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“La metropoli accidentale. Conversazioni su Milano” a cura di Patrizia Ranzo

Creato il 21 ottobre 2011 da Temperamente

“La metropoli accidentale. Conversazioni su Milano” a cura di Patrizia RanzoMilano, la metropoli del nord Italia. Ma cosa significa questo, com’è veramente Milano? Probabilmente questa è stata la domanda da cui Patrizia Ranzo è partita per intervistare Andrea Branzi, Francesco Dal Co, Gabriele Salvatores, Carlo Sini e Emilio Tadini, milanesi di nascita o di acquisizione. Era il 1994 e le Conversazioni su Milano pubblicate da Cronopio offrono lo spunto per riflettere sulla Milano che era e che è adesso, dopo più di dieci anni.

Ciò che si desume facilmente dalla lettura delle Conversazioni è la difficoltà di dare a Milano un aggettivo che la qualifichi completamente, un aggettivo che la definisca totalmente. Milano è la città dove si può fare tutto e vedere tutto, è la città della moda e la capitale del design, la città del regno della media mediocritas, americanizzata già cinquant’anni fa, è la città che anticipa le tendenze che poi si diffonderanno nel resto della penisola. Addirittura, Milano è città ‘brutta’.

Tanti gli attributi che le si addicono e i lati della città che si possono considerare, mentre in realtà Milano si qualifica tramite una litote, negando sè stessa: essa è una città non-fisica (addirittura, inesistente per Andrea Branzi). La città si è trasformata in metropoli in modo assolutamente accidentale, si è sviluppata inglobando territorio senza rendersene conto, abbandonando la forma della città, assumendo una forma senza forma, indefinita, inqualificata e inqualificabile, che solo per convenzione viene chiamata “metropoli”. Essa non è omogenea alle altre metropoli: è una cittàperiferica rispetto a sé stessa”, è priva di un bacino di utenza chiaramente identificabile, ha una funzione più quantitativa che qualitativa. Milano è “nowhere” (Tadini), la città del nessun luogo e del “qui” e “adesso”, la città dove tutto diventa ‘prodotto’, e te lo ritrovi inscatolato e venduto all’angolo.

Certo, se la città è brutta o è accidentale o senz’anima è colpa anche di chi l’ha mal governata per tanto tempo. All’epoca, Palazzo Reale era fatiscente, mancavano gallerie di arte contemporanea, i Musei non erano dotati di attrezzature capaci di accogliere i tesori e le opere d’arte più pregiate estere. In questo senso, le Conversazioni portano decisamente il segno dell’anno in cui sono state rilasciate. Interessante è raffrontare ieri con oggi, cogliendo sia i lati positivi di una politica che è cambiata (e non si parla soltanto del vento di Pisapia&co) e quelli negativi di una politica che resta sempre la stessa, attaccandosi a questioni prerisorgimentali e puramente partitiche (anzi, s-partitiche, perché di dividere la torta del nord da quella del sud si tratta), come fa, faceva e continuerà a fare la Lega.

Milano metropoli dove tutto è possibile, ma soprattutto Milano città con delle cose da fare, altrimenti è finita (Carlo Sini).

Azzurra Scattarella

La metropoli accidentale. Conversazioni su Milano, a cura di Patrizia Ranzo, edizioni Cronopio, 1994


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