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La noia delle noie - Boredom of Boredoms

Creato il 04 ottobre 2015 da Cannibal Kid
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La noia delle noie - Boredom of BoredomsIl racconto dei racconti - Tale of Tales (Italia, Francia, UK 2015) Regia: Matteo Garrone Sceneggiatura: Edoardo Albinati, Ugo Chiti, Matteo Garrone, Massimo Gaudioso Ispirato al libro: Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille di Giambattista Basile Cast: Salma Hayek, Vincent Cassel, John C. Reilly, Toby Jones, Shirley Henderson, Hayley Carmichael, Bebe Cave, Jessie Cave, Stacy Martin, Christian Lees, Jonah Lees, Alba Rohrwacher, Massimo Ceccherini Genere: (poco) da favola Se ti piace guarda anche: Game of Thrones, Once Upon a Time, Il cacciatore di giganti
C'era una volta un regista dai tratti nordici, bello come un Dio, con i boccoli biondi e gli occhi azzurri. Ehm, forse non proprio...
La noia delle noie - Boredom of Boredoms
C'era una volta un regista burino de Roma, moro e bruttarello. Matteo Garrone era il suo nome. Dopo una manciata di film da tutti assai lodati, ma che in reality nessuno aveva mai visto per davvero come Terra di mezzo, Ospiti ed Estate romana, Garrone divenne famoso nei circoli cinematografici, quindi tra quattro gatti o poco più, con opere ancora più esaltate come L'imbalsamatore e Primo amore. Il brutto anatroccolo del cinema italiano si trasformò poi finalmente nel Principe Azzurro del cinema italiano, o se non altro della scena neorealista neomelodica, con Gomorra. Tutto merito della magia? No, tutto merito di Roberto Saviano. Grandi furono le lodi da ogni corte nei confronti del Garrone, fino a che arrivò un bruto di nome Genny Savastano. Allora fu chiaro che con il romanzo di Saviano si poteva fare di meglio. Gomorra - Il film restava sempre un buon lavoro, ma Gomorra - La serie sì che era una vera bomba. Fu così che tutti si misero a osannare un nuovo Principe, Stefano Sollima. Poco importava comunque al Garrone, che oramai stava senza pensier. Anzi, con la testa stava immerso in tutt'altri pensier. Già con il suo film successivo, Reality, aveva abbandonato il neorealismo neomelodico per dedicarsi a una fiaba nera, solo che in pochi se ne erano accorti. Sarà che in quel film parlavano ancora tutti napoletano e quindi nessuno c'aveva capito una mazza. Il naturale passo successivo era però lì davanti agli occhi di tutti e Matteo Garrone lo mise in atto. Girò Il racconto dei racconti - Tale of Tales in lingua inglese, rendendosi conto che forse c'era più gente che così avrebbe potuto comprenderlo rispetto a quando usava il napoletano. Questa volta inoltre disse basta! con il presente e basta! con il neorealismo neomelodico. Per raccontare delle fiabe nere decise di adottare ambientazioni e personaggi fantasy. Se a questo punto immaginate la versione disneyana delle fiabe, grande sarà la vostra delusione. Se invece vi immaginate la versione noiosa delle fiabe, grande sarà la vostra eccitazione.

La noia delle noie - Boredom of Boredoms

"Sembriamo proprio la bella e la bestia."
"Tranne per il fatto che tu non sei poi così bella..."
"Te invece con le donne sei proprio una bestia!"


Il racconto dei racconti prende spunto da 3 racconti de “Lo cunto de li cunti overo lo trattenemiento de peccerille”, raccolta di fiabe di Giambattista Basile risalente al 1600, nello specifico: La regina, La pulce e Le due vecchie. Ci fosse 1 racconto decente tra i 3 sarebbe già una bella cose, ma va beh, il titolo Il racconto dei racconti forse aveva alzato un po' troppo le aspettative. Al di là di essere singolarmente poco favolose, le tre storielle sono intrecciate tra loro alla meglio e ci presentano un'umanità piuttosto desolante. In questo possiamo intravedere delle similitudini con Gomorra, anch'esso costruito su tre episodi differenti e anch'esso mica messo tanto bene, in quanto a umanità. Per il resto, Garrone sembra passato dal neorealismo neomelodico di quel lavoro al realismo magico di questo. O forse no, però di “realismo magico” si sente parlare nella nuova grandiosa serie di Netflix su Pablo Escobar e i narcotrafficanti colombiani, Narcos, e il narratore di codesto post aveva voglia di usare tale definizione.
Nelle tre storielle succede di tutto e di più. Di tutto e di più a parte qualcosa di realmente interessante o coinvolgente. John C. Reilly ATTENZIONE SPOILER è lo Sean Bean di turno e quindi viene fatto fuori subito Game of Thrones-style. FINE SPOILER
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Salma Hayek a sorpresa per una volta non fa la figa di turno ma recita. E lo fa persino discretamente bene. Se non è magia questa! Peccato che il suo personaggio, che all'inizio sembra centrale, via via sparisca nel nulla.

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"Ehm, io veramente avevo ordinato una pizza margherita..."


Ci sono poi due gemelli albini brutti inquietanti come pochi.
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C'è una vecchia rugosa che all'improvviso si trasforma in una giovane fighetta molto nymphomaniac.

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"Ma perché mi fanno sempre recitare nuda, 'sti maniaci di registi?"


C'è un Vincent Cassel parecchio arrapato, molto nymphomaniac pure lui. Hey, qual è il termine maschile equivalente di “ninfomane”? Dite che è semplicemente “uomo”?

La noia delle noie - Boredom of Boredoms

"Ecco cosa intendono tutti quando parlano di glory hole!"


C'è poi pure il nanetto di turno, ma Garrone s'è dovuto accontentare di Toby Jones, ché probabilmente Peter Dinklage costava troppo, e il nanetto ha una pulce che, ironia della sorte, diventa sempre più gigantesca. A un certo punto diventa quasi più alta di lui, non che ci vada molto, e sembra di essere finiti, più che in una fiaba, dentro a un film di David Cronenberg. Un film brutto di David Cronenberg.

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"Certo che tutta quella gente che come animale domestico ha un cane o un gatto non sa cosa si perde..."


A un certo punto, inoltre, sempre per rimanere in tema di mostruosità, compaiono persino Alba Rohrwacher e Massimo Ceccherini e lì capisci che la pellicola è svaccata del tutto.

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"Finalmente il cinema d'autore si è accorto di me!"
"E speriamo anche che se ne dimentichi in fretta, Massimo."


Il racconto dei racconti in ogni caso è un film che merita applausi. Non tanto per le musiche firmate dal come al solito ottimo Alexandre Desplat o perché a livello visivo possiede un suo fascino. Applausi soprattutto per aver avuto il coraggio di realizzare una pellicola in forte controtendenza rispetto agli altri lavori prodotti oggi in Italia. Una pellicola che potrebbe piacere al pubblico di Once Upon a Time e ancor di più a quello di Game of Thrones. Un film con un cast internazionale, girato in una lingua internazionale e dal sapore fortemente internazionale. E allora vai pure a farlo vedere al resto del mondo e a noi nun ce scassa' o' cazz, Garrò! (voto 5-/10)

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