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La leggenda del mastino della Corea

Creato il 26 febbraio 2011 da Vivalafidal
Tutti se lo potranno ricordare in sella al mitico Bravo sul finire degli anni '90 insieme ai suoi amici anche loro possessori di motorini scarcagnati che scorazzavano in su e in giù per quel triangolo di terra che non si chiama Bermuda, bensì Corea-le Merci-La Guardiana.
Filippo Tozzi per molti non è il difensore centrale, è lo stopper. Nel vero senso della parola. Cioè stoppa tutti, da lì non si passa: avversari, cani, gatti , topi, formiche, capretti, moscerini.
Nomade del calcio lastriagiano, una vita spesa tra il campo della guardiana e il comunale della Ginestra, a marcare l'avversario, tirare qualche stecca e prendere cartellini gialli a raffica e, se capitava l'occasione, non disdegnava nemmeno quelli rossi.
Il suo motto è: ti spiezzo in due.
Per i più piccoli è la leggenda del calciatore tanto cuore e sudore, per i più grandi, è il pischello che tira le pedate perchè la tecnica non sa dove l'ha lasciata.

La leggenda del mastino della Corea

Il fratello di Filippo, Robben

E quella sua vaga somiglianza a Robben, lo facevano passare alle cronache come il mastino della Corea.
Appese le scarpe al chiodo si è dedicato alla nullafacenza, lo vediamo un po' in sovrappeso, ma sempre pronto a regalarti perle di saggezza, da giocatore consumato che in campo ne ha vissute tante e anche fuori, come quando in una partita contro l'Isolotto è dovuto scappare da una mandria di tifosi inferociti che volevano fargli lo scalpo.
Lo abbiamo incontrato e sentite cosa ci ha detto.
Filippo, ex difensore della Ginestra, usa 5 aggettivi per descriverti nel tuo ruolo di sempre: lo stopper
Deciso, pratico, ringhioso, vendicativo al minimo stimolo, nel senso che una gomitata per sbaglio era cazzotto sicuro e numero 5. Essere un numero 5 non è un aggettivo, è uno stile di vita.
Parlaci un po' della tua carriera calcistica
Gli esordi insieme a te (io), tardi, una delle cose che rimpiango è aver saltato la scuola calcio di base. Ho perso il periodo degli stop, palleggi e sono arrivato quando già si cominciava a parlare di allunghi, corsa, star trek...ops scusate il fartlek...Pietro non mi puoi fare l'intervista con la birra in mano, dai... quindi, io ho avuto un imprinting sulla corsa e meno sulla parte tecnica.
Si può dire che ti sei affermato alla Ginestra?
I primi anni anche alla Lastrigiana, ho debuttato a 17 anni in prima squadra, ero il più giovane di tutti.
Con Nardi allenatore?
Nardi e Barni
Quindi alla Ginestra?
alla Lastrigiana ho fatto 3 campionati...
La domanda è sulla Ginestra...
alla Ginestra sono stati 7 anni come un tronco in mezzo ad un fiume, cioè sali, scendi...
Come ti sentivi alla Ginestra?
Il primo anno come se fosse arrivato Cassano al Real Madrid, trattativa estenuante durante l'estate: per i compagni lo sketch fu che non fui io a cercare la Ginestra, ma loro a cercare me.
(Qui c'è lo scoop) Dovevo andare a Comeana, ma feci due conti: tra semafori e tratto di strada, era troppo lungo. Quindi fui io a contattare la Ginestra e dire: vi manca mica un difensore centrale?
Mi vidi i dirigenti della Ginestra arrivare alla Guardiana con occhiale nero (stile Blues Brothers) e valigetta a trattare il mio cartellino. Lì mi sono accorto di essere veramente un giocatore importante...
Qual è l'allenatore che ricordi di più?
Io sono un modello plasmato Nardi, il tipico frutto del Nardi, tanta corsa, gomme tirate su in salita in via Leonardo Da Vinci...

La leggenda del mastino della Corea

una recente immagine dello stopper


Quindi la tecnica lasciata a...
in una squadra, 2 giocatori devono avere la tecnica e gli altri devono correre. Mister Nardi intendeva la difesa come l'annullamento dell'attaccante.
L'allenatore che ricordi con tanto affetto?
con tanto affetto ricordo Gigi Cartei, che faceva la doccia insieme a noi, rideva, scherzava, ci masterizzava la roba e portava i cd. Lui mi rimaneva troppo simpatico.
I 3 compagni di squadra che ricordi di più?
Uno è il buon Bacciotti, il quale mi ha spaccato 4 o 5 volte le labbra durante gli allenamenti, poi non mi viene in mente nessun'altro (pippo ha avuto soltanto avversari n.d.r)
Che saluto vuoi dare ai lettori di Vivalafidal?
Un saluto a tutti gli amanti del calcio e poi vorrei ricordare che il professionismo inizia dalla serie B in poi, il resto è bene che resti provinciale, ognuno impara la grinta e l'aggressività in quei campi e poi lo riporta nel mondo del lavoro, della vita e poi dopo sei violento ad un cinema teatro...


Il tuo rapporto con la fidal?
Sono un attento lettore ed un amante dei sondaggi
Grazie delle tue parole Filippo, ci rivediamo quando riprenderai la tua attività sportiva.
pietro
viva la fidal

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