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La mossa del pinguino – Claudio Amendola e il suo Full Monty “all’italiana”

Creato il 04 marzo 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

4 marzo 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •

commento di Antonio Valerio Spera

Summary:

La mossa del pinguino – Claudio Amendola e il suo Full Monty “all’italiana”

Prendete Full Monty, spogliatelo del suo humour tipicamente inglese e della sua contestualizzazione thatcheriana, trasportatelo in Italia nel 2005, precisamente nel periodo pre-olimpiadi torinesi, e riempitelo di tanta simpatica romanità. Il risultato è La mossa del pinguino, commedia sportiva che segna l’esordio alla regia di uno degli attori più amati d’Italia, Claudia Amendola. Il divo dei Cesaroni, in procinto di ritornare sui piccoli schermi con la sua serie di successo, passa per la prima volta dietro la macchina da presa e decide di farci divertire. Il film infatti è il racconto, ispirato a una storia vera, di quattro squattrinati che decidono di dare una svolta alla propria esistenza priva di soddisfazioni cavalcando il sogno delle olimpiadi. In che modo? Mettendo su una squadra di curling, il curioso sport invernale a metà tra bocce e scacchi. “Volevo girare una pellicola sul significato più autentico e nobile dello sport – afferma Amendola – quel significato che purtroppo da un po’ manca al calcio, che mi sta davvero deludendo”.

Lo sport quindi inteso come strumento di rivincita personale e sociale: “il curling – prosegue il neo regista – è solo un pretesto per portare sullo schermo il sogno folle di quattro uomini che vogliono trovare la forza di rialzarsi”. Quattro uomini che in questo caso hanno il volto di Edoardo Leo, Ricky Memphis, Antonello Fassari e Ennio Fantaschini. Il primo interpreta Bruno, eterno Peter Pan e marito incapace di prendersi le proprie responsabilità, il secondo è Salvatore, amico di Bruno ma, almeno all’apparenza, con più coscienza e maturità di lui; mentre Fassari e Fantaschini sono rispettivamente Neno e Ottavio, uno spaccone e un vigile urbano pensionato bravissimo a bocce. Insieme formano una vera e propria “nouvelle Armata Brancaleone”, una banda di pseudo-sportivi allo sbaraglio che tra gag, equivoci, spassose cadute e divertenti “perle” di saggezza popolare affrontano la loro avventura verso la vittoria nel campionato nazionale.
Un cast che si è formato quasi in maniera naturale: “Con Edoardo ho scritto il film – dichiara Amendola -, con Antonello siamo ormai quasi fratelli e ho sempre pensato a lui per quel ruolo borderline, tra maschera e trasformismo; a Memphis farei fare anche il papa, trovo sia uno dei più grandi attori che abbiamo, ed infine Ennio, che è stato un vero colpo di fortuna, non ci speravo neanche che dicesse di sì”.

Gallery La mossa del pinguino

La mossa del pinguino, presentato in anteprima all’ultimo Festival di Torino, è, come lo definisce orgogliosamente Amendola, “un film pulito, privo di volgarità”, che dietro la sua superficiale leggerezza cela anche una certa amarezza e una profonda attenzione per le difficoltà del presente. Una caratteristica, questa che, ad esempio, ha convinto Fantastichini ad accettare di prendere parte al progetto: “Mi piaceva che i protagonisti del film fossero quattro disperati inscritti nel sociale di oggi, tutti avvolti da una certa sofferenza, da una certa disillusione – afferma l’attore di Ferie d’agosto e Mine viganti. “Il tema fondamentale del film – prosegue – non è infatti lo sport come agonismo ma come sogno nato dalla passione comune. Credo sia un bel messaggio in un’epoca dominata da violenza e risse allo stadio”.

D’altronde l’obiettivo dichiarato di Amendola era proprio quello di divertire portando al contempo però degli spunti di riflessione: “Volevo un film che facesse ridere ma che presentasse anche delle note amare come il cinema che amo di più, quello in bianco e nero dei nostri grandi maestri”. Un ambizione non da poco per un esordiente alla regia: “Mi sentivo pronto a passare dall’altra parte della macchina da presa, anche perché credo di aver imparato molto da tutti quelli che mi hanno diretto in passato”. E non è detto che non ci sia altra occasione di rimettere in pratica questi insegnamenti. Sembra infatti che Amendola ci abbia preso gusto e che non voglia esaurire la sua carriera da regista con questa prima esperienza: “amo il mestiere dell’attore, mi dà tante soddisfazioni e sicurezza. Ma mi piacerebbe dirigere altri film, diciamo che vorrei continuare ad alternare i ruoli”. Alla prossima, quindi, Claudio.

di Antonio Valerio Spera per Oggialcinema.net

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