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La moglie di Bassolino: ciò che viviamo più doloroso dell’addio al Pci

Creato il 10 marzo 2016 da Tafanus
         

Anna Maria Carloni con il marito Antonio Bassolino (Ansa)

 Antonio Bassolino e la moglie Anna Maria Carloni

La deputata: è stato un colpo di mano. Valeria era un’amica, ma non è stata leale. Una lista contro la Valente? «Valuterà, dovrà sentire le persone che lo hanno sostenuto» (di Monica Guerzoni - Corriere.it)

«È pazzesco, assurdo... Un colpo di mano. E lo sa qual è l’aspetto più doloroso di questa brutta vicenda?».

Che suo marito, Antonio Bassolino, è fuori dai giochi?
«No, è il fatto che finiscono le relazioni politiche e finiscono le relazioni umane. E quello che stiamo vivendo è più doloroso della fine del Pci. Perché allora una comunità, che era come una famiglia, attraversò una crisi fortissima, ma quel dramma fu gestito dentro una visione».

Anna Maria Carloni risponde da Montecitorio alle tre del pomeriggio, quando la commissione di garanzia del Pd è ancora riunita. «Con Valeria Valente abbiamo sempre avuto una relazione forte. Più volte in questi mesi le ho chiesto se aveva pensato di candidarsi a sindaco e lei mi ha sempre risposto di no, giurando che voleva proseguire il suo lavoro parlamentare».

La figlioccia ha «ucciso» il padre politico?
«Ha maturato la scelta di candidarsi senza dirci una parola e questo è l’aspetto più doloroso per chi dà molta importanza alle relazioni umane e al legame tra donne».

Non doveva candidarsi?
«Ne aveva il diritto, ma una relazione presuppone dialogo, franchezza, lealtà, cose che sono mancate. Mi attende un attimo? Mi è arrivato un sms di un’amica... Cosa scrive? Che il verdetto è vomitevole».

Ecco, l’Ansa sta battendo la notizia: ricorso respinto.
«Sono scioccata e addolorata. Napoli certo non si aspettava che il ricorso di Bassolino venisse liquidato in tre minuti. È una grandissima delusione, che allontanerà gli elettori dal voto. Una decisione molto grave, da un organismo che dovrebbe essere democratico».

Il Pd non è democratico?
«La Commissione si è uniformata agli organismi nazionali, una decisione contraria all’orientamento dell’opinione pubblica. Incomprensibile».

E adesso? Bassolino farà una lista contro la Valente?
«Valuterà, dovrà sentire le persone che lo hanno sostenuto. Quando si è candidato, a Napoli c’era il buio assoluto e il miracolo dei 30 mila ai seggi è merito suo. Poi quei video scioccanti, che non si possono considerare irrilevanti in una città dove la legalità deve essere la prima cosa. Non si può chiudere un occhio».

Lei cosa ha visto ai seggi?
«Durante lo spoglio, al comitato di Antonio giungevano notizie che li davano testa a testa. Poi, quando sono arrivati i dati dei grandi quartieri operai, insediamenti storici della sinistra, i numeri sono cambiati a vantaggio di Valeria. È tutto molto strano».

Per Orfini e Guerini il risultato non si discute.
«Non sono d’accordo. Qui il problema è se sono state rispettate le regole democratiche. È inaccettabile minimizzare, dire “tutto bene madama la marchesa”. Era doveroso che tutti facessero ricorso, anche Valente e Sarracino».

Rottamazione compiuta?
«Devo prendere atto, con dispiacere, che il Pd in questi anni non ha fatto niente per avvalersi della competenza, dell’esperienza e del legame tra Bassolino e il popolo napoletano. C’è stato un allontanamento a senso unico».

Bassolino lascerà il Pd, come Cofferati?
«È una valutazione prematura. Ma io, che ci sto dalla fondazione, vedo l’assenza di una politica alta e il prevalere di logiche di potere. Non è questo il Pd per cui ci siamo battuti, impegnando tempo, lavoro e risorse economiche».

Monica Guerzoni

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