Magazine Psicologia

La “miseria psicologica” dei sex offenders

Da Psychomer
by Maria Concetta Antelmi on febbraio 15, 2013

Negli ultimi anni i casi di violenza sessuale sono in forte crescita. Gli aggressori sessuali (o sex offenders) sono sempre più numerosi, portando a chiedersi: chi sono queste persone e perché lo fanno?

I motivi che spingono ad un tale comportamento secondo la ricerca sono molteplici.

La Dott.ssa Maria Cristina Butti, dell’Associazione di Ricerca di Psicologia Analitica, intravede nella crescita del fenomeno “un malessere che si coglie dal punto di vista del singolo e che si riflette anche a livello collettivo come manifestazione di un disagio, di un bisogno di potere che nasconde un’impotenza sempre maggiore che sta diventando sia psicologica, sia fisica”.
Questa condizione, connessa a deprivazione, distorsioni culturali e cognitive viene chiamata “miseria psicologica”.

Un esempio di questa possono essere gli errori di ragionamento (distorsioni cognitive), che se usati sistematicamente producono pensieri disfunzionali radicati, cioè alterazioni della realtà, che determinano a loro volta sofferenza emotiva.

Come ha evidenziato Beck (Beck et al., 1976; Alford, Beck, 1997), le distorsioni cognitive sono influenzate dall’umore ma, a loro volta, lo influenzano intensamente.

L’umore è una componente cruciale del comportamento dei sex offenders, poiché la rabbia è il filo conduttore principale. 
A questo punto sorge spontanea una seconda domanda: gli aggressori sessuali si rendono conto della loro “miseria psicologica”?

La ricerca dimostra che le persone sono abili nell’organizzare ed interpretare fatti ed accadimenti
 in modo che si accordino con le loro opinioni (Williams, Watt, Macleod e Mathews, 1997) e probabilmente ciò accade anche agli aggressori sessuali, che credono nell’esattezza del loro comportamento. Il problema fondamentale è che il soggetto non è pienamente consapevole delle proprie teorie personali, costruite a partire da stadi precoci della propria vita.

In conclusione “no”, i sex offenders non si rendono conto del loro stato mentale, ma secondo Murphy (1990) è possibile modificare queste percezioni tramite percorsi di ristrutturazione cognitiva (Meichenbaum,1977).


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :