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La mia torta di mele Old Fashion

Da Silva Avanzi Rigobello

Ho già postato il 24 maggio una ricetta di torta di mele, una crostata in realtà, ma più morbida e ghiotta di quelle pallide e poco fragranti della mia infanzia.
Ho dedicato anche un intero capitolo del libro ai ricordi legati a questo frutto e ai dolci che ci si possono fare, che ho intitolato “Il tempo delle mele”.
Le mele mi piacciono molto. Meno crude, cotte invece letteralmente le adoro.
Le cucino al forno con le uvette il miele e la cannella, ma le faccio diventare anche un contorno per gli arrosti di maiale per esempio, o le inserisco nella preparazione del curry di pollo, ci faccio la mostarda insieme alle bucce di arancia o le metto a seccare in forno per le decorazioni Natalizie.
Ovviamente le sbuccio e le affetto anche per farne delle torte.
Relativamente spesso regalo a mio marito la gioia di fare colazione e merenda con lo Strudel o la Apple Pie, e ne ricavo sempre una gratitudine sconfinata, ma la mia preferita è la più semplice e tradizionale delle torte di mele, quella con appena quel tanto di farina che serve a tenere insieme la frutta e gli altri ingredienti.

Si sciacquano e si mettono a bagno in 1 bicchierino di grappa tiepida 50 gr di uvette.
Si sbucciano, si tagliano in quattro, si privano del torsolo e si affettano sottili 1200 gr di mele Golden Delicious.
In una grossa terrina si mescolano insieme 100 gr di farina, 100 gr di zucchero di canna, 2 cucchiaini di cannella in polvere, 2 uova leggermente battute, 1 pizzico di sale, 1 bustina di lievito vanigliato per dolci, 100 gr di burro sciolto in 1 bicchiere di latte caldo, le uvette (che intanto hanno assorbito tutta la grappa) e le mele affettate.
Si amalgama tutto e si versa in una teglia rettangolare piuttosto grande, la mia è 39×25, imburrata e infarinata.
Si livella e si spolverizza la superficie con altri 50 gr (2 cucchiaiate colme) di zucchero di canna.
Si inforna a 160 gradi per circa 1 ora e 1/4, anche 1 ora e 1/2. La superficie deve presentare una bella crosticina dorata.

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Io non la sformo, perché è piacevolmente umida e morbida, quindi la taglio a quadrotti a mano a mano che mi servono e il resto lo conservo nella teglia.
L’unica concessione “moderna” rispetto all’originale, che si cuoceva nel forno della cucina economica a legna, è l’uso dello zucchero di canna anziché di quello semolato, che io trovo delizioso in questa torta in particolare, perché ha un lontano e delicato sentore di caramello che con le mele sta benissimo.


Archiviato in:Dolci Tagged: burro, cannella, grappa, latte, lievito vanigliato per dolci, mele, uova, uva passa, zucchero di canna

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