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E se questa presenza fosse molto più reale di quello che ognuno degli occupanti della casa sospetta?
E chi è questa mamà? E' veramente la madre delle bambine? Perchè vuole portare con sè le piccole?
La risposta sta in una vecchia storia....
Prendi un regista argentino trapiantato a Barcellona da molti anni, fagli realizzare un corto di 3 minuti appena girato nel 2008 che fece parlare di sè al Sitges e soprattutto fai arrivare in qualche modo questo corto al cospetto di Guillermo del Toro che in questi ultimi tempi sta facendo più il produttore e il talent scout che il regista. Da qui l'ascesa di Andres Muschietti, subito ribattezzato Andy all'americana, a cui nel frattempo viene elargito un budget di 20 milioni di dollari per realizzare un film a partire dal suo cortometraggio.
Cosa peraltro pericolosa perchè arrivare da 3 minuti a 99 può voler dire di allungare il brodo oltre ogni misura. Soprattutto perchè il corto, una discreto colpo basso basato soprattutto sul non detto e sull'espressività di due bambine che all'interno di una grande casa cercano di fuggire da una specie di fantasma spaventoso, era già autoconclusivo in maniera piuttosto soddisfacente pur lasciando molti punti interrogativi in sospeso.
Nel film viene creato tutto il background alla storia delle due bambine e purtroppo si scivola presto nel clichet da ghost story senza troppi guizzi eccetto un finale che, sotto le spoglie di fiaba dark , sfiora quasi il melodramma lancinante.
Quindi se c'è qualcosa che colpisce di La madre non è certamente la storia : d'altra parte c'è però un comparto visivo di primissimo ordine ( la fotografia dalle tonalità spettrali è di Antonio Riestra, già direttore delle luci in Pa Negre di Agustì Villaronga che dona un'aria familiare da horror spagnolo al tutto, da Del Toro a Villaronga passando per Bayona), una regia che cerca angolazioni sempre originali e che regala diverse sequenze di forte impatto emotivo,oltre alla presenza di un'atmosfera sulfurea inquietante in presenza della mamà del titolo ( creaturona in CGI che forse sarebbe stato meglio mostrare il meno possibile).
Da sottolineare anche l'ottimo commento musicale ad opera di Fernardo Velàzquez, già autore delle musiche per The Orphanage ( ancora l'aria di famiglia) e per il recente The impossible.
Jessica Chastain mette la sua bravura al servizio di un personaggio sbalestrato, letteralmente nascosta sotto una parruccona nera a caschetto mentre le due bimbe protagoniste sono brave e credibili: non danno sicuramente quell'idea di piccoli mostri alla Little Miss Sunshine che infestano letteralmente molti film americani.
E il film gioca molto su queste due bambine e meno sui personaggi adulti che sono solo un corollario alla loro vicenda di separazione traumatica dai loro genitori e alla difficoltà di elaborare un lutto troppo grande per due esserini così piccoli e indifesi.
Il finale con arzigogoli di sceneggiatura non particolarmente originali cambia un po' le carte in tavola ma complessivamente non più di tanto.
La madre si rivela comunque un'efficace compilation di spaventi che prende molto dalle ghost stories di matrice spagnola e qualcosa dal J horror ( le apparizioni di mamà con questi capelli neri corvini che le ricadono sul volto per coprirlo) .
Il tutto confezionato all'americana.
La madre è film che vale soprattutto per la sua confezione e che non deluderà gli appassionati.
Basta non pretendere originalità a tutti i costi.
E comunque Jessica Chastain è sempre un bel vedere, anche sepolta sotto parrucconi inguardabili.
( VOTO : 6 + / 10 )
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