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La monorotaia: Springfield e Bologna (People Mover)

Creato il 30 dicembre 2011 da Tiba84
La monorotaia: Springfield e Bologna (People Mover)Dopo la decisione di non procedere oltre col progetto Civis, il Comune di Bologna ha deciso di investire nella costruzione di una monorotaia sopraelevata. L'affare del 2011, però, non pare più conveniente rispetto al Civis. Forse lo è per le partecipate che dovranno costruire l'impianto e gestire il servizio, ma non si vede ancora l'utilità per il Comune, la Città, la Provincia e nemmeno la Regione Emilia-Romagna. Grande pulce nell'orecchio, furono le domande che rivolgemmo all'assessore A. Colombo ritenuti salienti sulla monorotaia: abbiamo ricevuto come risposta solo le parole di un delegato dell'azienda costruttrice. Come se avesse escluso la politica!
Ancora oggi, inoltre, i dubbi sono notevoli: dall'effettiva utilità di un nuovo sistema, alla sua comodità (c'è chi s'è chiesto se riesca a contenere un numero sufficiente di passeggeri), al costo per viaggio (un percorso di 10 minuti che costi 10 euro non pare conveniente a nessuno), alla sostenibilità e all'inquinamento che produrrà, alla coerenza con le esigenze cittadine e regionali. Il People Mover ha già fallito in numerose città del mondo, da Parigi a Springfield. Come nella puntata dei Simpson in questione (il cartone si rivela, come sempre, vera e completa critica della società contemporanea, capace anche di prevederne le azioni e non solo di leggerne il passato), la monorotaia è costruita solo per spendere denaro pubblico che non si ha interesse ad investire altrimenti, lo stesso avviene per Bologna, come se non vi fosse interesse per cercare altri luoghi in cui investire ingenti somme di denaro per migliorare la città. Prevale l'esigenza di dar fondo alle casse, nella speranza che basti creare un gioiellino avveniristico della tecnologia per fare di Bologna il centro del mondo.

Ovviamente non è così, e la politica dovrebbe occuparsi di risolvere i problemi attuali con i mezzi che le sono consentiti, senza inventarne di nuovi. La scelta del P.M. è oscura e inconsapevole, perché chi doveva decidere ha escluso a priori ogni alternativa reale e praticabile. Ci si è arroccati sopra la monorotaia (standoci anche scomodi per il poco spazio che c'è), facendo un percorso totalmente da casta: la politica ha escluso la cittadinanza dalla decisione e si è arrogata il diritto di fare da sola, facendo muovere del denaro verso aziende che le sono vicine.
Nella puntata dei Simpson era la gente a farsi abbindolare dal venditore della monorotaia, a Bologna è una classe politica (e totale è il fallimento di Colombo, che si presentava come un politico nuovo, giovane, sicuro, aperto al dialogo e al confronto... s'è visto) legata a doppio filo all'economia ad aver deciso non per il bene comune, ma solo per interessi di bottega.
Il People Mover è il segno nefasto di questo 2011: sono gli interessi di chi ha il potere politico a prevalere sulla logica e sul Bene Comune. Esempio di grande opera che è unicamente un ostacolo per Bologna, e lo si capisce soprattutto dall'incapacità della politica di intervenire in questa decisione (perché di fatto si è scelto di non scegliere). Nefasto, soprattutto, perché distrugge le alternative. Sia nei confronti del collegamento con un aeroporto che nel mese di Novembre ha registrato un notevole calo (e quando li contammo, l'avevo detto), per cui sarebbe più conveniente economicamente e più intelligente sviluppare i servizi già presenti; sia nei confronti delle esigenze diverse di Bologna. Per restare nel campo dell'assessorato di A. Colombo, quei finanziamenti potrebbero essere utilizzati sia per migliorare il trasporto pubblico, le connessioni con il centro e la fiera, e per pensare ad un sistema che renda percorribile il centro nelle giornate di chiusura completa anche a chi ha meno mobilità di un giovane. Se si vuole andare davvero verso un centro chiuso al traffico (e sarebbe auspicabile farlo non tra 30 anni), occorre pensare anche a quanti verrebbero in centro ma non possono percorrere un chilometro a piedi per arrivare in piazza Maggiore.
Speriamo che il 2012 faccia somigliare un po' meno Bologna a Springfield e un po' di più a certe città tedesche in cui le comunicazioni sono più efficienti, in cui il traffico è controllato e limitato, in cui le biciclette possono viaggiare più sicure. Vorremmo una Bologna con meno progetti faraonici e più vivibile.

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