Magazine Attualità

La lettera dei grillini (ops) ai quotidiani nazionali

Creato il 31 ottobre 2012 da Mirkospadoni
Non potendo ancora dettare l’agenda politica del Paese, i grillini si accontentano di indicare ai quotidiani nazionali come scrivere i propri articoli quando, in quanto organi di informazione, parlano del Movimento 5 Stelle.
Le indicazioni, fornite dai grillini milanesi, sono tutte contenute in un’email inviata a diversi giornali e pubblicata online dal Corriere della Sera
Poche righe, a dir la verità, nelle quali si spiega a “giornalisti, caporedattori, redattori e direttori” quali parole scegliere quando si parla del Movimento 5 Stelle.
Si precisa che termini usare e quali evitare affinché il “vocabolario di riferimento usato dai media sia coerente e corretto”.
Si tratta, commenta il Corriere, “di una sorta di vademecum del perfetto giornalista secondo loro”.
E a via Solferino non hanno tutti i torti, perché nonostante la brevità, l’email dei grillini contiene molte indicazioni: usate il termine “Movimento” non “Partito”, “Portavoce” non “Leader”, “Attivisti del Movimento a 5 Stelle” non “Grillini”, parola “scorretta e anche un po’ offensiva, in quanto riduttiva e verticistica” e così via, fino a chiedere al Sole 24 Ore di modificare un titolo giudicato scorretto in quanto pieno zeppo, secondo loro, di errori.
Insomma, ora i quotidiani italiani non potranno dire di non sapere. I grillini li hanno avvisati.
Ma nella settimana delle elezioni regionali siciliane, i grillini non hanno solo educato i giornalisti italiani su come va redatto un articolo quando si parla del loro partito, hanno ricevuto, a loro volta, una lezione direttamente dal loro leader, il comico Beppe Grillo.
Con un comunicato diffuso direttamente dal suo sito, Grillo ha dettato una serie di regole e regoline da seguire pedissequamente qualora un esponente del Movimento dovesse essere eletto alle prossime elezioni politiche. “Un codice di comportamento” al quale attenersi una volta eletti. Tutto in nome della trasparenza e della legalità: “rendicontazione spese mensili per l’attività parlamentare (viaggi, vitto, alloggi, ecc)” o anche, ad esempio, “il parlamentare eletto dovrà dimettersi obbligatoriamente se condannato, anche solo in primo grado, nel caso di rinvio a giudizio sarà invece sua facoltà decidere se lasciare l’incarico”.
Tutto molto nobile, tutto molto bello. Sempre se poi tali regole verranno applicate nella vita reale e non resteranno un semplice “fioretto”.
Al momento, non possiamo dirlo. Possiamo solo riflettere ancora sul significato della lettera dei grillini milanesi: chiedere ad un giornalista di usare determinati termini, di adottare un glossario che ha ottenuto il via libera di un partito o movimento, che dir si voglia, è quanto più di antidemocratico ci possa essere.
Inoltre, questa volta non deve passare il messaggio che inviare una lettera con un contenuto simile sia stato semplicemente un gesto ingenuo. Ora i grillini sono una realtà politica a tutti gli effetti, i risultati delle elezioni siciliane lo dimostrano ampiamente. Ogni loro azione è un gesto politico e in quanto tale deve essere responsabile nel rispetto delle norme che regolano la vita della nostra democrazia, perché questo siamo.
Perché c’è modo e modo, con cui si chiede qualcosa. C’è tono e tono, con cui ci si rivolge a qualcuno. E certe, troppe cose di questa letterina ci hanno ricordato richieste, diciamo così, che si avanzano solo ad una certa stampa. Quella di regime.
(Anche su T-Mag)

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog