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La maglia alla guerra

Da Aknittingbear
Alcuni giorni fa ho visitato, quasi in extremis, perché ha chiuso i battenti il 5 ottobre, una mostra di fotografie di Robert Capa, qui a Genova, a Palazzo Ducale. Robert Capa (Il suo vero nome era Endre Friedmann), fotografo Ungherese di indiscutibile fama e talento, si occupava di fotogiornalismo, ed era un reporter dal fronte, dai tempi della guerra civile in Spagna (dove perse la vita sua moglie, la fotografa Gerda Taro) alla prima guerra d'Indocina, durante la quale morì, saltando su una mina, nel 1954.
Le foto esposte erano quelle che Capa scattò in Italia, durante la Seconda Guerra Mondiale. Il mio stupore cresceva, una foto dopo l'altra, per l'incredibile capacità dell'autore di cogliere situazioni buffe, inquadrandole magistralmente, al volo e con mezzi decisamente meno versatili di quelli a nostra disposizione,  di ritrarre volti e situazioni piene di dolore e drammaticità con grazia e poesia, vedere le foto in grande formato è molto diverso da sfogliare libri e cataloghi, ma la sorpresa mi aspettava proprio in fondo alla mostra. Una foto particolare: due donne, autiste delle ambulanze francesi, si rilassano lavorando a maglia, una con un gioco di ferri, l'altra con i ferri dritti, in attesa di essere chiamate per il loro turno, sotto le bombe. Erano a Cassino, nel 1944. Chissà se hanno potuto finire i loro lavori, se sono tornate a casa.
La maglia alla guerra
Capa diceva che, se le foto non sono abbastanza buone, significa che non sei abbastanza vicino. Cerco sempre di ricordarmene, perché è vero, e non solo in termini di metri.
Se amate la fotografia, vi consiglio il libro Leggermente fuori fuoco (ed. Contrasto), con testi e foto di Robert Capa. ci sono molte foto della mostra (non questa, però) e gran parte della sua vita di fotografo al fronte.

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