Magazine Politica

La lettera repubblicana all'Iran è un palese tentativo di bloccare i negoziati sul nucleare

Creato il 15 marzo 2015 da Pfg1971

La lettera repubblicana all'Iran è un palese tentativo di bloccare i negoziati sul nucleare

La lettera repubblicana all'Iran è un palese tentativo di bloccare i negoziati sul nucleare

La scorsa settimana,  47 senatori repubblicani hanno inviato una lettera alle autorità iraniane, in particolare alla guida suprema l’ayatollah Ali Khameney.

 

Non si è trattato di una missiva di sostegno ai negoziati in corso tra gli Usa e il gruppo di paesi che affiancano Washington nel tentativo di arrivare ad un accordo sul nucleare iraniano.

 

Tutt’altro.

 

I senatori repubblicani hanno voluto mettere in chiaro che l’eventuale trattato che potrebbe seguire alle trattative non avrà alcun valore e che il successore alla Casa Bianca di Barack Obama non si sentirà vincolato ad esso.

 

Anzi, se lo vorrà, potrà cancellare ogni impegno con un semplice tratto della sua penna.

 

Siamo di fronte ad un evento senza precedenti.

 

Non era mai successo che il partito di opposizione decidesse di entrare a gamba tesa in strategie diplomatiche su cui i legislatori non hanno alcun potere.

 

Hanno il potere di dichiarare guerra, come prevede il War Powers Resolution del 1973, ma, secondo la costituzione, è il presidente che può condurre negoziati con altre nazioni.

 

Il Senato può approvare i trattati conseguenti con una maggioranza di due terzi.

 

La lettera contiene anche degli errori molto palesi.

 

Ad esempio, parla di accordi sulla realizzazione di armi atomiche da parte di Teheran, ma non è in corso alcun negoziato internazionale sul programma atomico bellico iraniano, perché se così fosse, non ci sarebbe alcun bisogno di trattative diplomatiche.

 

Poiché l’Iran ha firmato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare del 1968, se avesse deciso di avviare la costruzione dell’atomica, avrebbe già violato tale accordo e quindi sarebbe fuori da ogni logica diplomatica.

 

Ma a parte ciò, la lettera appare come un palese tentativo di minare l’autorità del presidente di condurre la propria politica estera.

 

Si tratta di un precedente di rilievo che dovrebbe far paura a qualsiasi esponente repubblicano che, un domani, avesse mire presidenziali.

 

Non solo, secondo alcuni commentatori, la missiva spedita a Teheran potrebbe violare anche il Logan Act.

 

Una legge del 1798 che proibisce a cittadini americani non autorizzati di intrattenere rapporti diplomatici volti a screditare il governo americano.

 

Secondo altri, non vi sarebbero gli estremi di una violazione di simile legge, in quanto, il Primo Emendamento alla costituzione, che garantisce la libertà di parola, permetterebbe simili atti.

 

Sia come sia, l’iniziativa dei senatori repubblicani rappresenta un duro colpo ai tentativi di Obama di giungere ad un accordo sul nucleare iraniano.

 

Lo stesso ministro degli Esteri persiano Java Zarif si è detto estremamente meravigliato del gesto e non ha potuto fare altro che constatare che esso esprime la volontà di non voler giungere a nessun tipo di accordo.

 

Barack Obama ha detto di sentirsi molto imbarazzato dall’invio della lettera e ha rilevato anche l’ironia di quanto siano in perfetto accordo i sostenitori della linea dura a Washington e a Teheran.

 

Tra i non firmatari della nota vi è anche il presidente della Commissione Esteri del Senato, Bob Corker, che ha avuto stretti contatti con il segretario di Stato John Kerry, protagonista per gli Usa dei negoziati con l’Iran.

 

La mancata firma di Corker evidenzia il carattere del tutto estemporaneo dell’iniziativa: un tentativo di bloccare gli sforzi diplomatici della Casa Bianca.

 

Non solo, i senatori che hanno inviato la lettera hanno danneggiato gravemente la posizione americana nel mondo. In sostanza, hanno voluto dire alle altre nazioni di non riporre alcuna fiducia negli Usa, poiché gli impegni assunti potrebbero essere del tutto rigettati da un cambio di inquilino alla Casa Bianca.

 

Ma cosa vi è dietro l’iniziativa, oltre alla volontà di indebolire i negoziati con l’Iran? Per rispondere bisogna tenere conto del fatto che il principale responsabile dell’iniziativa, il neo senatore dell’Arkansas, Tom Cotton, lo scorso novembre, ha ricevuto ben 960.000 dollari di finanziamento elettorale da Emergency Commitee for Israel, una organizzazione sostenuta da Bill Kristol.

 

Questi rappresenta uno dei principali esponenti della corrente di pensiero dei neocon, gli interventisti a favore della diffusione della democrazia nel mondo e principali protettori di Israele che hanno influenzato gran parte della politica estera di George W. Bush.

 

Si tratta quindi di forze che vorrebbero contrastare le scelte internazionali di Barack Obama, in particolare per ciò che riguarda l’Iran, da questi considerato il principale nemico di Gerusalemme.

 

Una posizione molto dura e in contrasto anche con quella di Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano che, nel suo discorso al Congresso di inizio marzo, ha, in sostanza, accettato la possibilità che l’Iran mantenga un certo grado di sviluppo del suo potenziale nucleare a fini non bellici.

 

In tutto questo, l’unica nota positiva per Obama resta il fatto che la lettera dei senatori repubblicani ha avuto l’effetto di ricompattare i parlamentari democratici intorno al loro presidente.

 

Infatti, poco prima dell’invio della missiva, la maggioranza repubblicana era riuscita a convincere un certo numero di senatori democratici a votare per superare il possibile veto che Obama avrebbe potuto porre per evitare

l’imposizione, da parte del Congresso, di ulteriori sanzioni verso l’Iran, in caso di prolungamento dei negoziati.

 

Ora, la lettera ha riportato tutto in alto mare e ha infranto ogni ipotesi di iniziative bipartisan       

La lettera repubblicana all'Iran è un palese tentativo di bloccare i negoziati sul nucleare

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :