Magazine Cultura

La lettera: mezzo e veicolo ai quali affidare il proprio cuore e la propria anima – DOMENICO GAROFALO

Creato il 21 luglio 2013 da Thoth @thoth14

MESSAGGIO

Scrivimi una lettera fra tanto tempo

Scrivimela a mano, di tuo pugno.

Prova a mandarmi tanti pezzi del cuore.

Scrivimi come stai dall’inizio alla fine,

origine o magica polvere.

Oppure scrivimi niente.

Mandami la busta vuota con dentro la tua anima

ed io senza scriverti niente

ovunque sarò ti risponderò

e tu saprai sempre riconoscermi nelle mie poesie.

C’è un bacio sul tavolo, me l’hai lasciato qui.

E ricordati non sempre, ma spesso una cosa,

la tua vita può vedere tutti i miei desideri,

perché i miei desideri sono all’altezza dei tuoi occhi.

Domenico Garofalo

 

La lettera: mezzo e veicolo ai quali affidare il proprio cuore e la propria anima – DOMENICO GAROFALO
Mistero recondito, sublimità senza tempo, forza comunicativa dai sensi molteplici, trasmissione di un pensiero, di un’idea, di un sentimento altrimenti impossibile, un messaggio rende vicina la lontananza, talvolta carpisce nel lontano tutto l’esotico che accomuna, vanificando la solitudine e la tristezza, saldando le anime e i cuori.

MESSAGGIO di Domenico Garofalo, una poesia, versi che si percepiscono e si diffondono come un richiamo, anzi, sono un richiamo nascosto alla presenza, a voler essere presenza, a farsi presenza viva e reale. La lettera è sempre stato il mezzo e il veicolo ai quali affidare il proprio cuore e la propria anima affinché giungano e raggiungano, portino e rechino le parole che si ritengono più belle o più intense, più dure, più aspre o più dolci, più intense o più significative a una persona, che qualche volta può essere anche immaginaria, ma che comunque è ritenuta importante. L’attesa di una lettera è trepidante come un sogno, tenace come la speranza. Il sollecitare una lettera da un amico o dalla persona amata è vibrante come la pioggia di primavera, rimescolìo di energie spazzate via dal vento e dal sole dell’estate. Vi sono esempi molteplici in letteratura di interi romanzi epistolari, di passioni meravigliose e spesso mortali vissute e consumate attraverso il messaggio della lettera che diventa, perciò, pulsante di vita propria. I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER di Wolfgang Goethe o LE RELAZIONI PERICOLOSE di Chordelos del Laclos tanto per citarne alcuni, sfocianti in alta poesia, la quale coinvolge non solo l’anima e il cuore ma anche i cinque sensi e finanche le pulsioni erotiche più oscure. Sembra esserci quasi una punta di nostalgia nei versi di Domenico Garofalo e un voler andare oltre il tempo e lo spazio, oltre il sentire del momento, la contingenza del giorno, il distacco che appartiene ormai al passato e il desiderio di annullarlo in un futuro che forse non verrà e che rimane sospeso nella sfera dell’inimmaginabile. Egli chiede ma non implora; sollecita ma non supplica. L’uso più frequente del verbo scrivere si configura quasi come un metaforico aggrapparsi alla scrittura, che dal niente può trarre il racconto della vita e trasfigurarlo anche in purezza originaria e polvere magica dalla quale si può rinascere molte volte. Viene spontaneo domandarsi ora: una lettera scritta su un semplice foglio di carta da una mano che impugna una penna è ancora possibile? Si possono racchiudere ancora in essa i propri segreti, le proprie pene o le proprie gioie? Gli sms, le e-mail, facebook, twitter e altre realtà digitali di questo genere dominano e mediano la comunicazione fra le persone. Ma “il comunicare”? Io lo lascio custodire da sempre alla carta e alla penna. Per me niente potrà mai sostituirle in ciò.

Francesca  Rita  Rombolà


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine