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la malaria nel cervello...

Creato il 11 settembre 2014 da Omar
la malaria nel cervello...Sono sicuramente ghiotte e meritevoli le aspirazioni della blasonata Ami Canaan, che con la sua opera seconda Le paludi della morte costruisce un thriller torbido e impregnato al punto giusto di putridume, tra loosers di chiara derivazione peckinphaniana e paludi che portarono al cannibalismo anche i nativi.I geni paterni (la regista è figlia di cotanto Michael Mann) si manifestano nella fotografia dal respiro ampio e ambizioso, nel ritmo implacabile che mozza a tratti il fiato, nelle musiche quasi rycooderiane di Dickon Hinchliffe, negli scoppi di violenza improvvisa che destabilizzano (il prefinale nella casa è un pugno allo stomaco assai ben congegnato) e nei redneck grugnenti (come non rimarcare l'efficacia di Jason Clarke nonché la bravura di un viscido Stephen Graham) conditi come da cliché di famiglie del tutto disfunzionali (ritroviamo qui una sfatta ma incisiva ex Laura Palmer). Una visione d'insieme nitida che pesca a piene mani da referenti importanti, insomma, che la brava cineasta impreziosisce di personali tocchi quasi fiabeschi (la piccola Chloe Moretz in balia degli orchi, che si racconta filastrocche per esorcizzare il male, ha un retrogusto quasi kinghiano), straordinaria la sequenza nell'abitacolo del carro attrezzi e commovente l'invito a pranzo del suo tutore (il detective Heigh, interpretato da un intenso Jeffrey Dean Morgan).la malaria nel cervello...la malaria nel cervello...A queste premesse ottime fa però difetto uno script che lentamente si attorciglia su sé stesso trasformandosi in un labirinto di intrighi e sospetti dove tutti - ma va? - sono colpevoli. Scritto da Donald Ferrarone, ex agente della DEA e autore dell'omonimo romanzo da cui la pellicola è tratta (Texas Killing Fields è il titolo originale ispirato a fatti realmente accaduti nella zona paludosa della costa dove sono stati ritrovati numerosi cadaveri di giovani donne), il film è un'opera corale che vive delle molteplici voci di anime disperate in balia degli eventi e talvolta gioca sporco, lasciando volutamente alcune tracce insolute e scardinando i luoghi comuni del piacere della sorpresa. Il tentativo è sicuramente quello di mostrare un Texas lercio e metafisico, inteso quasi come «stato d'animo» (concetto caro a Joe R. Lansdale, e che bomba sarebbe stato questo film se avessero affidato a lui la sceneggiatura) ma la bellezza delle  location resta sfregiata da una storia che s'inceppa tra le volute di un girato troppe volte accademico. Pur armata di intenzioni assolutamente valide e degne del nostro più accorato plauso, la figlia di Mann fallisce pertanto il bersaglio e invece di accompagnarci nelle paludi malariche che infettano il profondo di ognuno di noi ci mostra uno spettacolo affascinante ma poco originale se non velatamente sterile; eppure come non andare in sollucchero dinanzi a un'atmosfera classica che pare uscita dagli anni 80 nelle sacche di un Dennis Hopper o di un Walter Hill?In tutto ciò, impossibile non segnalare - con una certa dose di turbamento - la mostruosa somiglianza del protagonista Jeffrey Dean Morgan con due celebri e amatissimi personaggioni dello star-system, Javier Bardem e Robert Downey Jr. (guardare per credere: Morgan sembra l'anello di congiunzione tra i due)la malaria nel cervello...

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