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La guerra, le guerre e la guerra delle guerre nel nuovo millennio

Creato il 12 marzo 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

La guerra, le guerre e la guerra delle guerre nel nuovo millennioNel secolo scorso i bambini giocavano con i soldatini, i carri armati e si divertivano in combattimenti che, nei casi più fortunati, si svolgevano su un plastico dai colori mimetici. Si giocava alla Guerra Convenzionale….

Quello era il concetto di guerra. Due eserciti che si contrapponevano, con armi di varia tipologia, in un campo di battaglia definito che prende il nome di scenario di guerra. Dagli antichi romani alla seconda guerra mondiale, le strategie militari sono evolute assieme alla tecnica delle armi. La guerra, tuttavia, è rimasta concettualmente tale.

Oggi, se due bambini volessero giocare alla guerra, potrebbero sbizzarrirsi ancor di più, ma non basterebbero soldatini e carri armati.

In primo luogo servirebbe uno scenario geopolitico, fatto di territori con confini, basi militari, giacimenti e miniere di materie prime strategiche. Il vecchio Risiko non sarebbe più utile, dovrebbe essere innovato. Carri armati, corazzate, soldatini, aerei rimarrebbero in secondo ordine. Age of Empires, paradossalmente, sarebbe più utile. E’ la Guerra di Movimento.

Bisognerebbe aggiungere, poi, il Monopoli, perchè la guerra moderna potrebbe essere Guerra Economica. Quale miglior modo per distruggere la ricchezza di una nazione, se non l’economia? Attraverso gli embarghi, il controllo delle risorse strategiche, l’acquisizione di imprese domestiche, da far fallire in pochi anni, una nazione può essere messa economicamente in ginocchio. L’alternativa è intervenire attraverso i mercati finanziari. Agire sul debito e sul mercato dei titoli è ancor più semplice. I risultati sono migliori di quelli di un embargo prolungato. Così, mentre la popolazione perde progressivamente potere d’acquisto, i malumori interni creano una distruzione sociale che nemmeno milioni di euro di armi e bombe riescono a produrre.

Oltre al Monopoli, come viatico di Guerra Economica, si potrebbe aggiungere al tavolo di gioco Il piccolo chimico. Si possono produrre armi batteriologiche, ma anche vaccini da inoculare alle giovani generazioni. Si potrebbe intervenire avvelenando acqua e terreno. Insomma, i complottisti potrebbero sbizzarrirsi in pratiche diverse, per spiegare la Guerra Chimico-batteriologica. La chimica è un’arma se usata per uccidere.

Non finisce qua. Negli ultimi decenni si parla di Guerra Climatica. Pioggia, vento, siccità e calamità innaturali possono distruggere gli ecosistemi, l’economia e, quindi, ledere alla società di una nazione. Tanto da farla capitolare, fino al punto di poterne acquistare risorse e ricchezze a basso costo, assieme al controllo politico. Ancora non esiste un gioco che rappresenti questo tipo di guerra.

Passiamo oltre e arriviamo alla Guerra delle Migrazioni di massa, quella fatta attraverso i cittadini di una nazione che, per motivi di povertà, calamità, quindi diverse forme di indigenza, riescono a sovvertire ordini politici interni e internazionali. E’ la guerra delle transumanze umane. Dove flussi migratori improvvisi mettono in ginocchio prima i territori di frontiera, poi intaccano gli assetti politici ed economici di altre nazioni.

Vogliamo parlare della Guerra Mediatica detta anche del terrore? Che è di per sè un concetto astratto e indefinito, praticamente inesistente, ma condizionante intere nazioni. Se le masse hanno paura, accettano qualsiasi forma di controllo e di governo. Rinunciano ai diritti e, volontariamente, si addomesticano come pecore. Più è elevato il numero degli “impauriti” maggiore è la disgregazione del tessuto sociale. Per realizzare una guerra mediatica è sufficiente un evento choc e tanta pubblicità ossessiva e continuativa. Ritornando al mondo dei giochi “l’uomo nero è il simbolo delle paure ancestrali infantili” che meglio si adatta al sistema.

Ultima, ma non per importanza, è la Guerra Cibernetica che, di per sè non esiste, ma ha ad oggetto il mondo delle ICT, cioè tecnologie dell’informazione e della comunciazione. A suo modo è una guerra virale e, per giocarci, basta un computer e qualche conoscenza da hacker.

Le guerre possono essere combattute senza colpo ferire, ma non per questo sono meno vili, violente e sporche di una guerra convenzionale.

E’ raccapricciante pensare quanta energia il genere umano sprechi per distruggere se stesso e quanta energia venga distolta per usi alternativi di crescita in percorsi di fratellanza.

Eppure esiste anche una forma di guerra che, nei media e on line, non trova pari pubblicità: è la guerra delle guerre. Si tratta di una guerra che, se iniziata, nessun avversario può vincere. Il più grande stratega e generale, di questa guerra, si chiamava Mahatma Gandhi e conosceva una sola arma: la non violenza.


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