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"La macchina degli abbracci" ed il mondo degli animali, visto con gli occhi di Temple Grandin, un 9 Agosto singolare

Da Simoeffe


In scena per questo VENERDI' DEL LIBRO  La macchina degli abbracci di Temple Grandin, uscito in ristampa -  marzo 2011 (Adelphi)-
Care Amiche di Venerdì del Libro,  vi confesso che questo libro, consigliatomi per cercare di  relazionarmi  con un giovane studente che tutti noi docenti seguivamo secondo una particolare  terapia comportamentale applicata - ABA-,   mi ha stupito. Non conoscevo Temple Grandin. E questo suo libro-lavoro è stata una gran bella scoperta, oltre quattrocento pagine che ti invitano  con riferimenti psicologici e scientifici messi a punto con grande sapienza e semplicità divulgativa. In primo piano soprattutto il comportamento delle mucche e dei cani. Ma scopriamo anche il mondo dei pesci e quello degli uccelli.Fin da bambina Temple Grandin ha sempre avuto più facilità di rapporto con loro che con le persone, che a fatica accettavano quella forma di incomunicabilità di cui soffre. Quando sua madre la teneva in braccio, Temple si irrigidiva  cercando di divincolarsi. Solo a 4 anni ha pronunciato le prime parole: poche, sporadiche. Invece di fare puzzle masticava le tessere e le sputava.  Ma con le mucche era diverso: da ragazzina nel ranch di sua zia in Arizona passava ore sdraiata tra questi animali. Le accarezzava, ne percepiva gli umori, ne capiva le paure.
Il senso della vita  di Temple Grandin insieme agli animali e soprattutto con le mucche, gli americani lo hanno capito in un film per la tv che racconta la straordinaria evoluzione della sua vita. Da bambina destinata, secondo i medici, a finire i suoi giorni in una casa di cura a professoressa di scienze animali all’Università del Colorado (oggi ha 63 anni). Da adolescente che  non riusciva a  gestire anche la più elementare emozione a importante specialista dell’ingegneria che ha disegnato circa metà degli allevamenti di bestiame negli Stati Uniti, per ridurre al minimo lo stress cui sono sottoposti gli animali. 
In un'intervista rilasciata a Panorama afferma: «Senza l’autismo non avremmo forse avuto Albert Einstein o Wolfgang Amadeus Mozart. Chi pensa che abbia inventato il registratore che sta usando? Probabilmente un signore affetto da una forma più o meno lieve di autismo che invece di perdere tempo ha passato ore a cercare di risolvere il problema della riproduzione del suono». Quindi “Diversa ma non inferiore” è sempre stato il motto di Temple Grandin.
«Durante la pubertà avevo in continuazione attacchi di panico. Un giorno ho visto che quando una mucca veniva stretta fra le grate per la vaccinazione, si calmava. Allora ho provato a mettermi anch’io in quel recinto, e la pressione ha calmato anche me».
E Temple, si costruì "una macchina degli abbracci".  Con l'aiuto di un professore del «collegio speciale per ragazzi dotati e con problemi emotivi»  dove studiava, Temple mise insieme, con un piccolo compressore e due fogli di compensato, una «macchina per gli abbracci». Carponi, stretta da quelle fredde braccia meccaniche, sentì che il suo corpo veniva rassicurato dal non dover interagire con un essere umano per godere del piacere di essere abbracciata. 
UN PARADOSSO? ma occorre ricordare che per un individuo di tale fatta un abbraccio umano può portare  un sovraccarico sensoriale di impulsi contraddittori.  Temple sentì che la sua mente  si calmava  e incominciava a lavorare in modo diverso.  Si riconciliò con se stessa come noi facciamo tutti i giorni. Questa macchina, e l'assidua compagnia dei cavalli nel maneggio della scuola, le fece superare l'adolescenza e, soprattutto, le permise di non rimanere intrappolata nel suo panico e di realizzarsi - con successo pubblico ed economico - proprio attraverso di essa.


IMPORTANTE PER TUTTI NOI QUESTA AFFERMAZIONE: «Le persone autistiche e gli animali ragionano nello stesso modo, non usano le parole ma il linguaggio sensoriale di suoni, odori, tatto.».
E' una simpatica donna scienziato anche quando dice: «Perché mi fai domande così astratte? Io non ragiono così. Googlami! Usami come Google: di’ una parola e io traduco in immagini cosa mi viene in mente».
Per dominare i suoi attacchi di panico si è affidata a curare quelli delle  mucche:  ha disegnato allevamenti che prendono spunto dal comportamento naturale degli animali. «Le mucche hanno un ampio spettro visivo e tendono a essere spaventate da suoni e ombre, che vanno tenuti al minimo. Anche una piccola catena fuori posto può turbarle, perché da quel che non è al suo posto in natura deriva una sensazione di pericolo. Inoltre sono più tranquille quando si muovono dentro il loro gruppo in circoli, perciò ho disegnato percorsi costellati da curve che impediscono alla mandria di vedere gli uomini che danno loro ansia».

Addirittura al famoso neurologo Oliver Sacks ( The Guardian) ha detto di sentirsi, quando interagisce con le persone «normali», come un antropologo su Marte (definizione che diede origine al titolo di uno dei più noti saggi di Sacks): «Adesso va molto meglio. Nei casi di paure nella vita, più cose nuove fai più impari».
Ora la macchina degli abbracci si è rotta  ed il fatto di non avere trovato il tempo di ripararla, ci  dice che forse non ne ha più bisogno. Sono quindi gli animali seguiti con lo sguardo attento di una donna coraggiosa e ricca di curiosità,  i protagonisti di questo libro. Lei che a diciotto anni si è costruita proprio  una macchina per gli abbracci.
E Temple, giovane  con molti problemi di relazione, capì di avere una speciale affinità con gli animali e  che per essere felice avrebbe dovuto studiarli e stare con loro il più possibile. Quel che non sapeva è che varie altre - e non meno spiazzanti - scoperte avrebbero fatto di lei uno dei più famosi esperti del comportamento animale. E' stato ed è ancora il suo riscatto.
Sono stata fortunata perché mia madre mi ha inserito in un programma che mi ha permesso di apprendere – ha detto la scienziata in un'intervista elencando tutti i “suoi” problemi: dall’elaborazione sensoriale a quelli uditivi, a quella parte, grande, del cervello piena di timore e pena, alla comunicazione e linguaggio, al modo di pensare per immagini. “E’ come se avessi una telecamera nella parte posteriore del cervello e un centro di elaborazione a cui arrivano i file visivi – ha spiegato Grandin Temple – Gli autistici sono bizzarri, strani, ma nascondono abilità. L’importante è cominciare presto, a due o tre anni, e insegnare attraverso esempi specifici perché la mente "particolare" cerca sempre i piccoli profondi dettagli”.


Ma che cosa accomuna tali persone agli  animali? Rispondono agli stimoli esterni in modo diverso dalla norma, e tuttavia secondo regole precise, con un linguaggio interiore coerente e un'attenzione concentrata su particolari visivi, uditivi e tattili che a noi sfuggono del tutto. Per Temple, incapace di capire i rituali della socialità, un abbraccio non è  che un sovraccarico sensoriale di impulsi contraddittori.
Agli animali capita lo stesso con una grande varietà di stimoli, che interpretano secondo i loro codici specifici. Un impermeabile giallo appeso a un cancello per noi non ha alcun significato particolare, ma per una mucca è un segnale, che può scatenare reazioni di panico. Per un cavallo anche un'ombra potrebbe apparire minacciosa. Per scoprire questa correlazione inaspettata occorre una mente fuori dal comune, in grado di vedere la realtà dal punto di vista dell'animale.

Perché capire il linguaggio degli animali non è solo un'avventura intellettuale, ma anche un modo concreto per imparare a comunicare con loro: grazie a questa donna e al suo affascinante mondo interiore, oggi siamo in grado di farlo un po' meglio.
Temple Grandin è la testimone della profonda empatia che, lo vogliamo o meno, ci lega agli animali, anche se spesso non ce ne rendiamo contro. Ecco l'importanza della pet terapy con  cani, cavalli, mucche e tutti gli altri animali: «Quella particolare forma di chiusura di questi  individui - scrive Temple - è una sorta di stazione intermedia sulla via che porta dalle bestie all'uomo, il che pone queste  persone  in una posizione perfetta per tradurre il "linguaggio animale" in linguaggio umano. Io riesco a spiegare agli esseri umani perché gli animali fanno ciò che fanno».


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