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La Lega cambia in corsa: “Lombardia, si vota ad aprile”. Ma che bella questa sinistra senza la sinistra!

Creato il 14 ottobre 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

La Lega cambia in corsa: “Lombardia, si vota ad aprile”. Ma che bella questa sinistra senza la sinistra!

"Nuova Sinistra" con gnocca
Ultime ore di resistenza ad oltranza per il governatorato a vita di Roberto Formigoni. Alla fine del consiglio federale della Lega il verdetto è stato questo: “Dopo 15 anni Formigoni può anche lasciare. Election day ad aprile: politiche e regionali”. Il Pdl non l’ha presa bene e, nonostante lo stesso Berluspony lo avesse di fatto scaricato, Formigoni ha detto: “Non si fa così, però! Prima mi dicono di resistere fino al termine del mandato e poi si ritirano lasciandomi solo. Qualcosa deve essere successo”. Ancora più caustico Gnazio La Russa: “Bei tempi quelli della Lega affidabile che votava tutte le leggi per Silvio e dichiarava solennemente che Ruby era la nipote di Mubarak. Questa di Maroni non si capisce che cazzo vuole”. Si capisce invece, e bene. La base è in rivolta, i simpatizzanti scalpitano, i militanti hanno una gran voglia di emigrare altrove. La Lega “contro” vuole tornare a esserlo e gli scandali, gli arresti, le indagini sui malaffari dei giussanini sono ormai talmente tanti che o Maronidecide di cambiare rotta (e vita) o la Lega farà splash. Pontida è uno sbiadito ricordo e le bistecche d’orso non tirano più, almeno sugli ex fedelissimi di un Carroccio che gira la Bassa con le ruote sgonfie. Dall’altra parte, Pd, Sel e il Psi di Nencini firmano il patto di alleanza per le prossime elezioni. Fioroni si scatena e tuona: “Ci vogliono i moderati”, dove per “moderati” lui intende solo ed esclusivamente Pierfy Casini. Così, fra burocrati dell’ex centralismo democratico, dirigenti dell’apparatnik, allievi delle scuole alla politica moscovite, poeti esistenzialisti e figli di un garofano che non esiste più, se non nelle serre dei floricoltori hippy, il Pd ha deciso che la sua idea di sinistra è buona solo se manca la sinistra, altrimenti che gusto c’è? Nessun accordo con i comunisti italiani, con i rifondaioli, con gli ambientalisti, con i protettori degli estremisti della Fiom, con i rappresentati degli operai cassintegrati, vessati, svillaneggiati, vilipesi dai governi-banchieri. Nessun accordo con quelli che “l’articolo 18 non si tocca”, con quelli che “vogliamo solo la scuola pubblica”, con quelli che “ma per che cazzo di motivo la Chiesanon paga l’Imu”, con quelli che “il diritto allo studio è unico e universale, per tutti”. Il Pd vira decisamente verso il centro e Nichi Vendola lo segue mentre Nencini li stava aspettando tutti da quelle parti dove una volta si aggiravano Nenni e Pertini, Lombardi e Turati e fino a ieri albergava, padrone indisturbato, un certo Valter Lavitola. L’idea di sinistra di Piergigi, di Maximo e di Vuolter è quella di una sinistra senza sinistra perché altrimenti, che sinistra italiana sarebbe? Noi non lo diciamo per chi voteremo alle prossime elezioni ma, a scanso di equivoci, volendo andare per esclusione, fuori il Pdl, fuori Fini, Casini, Montezemolo, Passera, Monti, il Pd dei rottamatori, i poeti persi nell’istanza del “mi voglio sposare”, resta poco anzi, pochissimo. Praticamente nulla.



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