Magazine Cinema

La nostra vita – la recensione di Sandro

Creato il 12 novembre 2010 da Soloparolesparse

Tradizionale appunatamento del venerdì con le recensioni di Sandro.
Oggi ci racconta La nostra vita di Daniele Lucchetti.
Scopri come pubblicare anche tu la tua recensione su questo blog.

La nostra vita – la recensione di Sandro

Claudio (interpretato da un ottimo Elio Germano) è un operaio edile trentenne ed è sposato con due figli ed in attesa del terzo. Con la moglie (Isabella Ragonese) il rapporto è sereno e di grande complicità.

Improvvisamente l’idillio finisce perché la moglie muore e Claudio non è per niente preparato alla solitudine ed al lutto. Comincia a concedere ai figli tutto quello che non hanno mai avuto e che forse non potrebbero avere (o permettersi) come i capricci ed il benessere. Tutto questo nella convinzione che con i soldi si ottenga tutto: anche la serenità, anche i sentimenti propri ed altrui.

Per ottenere tutto ciò, si infila in un affare (un subappalto) che si rivelerà col tempo più grande di lui e che per la risoluzione del quale in buona parte del film non sembra esserci risoluzione.

La risoluzione arriva grazie, da un lato, ad un pusher in carrozzella, un uomo in fin dei conti anche buono interpretato da Luca Zingaretti (stavolta coi capelli lunghi) che gli presta i soldi (e gli tiene il figlioletto neonato) e dall’altro grazie al fratello, solo e un po’ burbero interpretato da Raul Bova, ed alla sorella, Stefania Montorsi.

Il film è ben diretto e scorrevole, mette in luce una serie di problematiche odierne come il lavoro in nero e la sicurezza sul lavoro, e a dire il vero Claudio sembra preoccupatissimo del secondo ma non del primo (dice non senza rassegnazione il mondo va così), anche se poi non denuncia la morte di un collega, che lavorava a nero, per non bloccare il cantiere; non fattura ed utilizza lavoratori in nero ed anche i cottimisti (scena quanto mai simbolica) che si presentano tutti in Mercedes per terminare un cantiere che altrimenti sarebbe rimasto a metà. Ma nessuno dubita che sia un ottimo padre, dato l’affetto che manifesta nei confronti dei suoi tre figli preparando loro una ricca pasta al formaggino specialità della casa. Anche il pusher è una persona che non risulta essere cattiva, anzi aiuta l’amico in difficoltà.

Ecco, quindi, cosa traspare: un punto di osservazione sulla guerra tra poveri di periferia in cui conta poco il muro un po’ stortarello, o la mancanza di contributi.

L’unica critica possibile a questo film, che nel complesso rimane molto bello, è che alcuni punti sono stati sviluppati poco o niente: il rapporto tra Claudio ed Andreij (il figlio del guardiano morto nel cantiere, morte che Claudio omette di denunciare); il rapporto tra il fratello di Claudio e la madre di Andreij e, più in generale, un lieto fine che è piacevole (ci vuole ogni tanto) ma forse un po’ sbrigativo e sintetico: qualche scena in più non sarebbe dispiaciuta.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :