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La morte della Kultura (aka Hitler cancelliere negli anni '70)

Creato il 16 dicembre 2013 da Sommobuta @sommobuta
La morte della Kultura (aka Hitler cancelliere negli anni '70)C’è un non so che di malvagiamente perverso nel godere di chi sembra non saper rispondere alla domanda più ovvia del mondo.
Siamo dalle parti de “Di che colore è il cavallo bianco di Napoleone?”, eppure, in molti, a questa domanda, potrebbero non saper dare una risposta.

Non sono perciò stupito dallo splendido spaccato di Kultura offerto da L’Eredità.
Alla domanda “Quando è stato eletto cancelliere Hitler?”, con quattro possibilità (1933 + tre opzioni post ’45), i concorrenti hanno dato tutte le risposte possibili e immaginabili, cannando l’unica esatta.
Non me ne stupisco perché, come abbiamo spesso detto e ribadito, la Kultura (con la Kappa, naturalmente) è morta e sepolta da tempo.
Non me ne stupisco perché sono sicuro che il 90% degli italiani, anche quelli che fanno gli indignati o i perculeggianti su internetto, quella domanda probabilmente l’avrebbero sbagliata.
Non me ne stupisco, perché i tre che hanno risposto malamente (e hanno perseverato a rispondere malamente) sono lo specchio esatto, la cartina di tornasole del nostro Paese.
Mi vengono in mente anche i sempiterni servizi delle Iene fuori dal Parlamento, con i nostri rappresentanti che non sanno rispondere alle domande apparentemente più semplici.
E allora sì, la Kultura in questo Paese è definitivamente morta, perché quando non sai rispondere alla domanda di cultura generale più ovvia non c’è altra spiegazione logica possibile.
La morte della Kultura (aka Hitler cancelliere negli anni '70)Questa sconosciuta...
O forse sì: abbiamo dimenticato come si fa a pensare.
Peggio: abbiamo dimenticato come si fa ad immaginare.
E qui voliamo dritti dritti su Mastershit.
Quarta puntata, avvilentemente orripilante.
Non voglio parlare dello squallore delle domande becere sulla sofferenza poste dal coach ad una carcerata (l’unica, in tutta Italia, che va dicendo che sta scontando una pena giusta – no, per dire, fate mente locale dei loschi figuri che in galera dovrebbero starci e che invece lanciano solo strali contro la magistratura, ma vabbè -), ma di come, dopo ben 4 puntate, i vincitori abbiano scritto per lo più autobiografie e romanzi stracciamaroni che non leggerei nemmeno sotto tortura.
Non c'è traccia di romanzi di genere, non c'è traccia di roba che non sia "da una storia di vita vissuta per finta".
La morte della Kultura (aka Hitler cancelliere negli anni '70)
De Carlo, uno come Niven, lo caccerebbe via
Senza contare che i manoscritti presentano anche orrori ortografici (e posso capire che un refuso ci possa scappare, ma se l’ospite – il grande scrittore italiota della settimana – dice che erano pieni di errori, sono portato a credergli).
Lo “scrittore italiano” che sta emergendo da questo talent show (l’unico al mondo dove i partecipanti non sanno fare quello che teoricamente dovrebbero saper fare, cioè scrivere – chè perlomeno, quelli a X-Factor sanno cantare, e a Masterchef sanno cucinare) è un tipo prevalentemente senza cultura (“Manzoni mi fa schifo, i romanzi russi sono merda”cit., per non parlare della tipa che scrive un romanzo storico ambientato nella Roma antica, dove una puttana sposa l’Imperatore e c’è un’epidemia di sifilide) che non si sforza di raccontare fatti che non siano “i propri”.
E quelle rare volte che è accaduto, il romanzo ovviamente viene cassato.
Vedi ieri il tipo che ha scritto il fantasy (che per De Carlo è sempre caccapuppù); vedi il tipo che aveva scritto il libro comico su Zemanlandia.
E via discorrendo.
La Kultura è morta, la Fantasia viene ostracizzata.
E grazie al cà che poi la gente dice che Hitler è stato eletto cancelliere negli anni ’70.
La morte della Kultura (aka Hitler cancelliere negli anni '70)A volte ritornano...
C’è più cultura in un manga trashone come “The Legend of Koizumi”, dove l’autore immagina che le questioni di politica internazionale vengano risolte a suon di partite di mah-jong (e dove spesso non mancano precisi riferimenti ad accordi di natura internazionale, a fatti storici e importanti avvenimenti politici) che in tutta la popolazione italica.
Ed è una cosa triste.
Soprattutto perché, anche in virtù di questo, mi tocca anche leggere di gente che se ne esce con battute infelici del tipo “Eh, sono decenni che non esce un bel libro”.
E grazie al cazzo.
Se millanti di leggere libri, e poi i tuoi target di riferimento massimi sono 50 sfumature di staceppa, la Littizzetto o le barzellette di Totti, non fatico a crederlo…

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