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La nuova filosofia di Memphis

Creato il 10 gennaio 2016 da Basketcaffe @basketcaffe
Marc Gasol, Memphis Grizzlies - © 2016 twitter/memgrizz

Marc Gasol, Memphis Grizzlies – © 2016 twitter/memgrizz

Di recente, il vento a Memphis è cambiato. E non si tratta di una considerazione squisitamente metereologica, bensì di un cambiamento importante che riguarda i Memphis Grizzlies. Un cambiamento nel modulo di gioco (rubando l’espressione al mondo del calcio) che porta la squadra allenata da Dave Joerger a mutare la propria filosofia. Fino al 13 Dicembre passato Memphis si è distinta per la presenza (nello starting five) di due lunghi di ruolo, le twin-towers Zach Randolph e Marc Gasol, con cui Memphis praticava lo stile “old”: ritmi bassi, predominio sotto le plance grazie alla coppia su citata, buone percentuali da tre punti senza però prendere troppi tiri.

Tuttavia da quel 13 di Dicembre coach Joerger e tutto lo staff decidono di virare direzione: bisogna abbracciare la “moda” del momento, lo small ball reso celebre dai Golden State Warriors campioni NBA e da quel Draymond Green che si è messo sulla mappa a suon di triple e rimbalzi, diventando il centro più atipico dell’NBA ma perfettamente incastrato nei meccanismi offensivi praticati nella baia.
E’un cambiamento di rotta non da poco quello praticato da Memphis, innanzitutto perché avviene a stagione in corso (e non durante la off-season quando c’è tempo e modo di assimilare i nuovi meccanismi di gioco) e poi perché non è figlia di un nuovo ordine imposto da una recente trade (il roster di Memphis non ha subito grossi scossoni recentemente).

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Anche se a voler essere pignoli bisogna osservare che il nuovo corso dei Memphis Grizzlies non è proprio small ball al 100% anche perché il centro resta un giocatore di ruolo come Marc Gasol (non esattamente predisposto al tiro da 3) a cui poi si affiancano quattro giocatori rapidi, in grado di attaccare dal perimetro e con punti nelle mani (Conley, Lee, Barnes e Green).

Da questo ragionamento restano quasi in secondo piano due ex cardini dei Grizzlies “old-school” come Tony Allen e Zach Randolph che in rotazione hanno perso un po’ di minuti e di impatto. Il primo si è sempre distinto per l’efficace lavoro difensivo al quale però ha sempre allegato statistiche offensive poco edificanti (6 punti a partita contro gli 8.5 di Barnes) anche nei tiri da tre che hanno marginalizzato l’ex Boston ad un onesto ruolo da guardia/ala di backup.
Per il secondo la questione è anche anagrafica: Z-Bo ha già spento 34 candeline offrendo probabilmente il prime del suo basket fino alla stagione passata. Rispetto a Gasol (che è più giovane di lui di 4 anni e con un contratto quinquennale da 110M$) Randolph ha altri due anni di contratto nel Tennessee ed è chiaro che la dirigenza Memphis (e non solo) inizia a lavorare ad un suo rimpiazzamento, graduale ma inevitabile. Anche se va messo in risalto che i Grizzlies pur facendolo partire in panchina, spesso finiscono le partite con ZBo in campo in coppia con il catalano.

Le voci di un possibile addio di Joerger nel mese di Novembre hanno sicuramente influito sulla decisione del coach di virare in una nuova direzione, ed attualmente Memphis insegue il quinto posto di Dallas (distante 3 vittorie) nella Western Conference. Resta da capire se il nuovo cambio di filosofia porterà Memphis a giocarsi delle chance importanti sopratutto ai playoff dove storicamente (salvo qualche recente eccezione) non ha mai brillato particolarmente.

 

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