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LA MAREA NERA CHE FUORIESCE A LARGO DEL MESSICO è UN DISASTRO EPOCALE. I PESCATORI DEL MISSISSIPPI “DEVONO PAGARE , DEVONO PAGARE TANTO, DEVONO PAGARE TUTTO”

Creato il 06 maggio 2010 da Madyur

“Niente quelle chiazze ci sono sempre”. Lo dicono i “capitani” pescatori di Venice (Usa) colpiti dalla marea nera della piattaforma inglese a largo del Messico. Tutti i capitani hanno un biglietto colorato che invita i turisti alla pesca. Ma in questi giorni a Venice di turisti ce ne sono pochi, i giri in barca ce ne sono centinaia, tutti monopolizzati dai network televisivi e dei giornalisti che hanno raggiunto il delta del Mississippi da ogni parte del mondo.

BARRIERA MISSISSIPPI

Il capitano Allen segnala ogni piccolo movimento: un paio di pellicani a riva, qualche gabbiano che sorvola , qualche pesce che si intravede a malapena sotto l’acqua increspata. “Più avanti non si può andare , appena il Delta si apre verso il mare le onde sono troppo alte , mi spiace possiamo solo girare qui attorno”.

I capitani come tutti in questa città maledicono la British Petroleum , se la prendono con il governo federale “Il presidente doveva muoversi prima”, ma anche con quello del governatore locale Jindal “Io neanche voto , faccio il mio lavoro qui , in grande libertà, mi piace pescare , mi piace la natura , ero felice e adesso la mia vita è sull’orlo della rovina” dice capitan Allen.

Sono pronti a far causa alla Bp “Devono pagare, devono pagare tanto, devono pagare tutto”. Si vedono alcune macchie provocate dai solventi chimici , non fa bene al fiume , ma dicono chge si è l’unico modo per fermare il petrolio. “Ci sentiamo tutti impotenti” aggiunge Allen.

Al bar-ristorante della città, Cypress Cove, i volontari di Greenpeace e Bucket Brigade distribuiscono volantini che invitano la gente del luogo a diventare reporter contro la marea, ad inviare foto , segnalazioni ad ogni angolo del delta. Greenpeace sensibilizza i locali anche sui rischi degli additivi chimici buttati a migliaia e migliaia di litri nelle acque.

Qualche pescatore ha accettato di lavorare per i petrolieri per ripulire la marea nera. Ripuliscono le acque e soprattutto installano barriere galleggianti , per proteggere le paludi e gli acquitrini che formano il delicato sistema ecologico del grande fiume americano. Sono pochi rispetto a quello previsto ( 1400 ) , ma il numero è destinato a crescere, visto che il lavoro abituale in questa città non c’è più e “dobbiamo trovare qualcosa per sbarcare il lunario e dare da mangiare alle nostre famiglie”.

Attorno ad una delle aree più a rischio del Delta , l’Isola Breton , quasi distrutta da Katrina , è stata installata una doppia barriera galleggiante lunga due kM, la prima per fermare il greggio, la seconda per assorbire ogni liquido inquinante.

“Facciamo il possibile , ma servirà poco o nulla. Dipende dalle correnti , dai venti, magari questa parte del delta avrà meno danni di quelli che si dice, ma il disastro sarà comunque a poche decine di miglia da qui. E sarà un disastro epocale”

madyur

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