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La nuova commedia Italiana Multiculturale

Creato il 23 aprile 2011 da Dylandave

La nuova commedia Italiana Multiculturale

- Into Paradiso – 2011 - ♥♥♥ -

di

Paola Randi

Into Paradiso è un esordio cinematografico, quello della regista Paola Randi. Ma guardandolo si ha l’ impressione e la speranza, che il futuro della commedia italiana non possa essere solo spinto da interessi economici di botteghino ma anche dalla volontà di comunicare qualcosa di attuale come l’ immigrazione o la multiculturalità. E trattarla in chiave di commedia, come se questa fosse una realtà non necessariamente drammatica ma vitale, esattamente tanto quanto i conflitti generazionali o i problemi di coppia (entrambi temi gettonatissimi dalla moderna commedia italiana). La regista che viene da esperienze di teatro e da cortometraggi tratta l’ argomento dell’ immigrazione, infatti, come se fosse qualcosa di necessario nella società in cui oggi viviamo. Non a caso lo sfondo scelto dalla regista è quello di Napoli, una città da sempre dipinta come capitale della camorra e della malavita, ma nella quale la società multiculturale che vive al suo interno può rappresentare metaforicamente un vero e proprio “Paradiso”. I protagonisti di questo film (Gianfelice Imparato, Peppe Servillo e Saman Anthony) si incontrano tutti proprio in questo “Paradiso”, ognuno con esigenze diverse ma tutti a loro modo disposti a collaborare pur di venir fuori da una situazione di vita difficile. La parte iniziale del film purtroppo risente un pò di una certa lentezza narrativa e che in alcune sequenze (quelle dei capannoni camorristici) risente forse un pò troppo dell’ impostazione teatrale dalla quale Paola Randi proviene. Le prove degli attori, al contrario sono sempre convincenti e denotano una buona preparazione nella direzione artistica di questi stessi, anche sul cantante degli Avion Travel Peppe Servillo che sembra avere la recitazione nel sangue, in alcune convincenti espressioni facciali. Alcune scelte di sceneggiatura , come l’ innamoramento del protagonista Alfonso per la cugina di Gayan, sembrano essere un pò troppo pretestuose, soprattutto perchè si perdono poi nelle trame della narrazione principale e non trovano una reale esplicazione definitiva nel finale. Al contrario ciò che appare funzionare maggiormente in questa opera prima, oltre alle interpretazioni, sono le scelte sperimentali della regista, come i particolarissimi momenti di isolamento mentale di Alfonso, vissuti come dei veri e propri film mentali ai quali noi spettatori assistiamo. E ovviamente una lode va anche data alla scelta del difficile ma attualissimo tema che mescola, oltre alla questione multiculturale che ho già citato, anche la situazione politica italiana, fatta di una classe dirigente che pensa solo a “mangiare tutto” e di una situazione lavorativa di precariato che costringe un ricercatore di mezza età ad essere cacciato dal suo lavoro a causa del taglio ai fondi, e costretto a cercarsi una raccomandazione da un amico di infanzia lanciato nella politica. Si sorride nel film della Randi, senza mai però eccedere nella risata sguaiata, come a voler dimostrare che una commedia diversa può esistere, anche in Italia. E come Alfonso con la sua leggera metafora “biologica” ci rammenta, non può esistere una ricerca del proprio spazio vitale senza la volontà di ognuno di noi di trovare una strada per comunicare e cooperare insieme nonostante le differenze morfologiche (di etnia o colore della pelle), proprio come fanno le nostre cellule. Solo in questo modo potremmo vivere “into Paradiso”.

La nuova commedia Italiana Multiculturale

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