Quando visiti, in estate, le fonti di Sardegna le sensazioni si somigliano sempre.
Fresco, tanto per cominciare. Un fresco appagante e salutare.
Vespe che ronzano. Sono praticamente ovunque. E se condividiamo l'idea che le Janas siano in realtà piccole api e vespe operose, vien subito da sorride, e la loro presenza non infastidisce più.
Scroscio di acqua. E' il rumore più antico e bello del mondo. Dell'acqua che picchia sulla pietra. Dell'acqua che ha la pazienza di cadere ininterrotta e fresca e della pietra che la riceve, si rinfresca, si leviga, ma non si rompe.
Profumo di verde. Perché tutto intorno è arso e secco, croccante e giallo, ma lì, nei pressi dell'acqua la natura si è come concentrata e parlotta con effluvi profumati e vento fresco.
Quando ho visitato la Fonte di Tiu Memmere, nuragica a detta di qualcuno, c'era fresco, vespe, scroscio d'acqua e profumo di verde.
Un'oasi, ho pensato, un'oasi fresca che aspettava me. Ho scattato qualche foto, poi il posto ha preso vita. Sono arrivati bambini accompagnati dai nonni e genitori. La fonte, è diventato chiaro, è ancora viva.
Non so come si chiamasse prima, ma ho letto che oggi la fonte si chiama di Tiu Memmere (Zio Memmere) perché quando ancora era frequentata dalle lavandaie, Tiu Memmere le aspettava tutti i giorni per fare il galante. Raccontava loro storie, forse cantava per loro, le intratteneva e con il tempo quell'acqua e quella fonte è diventata di Tiu Memmere, per usucapione direi.
Prima di visitarle ho letto da qualche parte che a berle si diventi pazzo.
Le ho bevute.
Pazza no, euforica lo sono diventata di sicuro. Non sono solo fresche e montane e in agosto già basterebbe, ma leggere e saporite, da ritenersi curative probabilmente, magiche.
Lo dimostra il fatto che ancora oggi le si reputa tali. Ecco qualcosa di interessante che ti spingerà a visitare il luogo: le acque di Tiu Memmere esaudiscono i desideri.
Il 23 di Giugno, la notte che precede San Giovanni, c'è chi pratica il rito de s'abba muda. E' qualcosa di antico, lontano, suggestivo, che evoca storie lontane. Lo praticano anche a Bono, per questo la cosa mi ha colpito parecchio. Le cose vanno più o meno così: ci si reca nella chiesa intitolata al santo, si tocca la statua, si arriva a piedi e in silenzio alla fonte. Ti immagini la suggestione del momento. A quel punto ci si lava le mani e ci si bagna il viso, e in silenzio, rispettando l'atavico tabù del non voltarsi indietro, si torna alla chiesa. Toccare la statua significa sciogliere il voto del silenzio.
Chi è riuscito nell'impresa avrà esaudito un desiderio precedentemente espresso. Durante questa occasione è importante ricordarsi di non camminare mai al centro del sentiero, ma ai lati. Il centro è riservato alle anime dei defunti che durante la notte di San Giovanni frequentano il luogo.
Le fonti di Tiu Memmere, di origine nuragica, diventate poi lavatoio sono ancora visitabili. L'acqua è ancora buonissima, l'atmosfera è ancora magica. Si trovano nella periferia di Cuglieri e visitarle è confortante e rigenerante. D'altronde le acque, tutte le acque sarde sono speciali.Articolo letto : (52)