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La modalità anonima di Chrome e Firefox

Creato il 29 agosto 2012 da Hnikarr

Non avevo mai utilizzato la modalità di navigazione in incognito, offerta da Google Chrome, né quella di navigazione anonima, offerta da Firefox, perché le trovavo abbastanza inutili, per motivi che presto saranno chiari. Giusto ieri, però, in un momento di intenso spleen digitale, ho provato ad aprire la finestra di navigazione in incognito di Google Chrome e mi sono trovato davanti a un messaggio introduttivo che, per certi versi, è l’equivalente di un cartello stradale del tipo “Pericolo, attraversamento dinosauri”. Il messaggio è questo: La modalità anonima di Chrome e Firefox Ora, al di là dell’icona da 007, che già di per sé è di grande aiuto per entrare nel giusto clima, ciò che ha attirato la mia attenzione è il punto quattro. Dopo averlo letto, ho capito che non avrei potuto non scrivere qualcosa in proposito. Per ulteriore curiosità, ho provato anche l’analoga funzione di Firefox, ossia la navigazione anonima, col risultato di trovarmi questo messaggio di avvio: La modalità anonima di Chrome e Firefox La mascherina in stile veneziano ha molta più classe, in effetti, e mancano gli avvisi ironico-paranoici (perché voglio credere che quel punto quattro sia stato aggiunto come presa in giro, non come avviso serio), ma il risultato non cambia: tanto la navigazione in incognito, quanto la navigazione anonima, fanno la stessa cosa. Cosa facciano è ciò che vedremo adesso. Domanda: a cosa serve la navigazione in incognito di Google Chrome (o la navigazione anonima di Firefox, che è uguale)? Se pensate che la risposta sia “a farci navigare senza svelare tracce della nostra identità”, allora siete parecchio fuori strada. L’incognito o l’anonimato di cui parlano queste modalità di navigazione non si riferisce alla Rete, ma al computer su cui vi trovate. Tutto ciò è specificato nella descrizione che entrambi i browser offrono: siccome però poche persone si prendono la briga di leggere le istruzioni, è probabile che il fraintendimento vivrà a lungo. La navigazione in incognito di Chrome e la navigazione anonima di Firefox non servono per farci visitare questo o quel sito, senza lasciare tracce del nostro passaggio: se effettuiamo una qualche ricerca su Google, Google continuerà a memorizzarla nella sua cronologia dedicata a noi; se entriamo in un sito, quel sito continuerà a conservare traccia del nostro passaggio nel suo database; il nostro provider (cioè la società che ci fornisce la connessione) continuerà a mantenere una lista dei siti visitati; e così via. Se cerchiamo l’anonimato in Rete, è meglio rivolgerci ad altri strumenti, come ad esempio Tor, che comunque non saranno sufficienti senza la nostra attiva collaborazione: il primo software di sicurezza e anonimato lo abbiamo dietro la nostra fronte, perché è inutile usare Tor, se poi andiamo a scrivere i nostri dati reali su questo o quel sito. La navigazione in incognito (o anonima) fornita da questi due browser serve a cancellare le tracce della nostra attività sul computer che stiamo usando. Saremo anonimi rispetto al computer, non rispetto alla Rete, ed è quindi utile se stiamo utilizzando un computer condiviso e non vogliamo che gli altri utenti possano scoprire che siti abbiamo visitato: per esempio, se non vogliamo che nostra madre/nostra moglie/il nostro capo scoprano che abbiamo visitato il sito “OrgeAnimalesche.xxx” (nome inventato al momento, dubito che esista davvero, ma non ne sarei sorpreso). Attivando questa modalità di navigazione, le tracce della nostra navigazione saranno cancellate dal computer, alla fine della sessione (ossia quando chiudiamo il browser): non saranno conservati i cookies dei vari siti, non saranno registrate le pagine nella cronologia web, non sarà conservata la lista dei download effettuati (ma i file che abbiamo scaricato sopravviveranno, per cui è opportuno trasferirli altrove, se non vogliamo che siano visti), non saranno salvate password. Questo è l’incognito (o l’anonimato) che i due browser ci offrono: forse non quello che ci aspettavamo, ma è quanto passa il convento. Per quanto sia una forma di anonimato minore, però, non è da disprezzare. Il browser, qualunque esso sia, ha lo spiacevole vizio di memorizzare tutto ciò che facciamo: a volte questa funzione può tornare utile, per esempio se vogliamo ritrovare un sito visitato qualche giorno fa, di cui non ricordiamo più il nome, ma altre volte si può sentire il bisogno di far sparire quella lista di dati, in particolare quando si tratta dei cookies. Un cookie permette sì a un sito di riconoscerci, quando torniamo a visitarlo, risparmiandoci magari la fatica di dover effettuare ogni volta il login, ma può anche  essere utilizzato in forme meno “benigne”, ad esempio per vedere in quali altri siti siamo stati nel frattempo: per chi è interessato alla privacy o per chi ne è fanatico, un cookie è un oggetto da maneggiare con molta attenzione. Sotto questo aspetto, sapere che il nostro browser può provvedere da solo a non conservare la cronologia e a cancellare i cookies alla fine della sessione, senza che dobbiamo provvedere noi stessi, può essere utile: la modalità di navigazione in incognito fa proprio questo, ripulisce al nostro posto le tracce che lasciamo nel browser, navigando su questo o quel sito. Come nota a margine, la modalità in incognito di Google Chrome disattiva in automatico tutte le estensioni che avete installato nel browser. Se volete riattivarle, dovrete andare su chrome://chrome/extensions/, dove troverete la lista di tutte le estensioni installate e, sotto a ognuna di esse, vedrete una voce “Consenti modalità in incognito”: se la selezionate, quella estensione resterà attiva anche quando siete in incognito. Se volete ricorrere a mezzi più radicali per far sparire ogni traccia di utilizzo di un computer, allora è meglio che portiate sempre con voi una chiave USB su cui è installato un sistema operativo Live, in sostituzione del sistema operativo installato sul computer da usare: Tails, ad esempio, potrebbe essere un’ottima soluzione. La maggior parte dei comuni utenti non ha bisogno di arrivare a tanto, ma nulla vi vieta di procedere, se siete convinti che vi serva. Se però siete convinti che all’interno della vostra casa si nascondano agenti segreti di potenze straniere, per spiare la vostra attività al computer e rubarvi i dati (come suggerisce il famigerato punto quattro di Google Chrome), allora avete senza dubbio più di un problema, ma non è di sicurezza digitale. Parlatene col vostro medico di famiglia, sempre che non lo abbiano già sostituito con uno di Loro.

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