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La mente paradossale: il "tassello mancante" della crescita personale...

Da Genna78

La mente paradossale: il "tassello mancante" della crescita personale...


Ciao,
hai letto il post su "accettazione e cambiamento"?
come promesso ecco il podcast dedicato proprio
a questo argomento fondamentale nel campo
della crescita personale. Se come me segui
questo campo da anni sai che pochi ne hanno
parlato, proprio a causa del suo carattere (per
così dire) paradossale...dove: "più percepisci il
bisogno di cambiare e più devi accettare". Oggi
cercherò di mostrarti questo piccolo tassello
"perduto" della crescita personale...
Sei riuscito ad ascoltarlo? Scommetto che ti stai
ancora chiedendo che cosa intendo per una vera
accettazione. Che cosa ha di diverso dal comune
arrendersi? Ti avviso se stai leggendo il post
senza aver ascoltato l'audio o aver letto il post
di venerdì, sarà difficile comprendere fino in
fondo questo argomento. Che deve essere
"afferrato a due mani"...
...una mano è quella razionale, ora passerò i
prossimi minuti a cercare di convincerti che
accettare è un'ottima idea. Mentre con l'altra
mano dovrai toccare e vivere l'esperienza
"dell'accettazione". In altre parole si tratta
di un concetto che puoi apprendere in modo
"razionale"/"teorico" ma che richiede (come
un po' tutte le cose) una esperienza vera!
In realtà hai provato molte volte l'accettazione,
solo che non lo sai, perché il mondo moderno è
maggiormente orientato al cambiamento. Spesso
senza renderci conto che si tratta di due facce
della stessa medaglia, senza l'uno (in psicologia)
difficilmente può avvenire il secondo. Il modo
più facile per capire l'accettazione è darle un
altro nome, come "disponibilità". Accettare
significa essere disponibili nei confronti di
ciò che accade...
...più sei disponibile e più sei "flessibile" nella
vita. Non mi credi? immagina due sciatori che
vanno a farsi un bel week end in montagna, uno
spera ardentemente che ci sia bel tempo, che
ci sia una buona neve e di trovare alcuni amici
sulle piste. L'altro invece, semplicemente, non
vede l'ora di sciare... in altre parole il secondo
ha meno "aspettative" rispetto al primo e
questo...
...lo renderà probabilmente più flessibile, si
perché se il primo non trova la neve giusta o
gli amici inizierà a rovinarsi il weekend. Non
è, in altre parole, disponibile a venire a patti
con ciò che accade nella realtà. Non capisce
che la realtà non è prevedibile! in questo
esempio si fa sempre più chiaro che chi è
disposto ad accettare ciò che gli capita è
anche più flessibile nelle diverse situazioni.
Esistono persone, che a causa delle proprie
esperienze passate, tendono maggiormente
ad essere come il nostro primo sciatore o come
il secondo sciatore. Solitamente l'esperienze
che la fanno da padrona sono tutte legate al
concetto di accettazione. Immaginiamo un
tifoso di calcio in erba, che va per la prima
volta allo stadio. Ma invece di divertirsi
nota che allo stadio non riesce a vedere
bene la partita...
...che la gente fa un sacco di rumore e chi ci
si mette un sacco di tempo prima di poter
vedere i propri idoli giocare. Più rifiuta, cioè
non accetta, tutte queste cose che magari
non aveva preventivato e più passerà una
brutta giornata. E cosa ancora peggiore
diminuirà la sua voglia di tornare in quel
posto. Inizierà così a diventare sempre
meno disponibile verso questo tipo di
esperienza.
Non lo fa perché è "fobico del calcio" o per
qualche strano motivo. Ma semplicemente
per evitare la sofferenza di trovarsi davanti
a cosa che lui "non è disponibile ad accettare".
Si trasforma così in un indisponbilità cronica
nei  confronti del calcio e delle esperienze
che hanno a che fare con lo sport visto dal
vivo. In psicologia chiamiamo questo tipo
di fenomeno "evitamento esperienziale".
Purtroppo l'indisponibilità cronica porta ad
avere reazioni emotive (paradossalmente)
più intense, come prova uno studio condotto
da Solan nel 2004. In pratica cercando di
evitare eventi negativi ed anche a volte i
positivi, quando questi succedono e non
si possono evitare, creano reazioni emotive
abnormi, troppo grandi rispetto al reale
evento.
E' un po' come se, avendo un amico con un
naso particolarmente brutto, di non guardarlo.
Che cosa accadrebbe? più cerchi di non posare
il tuo sguardo su quel naso e più probabilmente
ci cadrà. E quando accadrà la tua reazione
non sarà quella di una persona "comune" che
per caso guarda un naso. Ma sarà spostare gli
occhi velocemente altrove risultando così
ancora più "maleducato".
Più non accetti che potresti guardare di tanto
in tanto quel naso e più le tue reazioni, quando
accadrà, saranno estreme. Un meccanismo
direi più che interessante non trovi?
Ora, fra il post della scorsa settimana,  questo
podcast ed il post che stai leggendo sono più
che certo che tu abbia iniziato a comprendere
l'importanza della dicotomia "cambiamento e
accettazione". Adesso lo hai afferrato (per
così dire) razionalmente ma per ottenere il
massimo da questo concetto è necessario
farne esperienza, ed il modo migliore per
farlo è...
...meditare ed iniziare ad accettare tutto ciò
che ti accade mentre svolgi la tua pratica.
Questo è il modo migliore per provare sulla
tua pelle il concetto di accettazione. Tutto
qua...qualcosa che nel campo della crescita
personale è stato menzionato pochissime
volte e spesso travisato. Si confuso con
il concetto di "zona di comfort" (anche
se ci sono punti di contatto fra i due)...
...sfidare la propria zona di comfort richiede
sicuramente un certo grado di accettazione.
Però diventare disponibile a vivere quelle
esperienze non significa "sfidarle" ma essere
in uno stato dove, qualsiasi esperienza accada
l'accetterò. "Sono quindi dis-ponibile e allo
stesso modo più flessibile".
Fammi sapere che cosa ne pensi, lascia un tuo
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"in diretta".
A presto
Genna


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