prima con un titolo diverso, ma stessi attori, stesso regista e, nel frattempo, noi sapevamo che esisteva un mondo diverso da quello che ci proponevano, vedevamo su internet e attraverso altri canali alternativi opere incredibili che nessuno ci vendeva come la figata dell’anno.

La Guarimba è una parola che per gli indios venezuelani significa “posto sicuro” e io ho deciso di tornare alle radici, in Calabria, dove tutto è possibile, il mio posto sicuro. Ad Amantea, il paese dei miei nonni, ci sono stati tre cinema che oggi sono chiusi. C’è sempre stato un forte sentimento per l’atto di andare al cinema. Era un po’ come la chiesa: andavi più per il fatto di andare che per il film.

La Guarimba è un festival di cortometraggi. Quale spazio credi occupi oggi questa forma d’arte nel cinema?

Prima di tutto, abbiamo iniziato a fare cinema con cortometraggi. Dopo ci siamo allungati. Molte volte il corto è considerato l’anteprima di un possibile film, una specie di aperitivo per possibili finanziatori. Ma secondo me, grazie alla generazione YouTube, la rivoluzione della tv americana e la voglia di fare video musicali che raccontino sempre di più, stiamo tornando all’idea del cortometraggio come una forma d’arte tutta sua. A mio parere ci sono storie che hanno bisogno di essere raccontate nella forma di un corto, altre in un film e altre in una o due stagioni di telefilm. Infatti puoi essere un bravissimo regista di corti ma essere scarso a fare film. E viceversa.

Cosa propone l’edizione 2015?

Questa edizione è piena di cose belle. Abbiamo 45 cortometraggi in concorso tra Fiction, Animazione e Documentari. Ci saranno cose molto indipendenti, come anche cose un po’ più commerciali. Abbiamo The Bigger Picture che ha partecipato agli Oscar 2015, Daewit dalla Berlinale, e Teeth da Sundance. Ci sarà Haircut di Virginia Mori, che non è stato ancora proiettato in questi grandi circuiti (e secondo me sarà una bella sorpresa). Dal Brasile abbiamo Eu Queria Ser Arrebatada, Amordaçada e, nas minhas costas, Tatuada che sarà anteprima mondiale. Inoltre ci saranno laboratori di illustrazione, di danza popolare e di cinema di animazione. Ci sarà la terza edizione della mostra Artists For La Guarimba a cura di Sara Fratini, dove saranno presentate le opere di 30 illustratori da tutto il mondo che hanno proposto una versione della nostra locandina e della nostra scimmia. Come ogni anno, li abbiamo invitati a venire e quest’anno saranno con noi Mikel Murillo, Pedrón Alón, Grip Face (Spagna), Monica Barengo (Italia), Hyunyoung Kim (Corea del Sud) e Ellie Zahedi (Iran).

Infine, il piatto forte: il documentarista Tomas Sheridan in giuria insieme al collettivo spagnolo El Tornillo De Klaus e Sam Morrill, curatore di Vimeo a New York.

Tanti ospiti internazionali e la prima conferenza europea di Vimeo On Demand. Come nasce questa collaborazione?

Una delle ragioni che ci ha spinto a fare il festival è la mancanza di una struttura dell’industria cinematografica. Una mancanza che non permette l’arrivo di tecnologie di innovazione. In un paese come l’Italia non sarebbe mai nato Vimeo; non perché gli italiani siano più stupidi degli americani, ma perché in Italia non c’è un contenitore adatto per sviluppare queste idee.

Durante gli anni del festival abbiamo confermato le nostre paure: la distribuzione in Europa è pessima. Portare un film italiano in Spagna è praticamente una missione impossibile e se parliamo di cortometraggi, siamo finiti. Poiché non siamo miliardari e non possiamo creare una rete di distribuzione, ma siamo giovani di idee e, da buoni calabresi, siamo testardi, abbiamo chiamato Vimeo per organizzare una conferenza aperta a tutti, a ingresso libero. Abbiamo scritto a tutti i giornalisti di cinema, innovazione e tecnologia, a tutte le film commission italiane e alle piattaforme europee, abbiamo scritto a tutte le istituzioni nazionali dicendo “venite ad ascoltare cosa possiamo imparare da Vimeo e come si potrebbe adattare il loro modello di distribuzione online diretta al nostro Paese. Siete invitati tutti. Non vogliamo i vostri soldi ma la vostra presenza. Non per fare numero ma per voi”.

Io ho le mie opinioni sulla industria italiana e spero che i miei pregiudizi non si avverino l’8 Agosto alle 17 ad Amantea, quando Sam Morrill ci spiegherà come funziona dall’interno Vimeo On Demand.

La vostra associazione gestisce anche un progetto formativo. Parlaci della scuola.

La Scuola Delle Scimmie è nata perché abbiamo vinto un bando in Puglia (non in Calabria, in Puglia) per fare il festival. Sara, la co-fondatrice del festival, ha detto “ma perché non proviamo a fare una scuola d’illustrazione?”. Lei aveva da sempre questa idea fissa. Abbiamo fatto i conti, abbiamo chiamato gli illustratori con cui avevamo collaborato in passato e ci siamo detti “ma La Guarimba è illustrazione e cinema: dobbiamo farla anche di cinema”. E così siamo andati a Lecce, abbiamo creato un bando e a settembre c’è stata questa esperienza di formazione di 45 ragazzi.

La scuola forma nuove figure professionali nel campo del cinema indipendente e dell’illustrazione, le rende in grado di ideare, realizzare e distribuire prodotti artistici di qualità, con risorse e mezzi limitati.

È una scuola di cinema e d’illustrazione con l’obiettivo di formare attraverso la democrazia partecipativa e il lavoro di squadra, un po’ spinti dalle idee di Montessori e un po’ spinti dalla voglia di cambiare le cose, perché non seguiamo l’educazione tradizionale che ti dice “si, studiate arte ma non vivrete di questo”. Noi insegniamo che si può vivere facendo l’illustratore, ma ci sono dei mezzi da saper sfruttare.

Nei giorni del festival sarà esposta una mostra a cura di Sara Fratini. Come nasce l’idea di accostare al cinema altre forme d’arte?

È stata un’idea di Sara. Mi sembra che sia un risultato naturale del nostro percorso. In passato le locandine dei film si facevano a mano ed erano diverse a seconda del Paese in cui si proiettava: parlo di quelle che si dipingevano sui vecchi cinema di una volta.

Allora abbiamo pensato di riproporre questa cosa: Sara è illustratrice e io sono appassionato di illustrazione. Stiamo anche cercando un modo di arricchire l’iniziativa: ad esempio, i registi di animazione selezionati, saranno convocati per la mostra dell’edizione successiva. Abbiamo anche figure importanti del mondo dell’illustrazione: Liniers (Argentina),  il grandioso Joe Murray (USA), per dirne solo alcuni.

Come vive e si alimenta una manifestazione senza il sostegno delle istituzioni?

All’inizio è stata dura, una scommessa, una specie di sfida contro il sistema; non quello locale, ma quello generale. Quel sistema in cui ti dicono “certe cose possono farle solo quelli con i soldi”.

Io ho preso tutti i miei risparmi da lavoratore in un ostello a Madrid e all’inizio sono andato a vivere a casa dei miei nonni, per non pagare l’affitto.

Ci sono stati e ci sono ancora gli sponsor locali e nazionali, pazzi come noi che credono e capiscono l’importanza di questo progetto. Comunque poco a poco, le istituzioni stanno credendo in noi: quest’anno il comune di Amantea ci sta dando supporto. Speriamo che la collaborazione vada sempre crescendo perché, come tutte le manifestazioni culturali, abbiamo bisogno delle istituzioni e della gente. Se non c’è dialogo, è impossibile andare avanti. A me piace pensare che La Guarimba ci faccia crescere tutti:sia noi, gli organizzatori, sia le istituzioni. Mi piace credere in questa contaminazione di modi di fare positivi, in cui tutti ci nutriamo. Ho imparato che in alcune decisioni sbagliate della politica non c’è malignità; spesso c’è  mancanza di informazione. Altre volte, sì, c’è malignità e allora si deve lottare, ma non sempre. Tutto qui.

Il vostro motto è “riportare il cinema alla gente e la gente al cinema”. In che modo La Guarimba Film Festival traduce questo messaggio?

In molti hanno criticato e deriso l’ingresso libero del festival. Noi pensiamo che la cultura debba rendere accessibile se stessa. Proponiamo le opere agli spettatori non per soddisfarli, ma per sfidarli. Non pensiamo, come nella televisione, a cosa possa piacere, ma rispettiamo il nostro pubblico e per questo lo poniamo di fronte a tutto il cinema possibile, a tutti i generi, le tematiche, i modi di narrare.

E mettiamo i sottotitoli. È bellissimo che anche gli anziani , come mia nonna, li leggano e godano “che bello sentire tante lingue diverse!” e fanno analisi interessanti. Siamo troppo abituati a non scommettere, a pensare “questo film è troppo per loro”, e invece no. Dobbiamo combattere questa generazione televisiva che ci rinchiude nelle nostre certezze. Dobbiamo andare oltre. Dobbiamo vedere la luce. E il cinema è luce. La luce della nostra notte, per citare Godard.

Dal 2013 abbiamo l’obiettivo di riportare il cinema alla gente e la gente al cinema. Questa motivazione ci ha portato a riparare un vecchio cinema all’aperto di 938 posti in Calabria; ad organizzare un festival del cortometraggio internazionale con ingresso libero; ad aprire la Scuola Delle Scimmie in Puglia; a creare La Guarimba On Tour dove ogni anno portiamo la nostra selezione di cortometraggi in giro per il mondo e, infine, per questa terza edizione, ad organizzare la prima conferenza europea di Vimeo, il più grande distributore di cinema online diretto.

Claudia Cicciotti



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :