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La mazzetta – Sergio Corbucci

Creato il 27 marzo 2012 da Maxscorda @MaxScorda

27 marzo 2012 Lascia un commento

La mazzetta
Qualche scimmietta ammaestrata fa finta di scandalizzarsi per la corruzione dilagante, qualche imbecille invece crede davvero sia un fenomeno recente.
Non e’ che questo film faccia luce su chissa’ quale sconvolgente verita’ e del resto Corbucci non fu eletto santone della lotta all’illegalita’ come accade a qualcuno oggigiorno ma ci mette del suo per raccontare una storia con sfumature progressive di delinquenza a Napoli, nessuno me ne voglia, citta’ che meglio si presta per questo tipo di racconto.
Manfredi e’ un non-avvocato, neppure commercialista, con laurea guadagnata per meriti sul campo, un trafficone che pratica sul tavolino di un bar, procurando licenze e invogliando "favori" dai quali intasca briciole rimaste nei passaggi di mano. Paolo Stoppa e’ un nome nell’edilizia partenopea, con tutti gli annessi e connessi che cio’ comporta ma anche un padre sconvolto dalla fuga della figlia e dalla sparizione di carte che compromettono il suo rapporto con un pesce grosso questo si legato a filo doppio con la delinquenza, quella organizzata che all’occorrenza sa fare male.
Manfredi, sempre in cerca di soldi e con qualche debito con Stoppa, viene da lui convinto ad andare a cercargli la figlia, o meglio i fogli e per quanto titubante accetta anche se i primi morti gia’ danno la misura dell’aria che tira.
Ci si mette anche Tognazzi, il commissario a creare per cosi’ dire problemi e la faccenda si complica di ora in ora.
Storia raccontata in bilico tra dramma e ironia, serio e faceto che stridono talvolta alla luce dei fatti e funzionali esclusivamente alla trama, perche’ seppur distanti dalla realta’ dei fatti, lo scheletro del thriller ha dei meriti.
Film che si regge sull’eccellenza dei suoi interpreti e su questi non si scherza perche’ bastano ed avanzano per qualunque soggetto e del resto saper mescolare il giallo alla commedia, la cronaca alla fiction e’ di per se’ un gran risultato, un po’ come scoprire che Marisa Laurito e’ stata anche giovane e magra.
Non un cult ma ugualmente da non lasciarsi scappare.
Un ultimo appunto: l’ingozzata di spaghetti al nero di seppia ha per me il sapore tragico della cura Ludovico per Alex e passassero secoli, odiero’ Corbucci in eterno.

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